Mercoledì mattina. Meno presto del solito. Mi accingo ad imbarcarmi su un volo che mi porterà alla volta di Monaco di Baviera per scoprire uno dei dispositivi della “concorrenza”. Da poche ore è disponibile Apple Arcade (in quel momento ancora solo per gli utenti beta-muniti) e decido così di auto affidarmi una missione per queste circa 8 ore di viaggi aerei in due giorni: provare tutti, ma davvero tutti i titoli di Apple Arcade per valutarne concretamente l’impatto sulla community dei videogiocatori mobile.
Premessa: la mia passione per i videogiochi è antichissima ed è iniziata in quel lontano giorno in cui avvistai quella che sarebbe diventata la mia prima console (una SONY PlayStation, l’originale) e corsi ad abbracciarne la confezione, invitando il negoziante a cedermela con celerità, per poi scoprire che si trattava banalmente di una scatola vuota che aveva mere funzioni espositive. Piccoli intoppi a parte, alla fine portai a casa la mia PlayStation e da quel giorno fino ad oggi la passione per i videogiochi è rimasta sulle medesime vette: non c’è gioco che non mi divori, anche a costo di sacrificare ore di sonno, e non c’è genere che escluda a prescindere. Qualcuno mi definisce un vero gamer della vecchia scuola, io dico che semplicemente amo i videogiochi e forse non è un azzardo sottolineare che la mia passione per i videogiochi va forse anche oltre quella per la tecnologia. Quando parlo di “videogiochi” mi riferisco quasi esclusivamente ai titoli per PC e per console; il gaming mobile è da sempre stata un’altra cosa per me, una sorta di esperienza più compatta e agevole, pensata per i momenti in cui paradossalmente non ci si può concedere “di meglio” dinanzi ad uno schermo più grande. Ecco.
Un po’ di background
Il mio primo assaggio di mobilità nel mondo videoludico risale al GameBoy Color, con cui entrai in possesso dei primi episodi della serie di Pokémon e che fu subito in grado di farmi perdere intere giornate a caccia di altri giocatori da affrontare o con cui scambiare le simpatiche creature. In parallelo, in quelle situazioni in cui era troppo rischioso portar con se il GameBoy, iniziava anche a farsi strada come “console” il buon Nokia 3310 con il suo Snake, quello originale. E poi ci fu la svolta con Symbian: il Gaming mobile si apriva alle apps e iniziarono ad arrivare i primi gaming-phone (wow, dirlo oggi non fa neanche più strano, ma un tempo era una parola davvero buffa da pronunciare!) del calibro del Nokia N-Gage. Ma quanto era avanti Nokia? Ecco, io presi un Nokia con Symbian, ma non era l’N-Gage. Bensì un modello certamente più modesto. Ma aveva le apps e le apps per me erano i giochi. E allora via con intere sessioni scolastiche (nascondendo lo “smartphone” nel borsellino) che mi portarono a diventare probabilmente il più abile dell’intero liceo in Trial Frontiers. Si narra che arrivasse gente dalle altre classi in cerca di aiuto per superare i livelli più difficili. E poi, fu subito 2008 e prima di accorgermene ero già su iPhoneItalia a parlarvi di iPhone, ma avevo ancora il vecchio Nokia con Trial Frontiers per dare spettacolo e impressionare il prossimo.
Con l’avvento del touchscreen e in particolare di quello capacitivo, portato al grande pubblico proprio da iPhone, l’esperienza di gioco subì un necessario rinnovamento: i controlli touch aprivano le porte a tantissime nuove prospettive di interazione; infatti tra i primi – e ancor oggi famosi – titoli a sfruttare questa caratteristica c’era, non a caso, Fruit Ninja, un gioco in cui dovevi “affettare” la frutta scorrendo all’impazzata sul display. Un concept azzeccatissimo, tanto da restare attuale anche dopo più di 10 anni. Da li una sequela di titoli si sono susseguiti e, di pari passo con l’upgrade tecnico dei dispositivi, abbiamo potuto sperimentare esperienze sempre più mature e complete. Dopo qualche anno si iniziò a parlare di “grafica da console” su iPhone e Android, ma era principalmente marketing, nonostante incominciassero ad arrivare anche i primi porting di vecchi titoli per console.
Ultima tappa storica prima di tornare al presente, forse la più importante. L’avvento degli in-app purchase. Tra le varie strategie vincenti che bisogna riconoscere ad Apple vi è sicuramente la sua attenzione al mondo developer; un’attenzione sicuramente suggerita anche dall’interesse che ha la stessa Apple nel mantenere l’App Store florido e gli sviluppatori felici e appagati dal loro lavoro. Una delle modalità con cui Apple ha reso felici gli sviluppatori fino ad oggi (e probabilmente anche domani) è certamente l’introduzione dell’in-app purchase: fondamentalmente degli acquisti che vanno ad incrementare l’esperienza utente – come pack che accrescono la storia di gioco, le mappe, le modalità ecc – o a mero fine cosmetico. Questo formato di vendita delle esperienze gaming ha portato a due risultati: la gratuità della maggior parte dei titoli e il contestuale infarcimento degli stessi di acquisti in-app, contornati anche dalle immancabili pubblicità, dai timer di gioco (e relative soluzioni per superarli, chiaramente non gratuite) e dal generale impoverimento dell’esperienza di gioco pura. Ci siamo, torniamo al presente.
