Apple e i prodotti realizzati al 100% con materiali riciclati, a che punto siamo?

Era il 2017 quando Apple parlò per la prima volta del suo obiettivo di realizzare tutti i suoi dispositivi con materiali riciclati al 100%. A distanza di quasi due anni, a che punto siamo con questa difficile sfida?

La risposta arriva da un interessante articolo pubblicato da Gizmodo. Quando Apple parlò di questo suo obiettivo, Lisa Jackson si lasciò andare in questa dichiarazione: “Sembra pazzesco, ma ci stiamo lavorando. Ci stiamo muovendo per arrivare a creare dispositivi riciclati al 100% tramite una catena di approvvigionamento a ciclo chiuso. Un giorno vorremmo essere in grado di realizzare nuovi prodotti con soli materiali riciclati. In realtà, stiamo facendo qualcosa che raramente facciamo, e cioè annunciare un obiettivo prima di aver capito come raggiungerlo in pieno. Per questo siamo un po’ nervosi, ma pensiamo che sia qualcosa di veramente importante, perché crediamo che l’intero settore debba andare verso questa strada”.

La Jackson parlò esplicitamente di “ciclo chiuso“, che è l’esatto opposto del “ciclo aperto” nella creazione di dispositivi con materiali riciclati. Con il ciclo chiuso, Apple andrà a riciclare i suoi vecchi prodotti per recuperare i materiali che saranno poi utilizzati per creare nuovi dispositivi. Il ciclo aperto, invece, prevede la vendita dei materiali riciclati dai propri prodotti e l’acquisto separato dei materiali riciclati necessari per la produzione di un nuovo dispositivo. Ovviamente, il ciclo chiuso è una sfida di gran lunga più difficile, in quanto Apple dovrebbe estrarre dai propri vecchi dispositivi tutti i materiali necessari per la creazione dei nuovi prodotti.

Come riportato da Gizmodo, raggiungere un target di sostenibilità in questa economia circolare equivale ad una revisione totale di come Apple fabbrica i propri prodotti e di cosa ne fanno gli utenti una volta raggiunta la fine del loro ciclo di vita.

In primis, Apple sarà obbligata a sviluppare nuove tecnologie innovative per il riciclaggio e dovrà fare scelte progettuali e strategiche che incoraggino i consumatori ad aggiornare e riparare i loro vecchi dispositivi, piuttosto che di scartarli per acquistare l’ultimo modello.

Il problema è capire se è questo il futuro che Apple e soprattutto i suoi investitori, vogliono davvero. Basti pensare che con lo sconto sulla riparazione della batteria da 79 a 29 dollari, Apple ha perso miliardi di dollari perché tantissimi utenti hanno preferito “riparare” i loro vecchi dispostivi, piuttosto che acquistarne di nuovi. Un approccio di questo tipo, quindi, potrebbe costare caro ad Apple soprattutto nel breve periodo.

L’azienda, tra l’altro, già produce alcuni componenti di iPhone e Mac con materiali riciclati, ma si tratta di percentuali minime che sono ben distanti dall’obiettivo del 100% dichiarato due anni fa. Per raggiungere il 100% di materiali riciclati, Apple dovrebbe produrre macchine incredibilmente dispendiose ed estrarre materiale da componenti elettroniche. Anche a livello tecnologico, tali tipologie di estrazione sono ancora in fase embrionale e i costi sono esorbitanti.

Facendo due calcoli, un iPhone prodotto con materiali riciclati da vecchi dispositivi Apple dovrebbe essere venduto a 5.000 dollari perché Apple ci possa fare margine.

Tra l’altro, l’estrazione di materiali da componenti elettronici è molto rischioso per la salute sia dei lavoratori che delle loro famiglie.

Insomma, al momento l’obiettivo sembra ancora lontano, ma Apple non demorde e le cose potrebbero cambiare nei prossimi anni grazie all’arrivo di nuove tecnologie che consentano di abbassare i costi.

 

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