Amazon e Google seguiranno le linee guida di Apple sulle politiche riguardanti gli assistenti vocali

A seguito della decisione di Apple di sospendere il programma di ascolto delle clip di Siri, questa settimana anche Amazon e Google hanno seguito l’esempio e aggiornato le rispettive politiche riguardanti gli ascolti delle clip provenienti dagli assistenti vocali.

Apple ha sospeso giovedì il suo programma di ascolto delle clip di Siri, che veniva utilizzato per rendere più accurato l’assistente virtuale, dopo che un report aveva sollevato preoccupazioni sulla privacy riguardo al processo di controllo della qualità. Ora, i concorrenti di Apple, vale a dire Google e Amazon, stanno facendo mosse simili proprio per rispondere alle stesse critiche.

Google in una dichiarazione rilasciata ad Ars Technica venerdì ha detto di aver interrotto un’iniziativa globale per la revisione dell’audio di Google Assistant. La decisione arriva qualche settimana dopo lo scandalo derivato dal leak di oltre 1000 registrazioni che sono finite nella mani  di VRT NWS, un’organizzazione giornalistica in Belgio, che affermava di essere in grado di identificare le persone dalle clip audio, aggiungendo che un certo numero di frammenti erano di “conversazioni che non avrebbero mai dovuto essere registrate e durante le quali chiaramente non era stato dato il comando “OK Google “.

Poco dopo aver appreso della perdita di dati audio riservati in Olanda, abbiamo messo in pausa le revisioni linguistiche di Google Assistent per indagare. Questo ha messo in pausa le revisioni a livello globale.

Anche Amazon sta prendendo provvedimenti per cercare di mitigare le critiche che le sono piovute addosso riguardanti le sue pratiche sulla privacy e venerdì ha lanciato una nuova opzione su app Alexa che consente agli utenti di annullare le revisioni umane delle registrazioni audio. Tale opzione è disponibile nelle impostazioni privacy dell’app Alexa per iOS.

Prendiamo sul serio la privacy dei clienti e rivediamo continuamente le nostre pratiche e procedure. Aggiorneremo anche le informazioni che forniamo ai clienti per rendere più chiare le nostre pratiche.

Nonostante per qualcuno potrebbe essere una sorpresa, l’analisi umana dell’accuratezza degli assistenti vocali è una pratica comune nel settore; spetta alle aziende tecnologiche rendere tali dati anonimi e proteggerli per preservare la privacy dei clienti.

Il metodo di Apple è probabilmente quello che più di tutti va a tutelare la privacy dell’utente, infatti l’azienda dapprima ottiene le registrazioni vocali, poi rimuove le informazioni identificabili, assegna un identificatore casuale del dispositivo e salva i dati per sei mesi, durante i quali il sistema può accedere alle informazioni ai soli fini di apprendimento. Dopo il periodo di sei mesi, l’identificatore viene cancellato e la clip viene salvata “per essere utilizzata da Apple per migliorare e sviluppare Siri per un massimo di due anni“.

Al momento, Apple non offre agli utenti Siri un’opzione per annullare il programma. La società inserirà questa possibilità in un futuro aggiornamento software.

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