Ex appaltatore Apple: “Ascoltavamo fino a 1.000 clip Siri al giorno”

Un ex dipendente a contratto di Apple ha affermato di aver ascoltato oltre 1.000 clip di Siri al giorno senza alcun consenso. Arrivano nuove ombre su come l’azienda ha gestito il team esterno di controllo delle clip Siri registrate dagli utenti.

Alcune settimane fa, il The Guardian ha denunciato il fatto che i dipendenti a contratto di Apple destinati al controllo della qualità di Siri ascoltavano regolarmente conversazioni sensibili degli utenti, come informazioni mediche, incontri sessuali e anche attività criminali, proprio come accaduto anche con gli assistenti virtuali di Amazon e Google. In risposta a queste accuse, Apple ha però spiegato che la protezione della privacy non è stata mai messa a rischio. Le registrazioni non erano legate agli Apple ID e venivano controllate in strutture sicure da persone tenute a rispettare requisiti di sicurezza molto rigorosi. Nessuno poteva sapere da quale dispositivo era partita una richiesta ed era impossibile collegare le varie clip a una precisa identità:

Una piccola parte delle richieste a Siri vengono analizzate per migliorare Siri e la dettatura. Le richieste dell’utente non sono associate al suo Apple ID. Le risposte di Siri vengono analizzate in strutture sicure e tutti i revisori hanno l’obbligo di rispettare i severi requisiti di riservatezza imposti da Apple. Vengono analizzate meno dell’1% delle attivazioni giornaliere di Siri e solo pochi secondi per clip.

Tali registrazioni servivano a migliorare la funzione Hey Siri ed evitare attivazioni accidentali dell’assistente virtuale. Per farlo, Siri inviava tali registrazioni accidentali al team preposto al controllo, ovviamente con tutti gli accorgimenti che, teoricamente, erano stati attivati da Apple. Essendo però delle clip “accidentali” della durata di 30 secondi, spesso tali registrazioni contenevano momenti molto intimi degli utenti e non solo dei semplici comandi da impartire a Siri. Malgrado le rassicurazioni, Apple ha comunque deciso di sospendere temporaneamente il programma, in attesa che l’intero processo venga rivisto ed eventualmente modificato per tutelare al meglio la sicurezza e la privacy degli utenti

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Dopo queste decisione, Apple ha rescisso il contratto con 300 dipendenti gestiti dell’appaltatrice irlandese Globetech. “I miei colleghi sono per lo più giovani di Cork (Irlanda, ndr)” ha dichiarato uno di questi dipendenti ora licenziati, “…e ora non hanno più un lavoro. Tra di loro c’erano anche persone venute dal Canada, dall’Australia e da tutta Europa”.

L’ex dipendente ha poi affermato che, insieme ai suoi colleghi, doveva ascoltare 1.000 registrazioni di Siri durante ogni turno. Ha aggiunto che ogni registrazione durava solo pochi secondi e conteneva principalmente comandi detti a Siri. Tuttavia, l’ex dipendente di Globetech ha ammesso che “occasionalmente ascoltavamo dati personali o frammenti di conversazioni. Ho capito i motivi per cui la società lo stava facendo, e cioè per migliorare il servizio, ma ho sempre pensato che fosse una violazione della privacy perché Apple non informava correttamente i suoi clienti. Penso che la mancanza del loro consenso fosse un grave problema“.

Sia Apple che Globetech hanno dichiarato che l’identità di ogni utente Siri ascoltato nelle registrazioni rimaneva anonima. Il CEO di Globetech, Kevin Kelly: “Questa è una situazione difficile per tutti i soggetti coinvolti. La natura della nostra attività implica che la maggior parte dei nostri contratti con i dipendenti siano collegati agli ordini dei nostri clienti e ai cicli di vita dei progetti“.

Le parole di questo ex dipendente aggiungono qualche dettaglio alla vicenda, ma la sostanza non cambia. Ad esempio, nelle privacy policy di Apple sull’utilizzo di Siri viene specificato che alcuni dati possono essere inviati ad Apple per migliorare Siri e la dettatura.

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