Apple, smettila di smentire!

Ancora una volta, i dati smentiscono le attese degli analisti. Ormai dovremmo essere abituati a questo tipo di situazione, eppure prima di ogni trimestrale Apple c’è chi preannuncia crisi e fallimenti. Salvo poi essere smentiti, anche questa volta.

Al mondo non esiste azienda sotto la lente di ingrandimento come Apple, non solo quando vengono annunciati nuovi prodotti, ma anche prima di ogni singola conferenza finanziaria. Nei giorni che precedono le varie trimestrali, tutti ci trasformiamo in esperti economisti e diciamo la nostra sul presente e sul futuro di Apple. E, nella maggior parte dei casi, analisti (e utenti) prevedono crisi e fallimenti di vario tipo.

Anche i giornali generalisti ne parlano, soprattutto negli USA, rappresentando una Apple impotente e confusa di fronte a queste presunte crisi. Volendo pensare male, sembra quasi che qualcuno auspichi questa fantomatica crisi. Oppure, e forse è solo questa la verità, scrivere che “Apple è in crisi“, che “Nessuno vuole più acquistare gli iPhone” e che “Il futuro di Tim Cook è incerto” fa molta più notizia che dire “Apple è in salute, non c’è crisi. Trimestrale da record“.

E’ vero, anche su queste pagine ne abbiamo parlato, ma soltanto per riportare le dichiarazioni di analisti che, di fatto, dovrebbero essere degli esperti in materia. Mai abbiamo pubblicato delle nostre previsioni, non è questo il nostro lavoro. Con questo editoriale vogliamo però parlare di dati di fatto e di come, per l’ennesima volta, il quadro dipinto dagli “esperti” fosse del tutto fasullo. Per tanti “esperti”, Apple è… incapace di innovare, del tutto dipendente dagli iPhone, “in Cina non c’è più rimedio” e la crisi non è destinata a terminare.

Tutto questo, malgrado Apple continui a essere il produttore di computer a far registrare la maggior crescita in un mercato in stallo da anni, continui a macinare record su record in termini di fatturato e sia ancora il produttore di smartphone di gran lunga più redditizio a livello globale. Tutto questo, malgrado Apple domini il mercato degli smartwatch e degli indossabili in generale (leggasi AirPods). Tutto questo, malgrado la costante crescita degli iPad e l’importanza sempre più evidente del settore Servizi, lì dove l’azienda si appresta a lanciare tantissime novità da qui a fine anno. E allora, per molti di questi analisti che preannunciano crisi catastrofiche, forse l’unica soluzione è che Apple smetta di… smentirli.

Non è un caso se ora le vendite degli iPhone rappresentino meno della metà dei ricavi Apple nel singolo trimestre, proprio grazie alle ottime performance di indossabili e servizi. E anche in Cina, almeno stando alle parole di Tim Cook, si registra un ritorno alla crescita che non si vedeva da mesi, grazie a varie politiche sui prezzi offerte e altre iniziative.

Parlando di iPhone, anche grazie ai programmi di finanziamento e ai trade-in, ora Apple ha raggiunto il suo massimo storico come base di smartphone installati a livello globale. Inoltre, in diversi paesi si registra un segno positivo in termini di quote di mercato rispetto a un anno fa.

Tra l’altro, la crescita di Samsung e Huawei in termini di unità vendute coincide soprattutto con smartphone di fascia bassa, che mai andranno a intaccare le quote di mercato degli iPhone che, come sappiamo, hanno un target ben diverso. Tenendo conto solo degli smartphone di fascia alta, Apple è saldamente al primo posto. Ecco perché quella di Tim Cook è l’azienda più redditizia nel mercato smartphone, malgrado molte meno unità vendute rispetto ad altri produttori.

iPhone di fascia alta significa anche che l’utente rimane per molto più tempo con il suo dispositivo senza rivenderlo, soprattutto negli ultimi anni. Ancora oggi, un iPhone X è tra i telefoni più potenti in assoluto e potrà essere usato senza problemi per almeno altri 2 anni. Tradotto: maggiore fidelizzazione. E maggiore fidelizzazione significa poter avere più utenti a cui vendere servizi come abbonamenti iCloud, Apple Music, Apple TV+ o Apple News+. Nessuna azienda al mondo ha un’offerta così variegata che va dall’hardware al software, passando per tantissimi servizi tutti perfettamente integrati e funzionanti.

Questo è un aspetto ben più importante delle singole unità di iPhone vendute, un dato che più passano gli anni e meno diventa importante per capire lo stato di salute di Apple. Certo, vendere più iPhone non fa certo male, ma ormai il loro peso specifico è nettamente inferiore per tante motivazioni.

Vendere meno iPhone non incide più così tanto nelle casse di Apple e, soprattutto, non significa perdere utenti. Sono due cose totalmente diverse. Certo, una parte degli utenti abbandona iOS per passare ad Android, ma si tratta di una percentuale minima. Le minori vendite sono dovute soprattutto al fatto che gli utenti conservano il loro iPhone per molto più tempo rispetto a prima e questo va ad incidere positivamente su tutti gli altri business dell’azienda.

Il dato di cui abbiamo parlato prima, e cioè che nel Q3 2019 gli iPhone hanno rappresentato meno della metà dei ricavi Apple, è esattamente l’opposto di quanto hanno detto decine di analisti negli ultimi due anni e cioè che il futuro di Apple dipende quasi esclusivamente dai ricavi degli iPhone. Amici, non è cosi. Fatevene una ragione.

Senza considerare che, malgrado i nuovi Surface, gli iPad rimangono i tablet più venduti in assoluto e che, malgrado i problemi della tastiera, i MacBook Pro continuano a far registrare ottimi numeri.

Su Apple Watch e AirPods inutile aggiungere altre parole. Sono tra gli indossabili più venduti in assoluto e il mercato degli smartwatch è dominato da Apple con una distanza netta rispetto alla concorrenza (tra l’altro, alcuni analisti parlavano il flop del primo Apple Watch perché l’orologio non era rotondo…). Altro dato eccezionale: nel terzo trimestre fiscale, il 75% degli utenti che ha acquistato un Apple Watch non aveva mai acquistato questo dispositivo in passato. Insomma, Apple ha conquistato tantissimi nuovi clienti smartwatch.

I Servizi, poi, rappresentano un fatturato di 11,5 miliardi di dollari in un solo trimestre, cifra mai raggiunta nella storia di Apple. E le cose sono destinate solamente a migliorare con l’arrivo dei vari Apple TV+ e Apple Arcade.

A chi dice che Apple non dà più peso ai talenti, ricordiamo che pochi giorni fa ha assunto 2.200 tra i più grandi esperti al mondo di modem mobile. E che nel team design lavorano alcune delle menti più brillanti del pianeta. E che anche il team serie TV ha dalla sua tra i migliori esperti del settore. Ive ha lasciato? Di questo ne abbiamo già parlato in un altro editoriale e sapete qual è la mia opinione.

Di certo, e questa non è una opinione, Apple non è in crisi. E non lo sarà nemmeno alla prossima trimestrale. Fidatevi.

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