Apple ha iniziato a rimuovere dall’App Store tutte le app che replicano funzioni simili a Screen Time, la caratteristica integrata in iOS 12 che permette agli utenti di controllare quanto tempo hanno trascorso utilizzando iPhone o iPad e singole app. Phil Schiller ha spiegato i motivi di questa decisione.
Negli ultimi mesi, Apple ha sempre di più aumentato le restrizioni per le app che permettevano di monitorare l’utilizzo di iPhone e iPad o di effettuare controlli parentali, arrivando anche alla rimozione completa dall’App Store.
Secondo Phil Schiller, SVP of Worldwide Marketing di Apple, i titoli rimossi dall’App Store abusavano di una tecnologia di gestione dei dispositivi progettata per gli utenti enterprise.
Alcuni sviluppatori si sono lamentati di questa politica portata avanti da Apple, accusando l’azienda di voler eliminare tutti i concorrenti di Screen Time ora integrato in iOS. In tanti mettono in dubbio anche l’obiettivo di Screen Time dichiarato da Apple, visto che l’intento primario dell’azienda non sarebbe affatto quello di limitare la “dipendenza” da iPhone e iPad.
In una prima dichiarazione, la portavoce di Apple Tammy Levine ha affermato che le app in questione sono state rimosse o limitate nelle loro funzioni perché accedevano “a troppe informazioni sui dispositivi degli utenti“, aggiungendo che la decisione presa dall’azienda non è collegata al rilascio di Screen Time su iOS 12.
Poche ore fa, però, anche Phil Schiller ha voluto chiarire la situazione rilasciando una sua dichiarazione.
Schiller afferma che le app in questione che sono state rimosse dall’App Store o le cui funzioni sono state limitate sfruttavano la funzione MDM (Mobile Device Management) per monitorare, limitare e controllare l’utilizzo del dispositivo. Il dirigente Apple spiega che la funzione MDM è stata progettata per gli utenti enterprise che gestiscono un gran numero di installazioni di dispostiivi per la propria azienda, visto che offre agli amministratori di sistema poteri molto più ampi sugli iPhone e gli iPad da gestire per la struttura.
In quanto tale, l’utilizzo della tecnologia MDM nelle app rivolte ai privati rappresenta una minaccia sostanziale per la privacy e per la sicurezza degli utenti.
Schiller aggiunge che il team App Store ha agito in modo responsabile per proteggere gli utenti da tecnologie che potrebbero essere utilizzate per violare la loro privacy, soprattutto per quanto riguarda i più piccoli. Tra l’altro, viene spiegato che Apple ha supportato e continua a supportare applicazioni che consentono ai genitori di monitorare l’utilizzo dei dispositivi da parte dei loro figli, visto che su App Store “ci sono fantastiche app come Moment Balance Screen Time o Verizon Smart Family“.
Insomma, il problema non riguarda le app che sfruttano funzioni simili a Screen Time, visto che Apple avrebbe preso di mira solo quei titoli che sfruttano impropriamente la funzione MDM.
“Tale funzione” aggiunge Schiller “permette di avere accesso illimitato ai vostri dispositivi da parte di terzi, che possono conoscere la vostra posizione, tenere traccia dell’utilizzo delle app, controllare gli account email e la navigazione web, utilizzare la videocamera, accedere alla rete e perfino cancellare i dati dei vostri iPhone da remoto. I potenziali rischi sono quindi altissimi. Inoltre, diverse ricerche di sicurezza hanno dimostrato che esiste il pericolo che i profili MDM utilizzati in modo improprio possano essere sruttati per attacchi da parte degli hacher, consentendo loro di installare app per scopi dannossi sui dispositivi degli utenti”.
Per questi motivi, il team App Store ha deciso di rimuovere o limitare le funzioni di tutte quelle app che sfruttavano la tecnologia MDM: “Proteggere la privacy e la sicurezza degli utenti è fondamentale nell’ecosistema Apple a abbiamo rigide linee guida che gli sviluppatori devono rispettare per evitare che vengano create app non sicure per gli utenti. Continueremo a supportare gli sviluppatori che offrono fantastiche app legate ad usi simili a Screen Time e che utilizzano tecnologie sicure per noi e per i nostri bambini”.
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