Il meglio e il peggio di Jony Ive secondo lo staff di iPhoneItalia

L’addio di Jony Ive ha scosso l’intero mondo tech, visto che una delle figure storiche di Apple lascerà l’azienda a fine anno dopo aver creato una serie di prodotti che sono entrati nella storia. Tra i tanti prodotti realizzati da Ive, ci sono però anche dei flop che non vanno dimenticati. Ecco cosa ne pensa lo staff di iPhoneItalia.

Michele Stival

TOP – AirPods

Descrivere in poche righe cosa si provi usando ogni giorno gli AirPods è impresa ardua se non impossibile. Nonostante su iOS siano utilizzabili senza problemi auricolari di altri produttori (come le Galaxy Buds che abbiamo provato qui), l’opera di Jony Ive è inarrivabile in termini di funzionalità se usate nell’ecosistema Apple: il pairing immediato, la possibilità di passare da un dispositivo ad un altro in tempi estremamente ridotti, l’integrazione con Siri e molto altro. Unico appunto l’ergonomia per alcune conformazioni del padiglione auricolare, dove potrebbero non essere particolarmente stabili.

FLOP – Magic Mouse 2

Ci ho provato, lo giuro, ma proprio non sono stato capace di adattare la mia memoria muscolare agli swipe sulla superficie superiore di questo comunque bellissimo oggetto di design. E probabilmente il suo grande limite è proprio l’essere frutto di un compromesso estetico che ha vinto sulla componente di usabilità: il non poterlo utilizzare durante la ricarica non fa che confermare questo sospetto.

Giuseppe Migliorino

TOP –  MacBook Air 2008

Il MacBook Air Late 2008 è stato un dispositivo WOW. Senza dubbio. Un concentrato di design che ancora oggi, a distanza di 11 anni, è attuale. Bellissimo è dire poco. Il computer era racchiuso in un case d’alluminio la cui altezza partiva da 0,4 cm e arrivava ad un massimo di 1,93 cm. Un piccolo miracolo tecnologico per un laptop con display da 13,3 pollici.

Ricordo perfettamente di aver preso un MacBook Pro qualche mese prima della presentazione di questo Air, e quando mi trovato in un Apple Store non potevo far altro che ammirare la bellezza di questo prodotto. Ed era anche il primo portatile Apple senza lettore ottico dal 1997, in un momento in cui i “DVD” e i “CD” andavano per la maggiore. Il MacBook Air è stato anche il primo portatile Apple totalmente riciclabile.

FLOP – Mouse HockeyPuck

Apple ha una lunga storia con i dispositivi di puntamento. Malgrado l’idea originale non fosse la sua, Steve Jobs introdusse il primo vero mouse con il Lisa, per poi migliorare anno dopo anno questo accessorio che divenne subito essenziale per tutti gli utenti.

Nel corso di questa lunga storia non sono mancati dei prodotti quanto meno discutibili, come il mouse Apple USB conosciuto da tutti come “hockey puck“. Questo mouse fu introdotto con l’iMac G3 nel 1998 e fu incluso su tutti i Mac desktop nei successivi due anni.

Tra l’altro, si tratta di un dispositivo storico, visto che era il primo mouse Apple che utilizzava la connessione USB e non il formato proprietario Apple Desktop Bus (ADB). Allo stesso tempo, è anche considerato uno degli errori più grandi fatti da Apple e da Jony Ive nella loro storia. In una parola, “terribile”.

Essendo circolare, non aveva una chiara direzione verso l’alto o verso il basso se non guardando la posizione del cavo. Hockey puck era anche un disastro ergonomico, tanto che moltissimi utenti si affrettarono ad acquistare mouse USB di terze parti o adattatori ADB per usare i vecchi mouse Apple: era piccolo, tendeva a ruotare durante l’uso, aveva un cavo molto corto. Una seconda versione di questo mouse aveva una indicazione per facilitare l’orientamento, ma questa soluzione non aiutò molto a renderlo un successo. Anzi.

Giovanni Longo

TOP –  Primo iMac

La storia di Jony Ive e del suo team di design è suggellata di successi, grandi prodotti di successo, design arditi ed iconici. Sarebbe molto difficile scegliere, per me, tra le linee essenziali del bellissimo iPhone 4, prodotto tecnologico di rara eleganza o i primi MacBook e MacBook Pro in alluminio unibody che fecero apparire, da un giorno all’altro, tutto il resto della proposta in fatto di laptop roba da museo vintage.
Tuttavia non ho dubbi nello scegliere il primo iMac come IL prodotto di Jony Ive, per la sua bellezza e per tutto ciò che ha rappresentato per Apple. Scelgo il primo iMac perché è quello che, più di tutti, è un prodotto del designer britannico prima di essere un successo del team, di Steve Jobs, di Apple. Le cronache narrano di uno Steve Jobs che si innamorò di un primo prototipo che era nella stanza del team di design industriale quando tornò nel 1997 per salvare la compagnia. Fu la scintilla tra Jobs e Ive, la speranza della rinascita.