La fase della selezione
Apple Arcade rappresenta sicuramente un tentativo commerciale per far crescere ulteriormente la già promettente divisione servizi di Apple; ma l’analisi può certamente essere approfondita. Con Apple Arcade l’azienda di Cupertino mira ad evolvere il concetto di gioco mobile portandolo ad un livello davvero pari a quello di una console. Ne è una prova già il modello di business: ci si abbona al servizio (5€ al mese) e poi si ha a disposizione un catalogo in costante aggiornamento di titoli che a quel punto diventano in primis gratuiti, ma poi anche esenti da acquisti in-app e da pubblicità. Esperienze di gioco all’antica ma che al tempo stesso consentono al giocatore di perdersi liberamente tra le avventure e le insidie dei mondi digitali che visiterà. Ma anche fermandosi qui l’analisi sarebbe parziale. Su Apple Arcade vige infatti un regime di selezione dei titoli molto stringente e questo porta ad avere un catalogo popolato esclusivamente da prodotti di qualità.
Mi trovo quindi in aereo, letteralmente con la testa tra le nuvole. Avevo scaricato tutti (e dico tutti) i titoli presenti su Apple Arcade. Inizio a provarli uno ad uno. Mentirei se non vi dicessi che ne ho trovati alcuni che ho immediatamente cestinato, ma per puro gusto personale; si vedeva subito, in ogni titolo, la presenza di una storyline interessante o di meccaniche di gameplay ragionate e non forzate in vista di un qualche interesse da parte dello sviluppatore. Ho iniziato comunque a selezionare i giochi e a farne una selezione: alcune proposte hanno subito abbandonato il mio iPhone, mentre altre sono state inserite nella cartella “definitiva” di Apple Arcade che attualmente conta circa 30 giochi. E in questa fase mi sembra di ricordare quando, piccolissimo, visitavo l’unica sala giochi in cui sono mai entrato e cercavo il cabinet con il gioco più bello di tutti. Guardavo la demo del primo, guadavo la demo del secondo, poi passavo al terzo e così via, ma già da bambino per stupirmi ce ne voleva. E così, anche in aereo, continuavo ad aprire e chiudere giochi, a leggere dialoghi, a provare le dinamiche del gameplay, ecc.
E ora mi fermo qui. Il tuo tempo è scaduto. Ricarica se vuoi continuare a leggere la mia riflessione. Sono 2,99€.
Apple Arcade: il meglio deve ancora arrivare
Nulla di tutto ciò, tranquilli. Ne qui ne su Apple Arcade ed è proprio questo il bello. L’esperienza dei titoli su Apple Arcade è semplice e diretta: generalmente un po’ in tutti i titoli c’è un video di apertura, un’introduzione, proprio come nei videogiochi (quelli “veri”) che ti fa capire subito se quell’esperienza può interessarti oppure no. Dato che percepisco la vostra curiosità, vi cito qualche titolo che mi ha assolutamente stregato: il fiabesco The Enchanted World che coniuga delle meccaniche accessibili a chiunque ad una grafica colorata e a bellissime animazioni; il picchia duro Punch Planet, uno dei pochi (dai tempi di Tekken!) che è diventato davvero una dipendenza; Frogger TT, il classico rimasterizzato e svecchiato al punto giusto da diventare appetibile anche per i più giovani; Neo Cab, una digital novel in cui scegliete voi come fare evolvere la storia (a patto di capire l’inglese); e poi Tint, Sayonara, Oceanhorn 2 (che sa un po’ di Zelda, ma va anche bene così) Hot Lava (con la sua visuale in prima persona) Mutazione, Spek e i demenziali – ma divertentissimi WHAT THE GOLF e Cricket Through The Ages. Ecco, loro sono i miei preferiti, ma ce ne sono anche altri che mi sono piaciuti. E poi c’è anche il ghetto, quelli da riprovare, quelli che richiedono l’accesso Internet – cosa che odio, ve ne ho parlato nel mio podcast, Offtopico, che volendo trovate su iTunes – che per fortuna sono davvero pochi (quattro).
Tutto questo per 5€ al mese, sharabili in famiglia e che domani vi daranno accesso anche a nuovi titoli. Perché si, Apple Arcade funziona un po’ come Net… come Apple TV+! Il catalogo è in costante aggiornamento ma la spesa per accedere al servizio no. O almeno si spera che resti sempre la stessa e sinceramente sono fiducioso. Tra l’altro per i più curiosi c’è anche un mese di prova che potete richiedere completamente in modo gratuito. State attenti a non disattivarlo dopo poco però, perché se cambierete idea avrete perso l’opportunità del mese gratuito: disattivando il servizio, come ho fatto io da bravo sprovveduto, perderete la possibilità di richiedere nuovamente il mese gratuito; questo anche se disattivate dopo un solo minuto. Io l’avevo fatto per evitare il rinnovo automatico, nel dubbio di non trovarmi bene con Apple Arcade, ma se le premesse sono queste penso proprio che rinnoverò anche il prossimo mese. E poi con iOS 13 possiamo anche collegare i controller di Xbox e PlayStation ad iPhone, iPad e Apple TV. Cosa si può chiedere di più?
Apple Arcade eleva di tanto il potenziale dei titoli su iOS e in generale mira a proporre la piattaforma come un vero concorrente alle soluzioni più classiche, equipaggiando potenzialmente tutti i dispositivi iOS, iPadOS, macOS e tvOS con titoli esclusivi, ricercati e onesti che vi regaleranno dei momenti di divertimento come non avete mai sperimentato prima su un dispositivo mobile o su un box tv. Una rivoluzione necessaria, una ventata di novità, una rottura con il passato che ha un prezzo ma anche un obiettivo ben preciso: dimostrare che anche il mobile può offrire esperienze di livello e uniche.