Xiaomi ha presentato la sua risposta ai foldable phones di Samsung e Huawei, il Mi Mix Aplha, dotato di un “display surround” che si presta a diverse interpretazioni e confronti anche con il recentemente presentato iPhone 11 Pro.
Sia ben chiaro, ritengo Xiaomi probabilmente la miglior azienda operante nel mondo Android in termini di approccio al mercato, innovazione e supporto alla community. Il primo Mi Mix, che ha aperto la via ai display borderless, era un capolavoro di design nonostante le dimensioni davvero mostruose. I forum su XDA dedicati a questa marca e al modding MIUI sono particolarmente fervidi, nonostante negli ultimi modelli Xiaomi consenta il flash di nuove rom solo dopo 72 ore dalla richiesta di sblocco. È riuscita infine a creasi un ecosistema gigantesco, sopratutto in patria, con prodotti eterogenei che vanno dal router all’aspirapolvere passando per il monopattino elettrico. In altri termini, ha sempre cercato di essere un passo avanti in termini di innovazione nel mondo android. Infatti sono in molti ad aver definito Xiaomi la Apple orientale. Ma non questa volta: l’Alpha, presentato a sorpresa, non mi ha convinto sotto diversi punti di vista, lasciandomi l’impressione che sia stato un “cambio di programma” apportato dopo aver visto i prodotti pieghevoli che i concorrenti stavano per lanciare sul mercato.
Ma andiamo per ordine: al MWC di gennaio, Xiaomi presenta la sua proposta di smartphone pieghevole in più punti, cercando di differenziarsi da Samsung e Huawei in modo molto marcato.
Dopo quella presentazione del foldable di Xiaomi non si è saputo più nulla sino alla presentazione di questo Mi Mix Alpha.
Il cofondatore dell’azienda ha dichiarato che sono stati portati avanti due progetti paralleli: il foldable e l’Alpha, in modo da essere sviluppati contemporaneamente, ottimizzando le risorse. Il management ha poi deciso di introdurre quello più pronto e adatto alla produzione.
Eppure sembra che si tratti di una giustificazione di comodo e che la scelta sia stata dettata più da motivi di marketing per potersi differenziare dai competitor che non da reali volontà d’innovare.
Questo per una serie di motivi:
Il Mi Mix Alpha è fragile. Ha davvero troppo display, non ci sono cornici. L’impressione è che questo telefono si romperà al minimo impatto con una superfice dura. Poiché l’intero display è essenzialmente un unico schermo, una crepa su un lato può significare una bella crepa sia frontale che posteriore.
Appare un telefono poco pratico. La maggior parte del lato dello schermo non sarà utilizzabile perchè ci sarà la mano a reggerlo. A differenza del Galaxy Fold o del Huawei Mate X, che una volta aperti garantiscono all’utente una maggiore area operativa, questo Alpha non aggiunge nulla all’esperienza d’uso. Le app saranno uguali!
Sembra un mattone gigante. A causa dello schermo che avvolge i lati, Xiaomi non aveva altra scelta che renderlo particolarmente spesso. Già immagino a doverlo tenere nella tasca anteriore…
Gli schermi laterali sono praticamente inutili. Ricordano da vicino le funzioni “Edge display” di Samsung, implementate per dare una plausibilità funzionale alla curvatura laterale, presente solo per far apparire il bordo inesistente grazie dell’effetto ottico del vetro ricurvo.
Difficile giustificare anche la parte posteriore dello schermo. Senza considerare la presenza della cornice necessaria per implementare le fotocamere. Probabilmente l‘unica funzione utile sarebbe relativa ai selfie.
Sono caratteristiche palesemente implementate per cercare di ricreare il medesimo effetto WOW che fecero i primi foldable, effetto ormai completamente dissolto.
Interessante invece confrontare la strada intrapresa da Apple per convincere gli utenti ad acquistare un dispositivo sul cui design si può dire tutto tranne che sia innovativo.
Ha ascoltato ciò che gli veniva chiesto: più batteria, il miglior schermo disponibile sul mercato, fotocamera top. Con in più una resistenza alle cadute senza precedenti e un’integrazione nel proprio ecosistema ulteriormente migliorata grazie all’uscita di iOS 13.
I risultati di vendita, per quanto preliminari, sono lusinghieri e quasi tutti i recensori ne elogiano le caratteristiche di coerenza e piacevolezza d’uso su tutti gli aspetti.
Rispetto alla precedente gestione di Jobs, questa è un’ulteriore dimostrazione di come sia necessario, in un mercato ipersaturo come quello degli smartphone, giocare un delicato equilibrio fra marketing, richieste degli utenti e reale volontà d’innovazione.
L’innovazione a tutti i costi, sopratutto se imposta dal reparto marketing, può dimostrarsi fallimentare come potrebbe essere questo Alpha.