Non mi soffermo sulla bellezza in sé del dispositivo, il gioco di trasparenze e plastiche colorate che facevano intravedere la componentistica. All’epoca del primo iMac ero un giovincello che sapeva poco o nulla di Apple e della sua storia ma che tante volte si era fermato ad ammirare quell’iMac del proprietario della mia libreria preferita. Quell’all-in-one così meraviglioso mentre io acquistavo il mio primo “cassone”.
Se quel prodotto avesse fallito, Apple sarebbe fallita ed il mondo tecnologico oggi sarebbe certamente, diverso. Sliding Doors.

FLOP – Cover iPhone 5c

 

In 20 anni di onorata carriera sarebbe stato quasi inevitabile non fare qualche “passaggio a vuoto”. Anche qui la mia scelta si snoda dal peggiore scivolone della Apple moderna, la tastiera a farfalla dei MacBook, un pasticcio che abbiamo avuto modo di snocciolare e approfondire in molti aspetti qui su iPhone Italia oppure l’idea, bislacca, di un Apple Watch come prodotto di lusso in oro da 10mila dollari (o 17mila!). Alla luce delle recenti “rivelazioni” abbiamo saputo che fu proprio di Ive quest’idea ma ritengo anche che sia stato un tentativo andato male costato relativamente poco all’azienda e comunque avallato dall’intero management.

Per un designer ossessionato dal dettaglio, allora, l’onta più grande non poteva che essere un prodotto che, seppur già dimenticato, è l’emblema della mancanza di ricercatezza dello stesso: la cover di iPhone 5c. Sebbene la ratio di questo oggetto sia evidente, ovvero quella di coprire il dispositivo senza “nasconderlo” del tutto, una cosa che ha lasciato sempre perplesso me e molti commentatori fu la mancanza assoluta di ogni dettaglio nello scegliere il posizionamento della trama a pois, trama che addirittura andava a coprire parzialmente il nome del prodotto che da iPhone diventava “non“. Nomen omen.

Andrea Cervone

TOP – Liberarsi dello skeumorfismo

Potrà sembrare controcorrente premiare come “prodotto” più riuscito di Ive un qualcosa di immateriale, ma dopo anni passati a realizzare hardware non deve essere stato semplice dettare legge nel restyling di iOS. A seguito della dipartita di Scott Forstall, Ive e il suo team sono riusciti a creare un design con cui tutti noi veniamo in contatto quotidianamente ancora oggi; basta sbloccare l’iPhone, l’Apple Watch, il Mac o accendere la Apple TV ed eccoli li, è ancora lui (o quasi, negli anni qualche modifichina c’è stata chiaramente). Lo stile di iOS 7 rappresentava una profonda dipartita dal precedente design (skeumorfico) di iOS 6: tutti gli elementi erano semplificati e leggeri, dominavano i colori e le ombreggiature erano completamente sparite. Una leggerezza estetica a cui fu difficile abituarsi all’inizio ma che in fin dei conti ha rappresentato un eccellente lavoro di modernizzazione del software, tanto da risultare ancora oggi particolarmente in linea con i tempi, avendo addirittura ispirato praticamente tutta la concorrenza mobile e non solo.

FLOP –  iPhone 5 (Ardesia)

Inaccettabile. Semplicemente inaccettabile. Ho specificato la colorazione incriminata perché chiaramente il progetto iPhone 5 era decisamente riuscito. Finalmente Apple aveva realizzato un telefono più grande, ma pur sempre compatto (ricordate la pubblicità del pollice, eh? E poi, qualche anno dopo… SBAM! iPhone Xs Max da 6.5 polliciozzi) e dal look ancora più accattivante rispetto a quello di iPhone 4/4S: più sottile, più leggero e in alluminio anodizzato. Due le colorazioni al lancio, la classica Silver e la meravigliosa Ardesia. Già, meravigliosa. Sul sito, in foto, all’acquisto, nella scatola dopo il primo unboxing. Ma poi l’inferno. La scelta della colorazione e del processo produttivo per ottenerla non è stata delle migliori e ricorderete sicuramente tutti i tantissimi casi di iPhone scoloriti o graffiati semplicemente con il normale utilizzo; in tasca, nella cover e semplicemente poggiandoli qua e la. Un vero disastro che, tra l’altro, non ha mai portato ad un richiamo ufficiale (se non delle primissime unità) e che è stato corretto solo con iPhone 5S cambiano completamente colorazione e processo per la realizzazione.

