Corephotonics, società israeliana che realizza tecnologia per fotocamere, ha avviato una massiccia causa legale sostenendo che Apple abbia usato consapevolmente la sua tecnologia brevettata sulla doppia fotocamera di iPhone.
Presentata presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto settentrionale della California, la causa di Corephotonics rivendica la violazione di dieci brevetti che riguardano i metodi di implementazione di sistemi a doppia fotocamera nei dispositivi portatili, nonché la tecnologia relativa all’hardware di imaging avanzato. iPhone 7 Plus, iPhone 8 Plus, iPhone X, iPhone XS e iPhone XS Max di Apple, insieme alle relative funzioni di imaging, sono i prodotti accusati.
Sono inclusi nelle rivendicazioni i brevetti USA Corephotonics n. 9.661.233, 10.230.898, 10.288.840, 10.317.647, 10.324.277, 10.330.897, 10.225.479, 10.015.408, 10.356.332 e 10.326.942. La tecnologia in questione, quindi, è relativa alle configurazioni a doppia fotocamera con commutazione dinamica tra gli obiettivi e all’utilizzo della doppia fotocamera per lo zoom.
Facendo eco a due precedenti cause legali, intentate presso un tribunale della California, Corephotonics afferma di essere stata fondata nel 2012, da veterani del settore, con l’obiettivo di sviluppare tecnologie per le fotocamere degli smartphone di prossima generazione. I dipendenti dell’azienda erano guidati dal Dr. David Mendlovic, professore all’Università di Tel Aviv ed ex capo scienziato del Ministero della Scienza israeliano.
Secondo il fascicolo, nel 2012 un membro fondatore dell’azienda aveva contattato l’ex collega Graham Townsend, allora Senior Director of Camera Hardware di Apple, nella speranza di stabilire una partnership. A maggio dello stesso anno, Apple aveva mostrato interesse per la soluzione a doppia fotocamera di Corephotonics, con Townsend e altri ingegneri che visitarono la sede centrale di Tel Aviv per discutere i dettagli tecnici. Inoltre venne presentato un layout di design per un teleobiettivo a cinque elementi, tecnologia che Apple non ha ancora implementato in un iPhone. Townsend lasciò l’incontro con un’unità USB contenente materiale di presentazione, nonché domande di brevetto in corso e piani di brevetto.
In seguito, Apple inviò a Tel Aviv un team più ampio di ingegneri per discutere in dettaglio dell’array a doppia fotocamera. Corephotonics inviò, fino alla fine del 2014, personale alle strutture Apple in California in diverse occasioni nelle quali presentarono simulazioni e dimostrazioni tecniche ai team hardware e software di Apple. Ad Apple fu anche concesso l’accesso alle schede di test Corephotonics, ai prototipi e ad un file di simulazione per la progettazione.
A seguito di quelle che sembravano reazioni positive da parte del personale Apple di alto livello, le due società si incontrarono per discutere di un potenziale accordo commerciale nel luglio 2014. I negoziati furono interrotti nell’agosto 2014, sebbene le discussioni tecniche continuarono per alcune settimane. Apple poi scomparve fino al 2016, quando Mendlovic contattò un “dirigente hardware di alto livello” offrendosi di discutere della collaborazione su progetti futuri.
Le riunioni ripresero nell’agosto 2016, con Apple che dichiarava di aver interesse a formalizzare un accordo commerciale. Un mese dopo il colosso della tecnologia introdusse iPhone 7 Plus, il primo smartphone dotato di un array a doppia fotocamera. Corephotonics esaminò subito lo smartphone e arrivò alla conclusione secondo la quale la tecnologia della fotocamera violasse i suoi brevetti.
A ottobre 2016, i negoziati si raffreddarono nuovamente e le due riunioni successive relative a potenziali accordi di licenza non diedero frutti. Corephotonics incontrò nel 2017 i membri del team fotocamera di Apple, ma era chiaro che il produttore di iPhone non era più interessato a concludere alcun tipo di accordo.
Corephotonics avviò la sua prima causa contro Apple nel novembre 2017, sostenendo che iPhone 7 Plus e iPhone 8 Plus si basavano sulle tecnologie da loro brevettate. Una seconda causa nell’aprile 2018 riguardava iPhone X. Nella causa presentata oggi, Corephotonics afferma che Apple era “ben consapevole” dei brevetti dell’azienda israeliana e della tecnologia associata mentre cercava di presentare i propri brevetti riguardanti soluzioni fotografiche simili. Corephotonics chiede i danni, un’ingiunzione permanente contro ulteriori vendite e il pagamento delle spese giudiziarie.