Luca Ansevini

Top – Apple Watch

E’ indiscutibilmente il prodotto che più apprezzo e la motivazione potrà sembrare particolare. Apple è infatti riuscita dove mai nessuno prima d’ora era arrivato, ovvero farmi indossare un orologio. Ho sempre reputato infatti questo accessorio un fastidio al polso (sopratutto dopo l’avvento dei telefonini in grado di mostrare l’orario) ma Jony Ive è riuscita a reinvetare questa tipologia di accessorio dandogli 10 marce in più. Nel trambusto del lavoto avere sempre al polso un prodotto in grado di mostrare non solo l’orario ma anche notifiche, appuntamenti e tanto altro è per me ormai un plus imprescindibile, tanto da portarmi a setirne la mancanza nei pochi momenti in cui non lo indosso. Con il Serie 4 Apple ha poi realizzato un vero e proprio capolavoro, grazie alle linee rinnovate e decisamente molto gradevoli. Le funzionalità dedicate al fiteness e alla propria salute sono poi ormai un elemento fondamentale della mia vita di tutti i giorni.

Flop – Magic Mouse 2

Ne ha già parlato qualche collega ma per me è davvero il punto in assoluto più basso della carriera di Jony Ive, il prodotto concettualmente più stupido mai progettato Ive. Non entro tanto nel merito del design, piacevole ed elegante, quanto della scelta di posizionare la porta di ricarica sotto al mouse rendendo impossibile usarlo in fase di ricarica. Non esiste teoria che non mi conduca a bollare come TOTALMENTE FOLLE quest’idea senza senso, pazzesca se si pensa all’estro e al genio di colui che l’ha progettata.

Francesco Siciliani

Top – iMac

Personalmente ritengo che l’idea di all-in-one che ha portato alla realizzazione dell’iconico iMac sia da premiare. L’iMac non è un semplice integrato ma è un vero oggetto di design capace di non passare inosservato e di valorizzare qualsiasi ambiente casalingo oppure aziendale. Sin dal primo iMac, questa filosofia è stata ben visibile – come ha già affermato il nostro Giovanni Longo – e si è evoluta negli anni passando da un graduale miglioramento delle proporzioni.

Il più riuscito? iMac unibody in alluminio, soprattutto da quando è stato assottigliato il display. Il più caratteristico? iMac G4, quello successivo all’iconico iMac colorato.

Flop – Apple Pencil (prima generazione)

La Apple Pencil di prima generazione è sicuramente uno dei prodotti più discutibili di Apple dal punto di vista del design. Ma non per la sua forma, per i materiali o le proporzioni. Il vero punto di rottura su un design globalmente piacevole è il connettore Lightning con il tappino rimovibile. In primis può capitare di perdere il tappino durante la ricarica e poi è decisamente imbarazzante la modalità di ricarica della Pencil all’interno della porta Lightning dell’iPad. Certo, non è la modalità di ricarica “istituzionale” in quanto è comunque presente in confezione un adattatore per il cavo, ma c’è da dire che tutti usano solo ed esclusivamente l’iPad per ricaricare la Pencil. La seconda generazione, oltre ad avere un design più simile ad una vera matita, integra un sistema di ricarica più comodo e meno buffo. Quasi sicuramente non è di buon gusto avere sulla scrivania – o in mobilità – un iPad con una Pencil conficcata nella porta Lightning.

Claudio Sardaro

Top – AirPods

Non sono l’unico ad aver scelto questo come prodotto top di cui parlare a firma Jony Ive: le AirPods lanciate nel dicembre 2016 sono già arrivate alla seconda generazione. Il disegno degli auricolari però non è propriamente originale, viene infatti dal terza iterazione degli auricolari Apple che hanno prima fatto la storia di iPod, poi quella di iPhone. Oltre il bel design di auricolari e case, le AirPods sono senza dubbio gli auricolari true wireless più comodi e migliori qualitativamente disponibili sul mercato per quanto riguarda la categoria dei prodotti non in-ear. È il prodotto Apple che ho apprezzato di più negli ultimi anni e, nonostante il mio recente passaggio temporaneo ad Android, continuo con piacere ad utilizzarli. C’è chi ha criticato le funzionalità a sfioramento, chi il degrado della batteria dopo qualche tempo di utilizzo, ma nel concreto rimangono gli auricolari migliori per esperienza e integrazione disponibili al momento.

Flop – Mac Pro late 2013

Che dire? Assomiglia ad un cestino, non sarà brutto, ma il design funzionale è molto discutibile. La difficoltà di upgrade interni, il design poco funzionale e il metodo di espansione della macchina, attraverso le porte Thunderbolt 2, fanno di questo dispositivo forse uno dei peggiori mai usciti in questo periodo. Che altro dire? È vero, aveva potenza da vendere, ma tra prezzo e opportunità non è stato all’altezza delle aspettative.

La tua opinione

Ora siamo curiosi di conoscere anche la tua opinione. Quali sono stati i dispositivi migliori e peggiori realizzati da Jony Ive?

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