Tracciamento contatti COVID-19: Apple risponde ai dubbi sulla privacy

Dopo i dubbi di Trump, Apple e Google hanno fornito nuove informazioni su come la loro tecnologia di tracciamento dei contatti COVID-19 rispetterà la privacy degli utenti.

Il sistema di tracciamento dei contatti COVID-19 su cui stanno lavorando congiuntamente Apple e Google sta provocando diversi dubbi sul rispetto della privacy, come confermano le richieste di maggiori dettagli presentati da alcuni senatori USA e dallo stesso presidente Trump. Apple ha voluto quindi chiarire ulteriori aspetti su questa tecnologia.

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Le soluzioni di tracciamento dei contatti sono progettate per controllare la propagazione dei virus creando una cronologia completa di chi è stato in contatto con una persona infetta o potenzialmente infetta per un determinato periodo di tempo. Apple e Google cercano di digitalizzare, e quindi automatizzare, ciò che tradizionalmente è un processo manuale.

Come funziona

Il sistema funzionerà su dispositivi Android 6.0 e iOS 13 (o successivi) e verrà rilasciato in due fasi. Nella prima fase, in maggio, le due aziende rilasceranno API per consentire l’interoperabilità fra i dispositivi Android e iOS delle app sviluppate dalle autorità sanitarie. Queste app ufficiali potranno essere scaricate dagli utenti attraverso i rispettivi app store. Nella seconda fase, nei prossimi mesi, Apple e Google lavoreranno per rendere disponibile una più ampia piattaforma di contact tracing basata su Bluetooth, integrando questa funzionalità nei sistemi operativi. Si tratta di una soluzione più solida rispetto ad un’API e consentirebbe a un maggior numero di persone di partecipare, sempre su base volontaria. Permetterebbe inoltre l’interazione con un più ampio ecosistema di app e autorità sanitarie governative.

In ogni fase, Apple e Google hanno affermato che il sistema è stato costruito secondo i principi di “privacy, trasparenza e controllo degli utenti“.

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Una volta implementata, la tecnologia utilizzerà il Bluetooth di un dispositivo per tenere d’occhio chi si avvicina al proprietario. In particolare, gli identificatori Bluetooth vengono scambiati e salvati localmente.

Se in seguito un utente risulta positivo al COVID-19 e accetta di condividere tali informazioni, il suo dispositivo invierà delle chiavi di contatto a un server centrale per i successivi 14 giorni. I telefoni scaricano periodicamente beacon di trasmissione positivi o beacon di utenti che hanno riportato risultati positivi ai test per COVID-19 e cercano corrispondenze in un elenco di identificatori anonimizzati memorizzati localmente. Se viene trovata una corrispondenza, viene visualizzato un avviso con collegamenti alle informazioni fornite da organizzazioni sanitarie.

In pratica, gli utenti iPhone e Android potranno optare per una funzione che utilizza il Bluetooth (praticamente sempre attivo visto che viene utilizzato per AirDrop, AirPods e altro) per creare una sorta di diario temporaneo e privato. Questo diario registra le interazioni di stretta vicinanza con altri utenti che scelgono di utilizzare la stessa funzione. Se una di queste persone risulta positiva a COVID-19, ogni utente che utilizza il sistema e che è stato in contatto con la persona infetta verrà informato. Il sistema non utilizza il GPS, visto che fa affidamento al solo Bluetooth senza mai collegarlo a utenti specifici. L’unico dato rilevante è se un utente è stato in contatto con qualcuno che in seguito è risultato positivo per COVID-19.

Apple e Google hanno affermato che la prima fase dell’implementazione del tracciamento avverrà a metà maggio, con appositi aggiornamenti di iOS e Android.

La privacy

Apple e Google hanno creato il sistema da zero per rispettare solide politiche sulla privacy. Nessuna informazione o dato sulla posizione personale identificabile viene raccolto dal sistema, inoltre l’identificatore Bluetooth di ciascun dispositivo cambierà periodicamente per impedire tracciamenti indesiderato.

Le due aziende hanno anche confermato che il sistema richiederà il consenso esplicito dell’utente in più fasi e che solo le autorità sanitarie pubbliche potranno utilizzarlo per gestire e tenere traccia della pandemia in corso.

Inoltre, l’elenco delle persone con cui un utente entra in contatto viene archiviato solo localmente sul dispositivo e non viene condiviso a meno che l’utente non scelga di condividerlo, ad esempio dopo una diagnosi positiva. Le effettive identità delle persone che risultano positive per COVID-19 non vengono rivelate ad Apple, Google o altri utenti e le due aziende possono disabilitare il sistema su base regionale quando non è più necessario.

Per combattere il potenziale di falsi positivi, le notifiche saranno inviate solo se un’autorità di sanità pubblica conferma una diagnosi.

Il successo dell’iniziativa richiede quindi alti livelli di partecipazione, sebbene non siano note le percentuali minime esatte data la natura senza precedenti di questo tipo di tracciamento. Di sicuro, una percentuale di utenti non opterà per il tracciamento dei contatti per vari motivi, ma esiste comunque un incentivo a partecipare: se attivi il tracciamento dei contatti verrai avvisato quando qualcuno con cui sei stato in contatto è risultato positivo al COVID-19. Dopo questa notifica, dovrà essere comunque l’utente a contattare il proprio medico di fiducia o l’ospedale più vicino per chiedere di effettuare il tampone e avere una diagnosi certa. Se il test risulta positivo, le autorità saranno in grado di informare immediatamente tutte le persone che sono state in contatto con quell’utente negli ultimi 14 giorni, ovviamente solo tra coloro che hanno scelto di attivare questa funzione. Ripetiamo: non verrà inviata alcuna notifica con l’auto-diagnosi dell’utente, visto che bisogna sempre attendere l’ufficialità tramite apposito test condotto dalle autorità sanitarie preposte.

Le critiche

presidente Trump

Quattro senatori degli Stati Uniti hanno formalmente contattato Apple tramite una lettera per chiedere chiarimenti sul rispetto della privacy dell’app e del sito Web già disponibili per lo screening di COVID-19. L’azienda fa sapere che tutte le informazioni inserite dagli utenti vengono salvate in locale e non vengono inviate né ad Apple, né a società di terze parti. Alcune verifiche da parte di tecnici specializzati confermano quanto detto dall’azienda.

Apple ha anche dichiarato di “aver attinto alle sue risorse tecniche e cliniche per aiutare a sviluppare un nuovo sito Web Covid-19 e l’app Covid-19” su richiesta del Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti e ha delineato le caratteristiche per la protezione della privacy nel suo accordo con l’agenzia. Apple ha affermato che gli strumenti, disponibili come app e sul Web, non sono soggetti alle linee guida HIPAA e che non raccolgono dati personali.

Gli unici dati che vengono raccolti sono legati alla frequenza con cui lo strumento è utilizzato e se si sono verificati arresti anomali, ovviamente in modo del tutto anonimo.

Anche il presidente Trump ha espresso la sua opinione sull’iniziativa congiunta di Apple e Google:

È  una cosa straordinaria, ma molte persone hanno diversi dubbi di costituzionalità. Si tratta di una tecnologia incredibile, migliore di quella che stanno adottando altri paesi. Il sistema sviluppato da Apple e Google sarebbe un modo molto accurato per tracciare i contatti, ma dovremo prendere una decisione nelle prossime quattro settimane.

Abbiamo più di un problema costituzionale che tecnico, ma prenderemo la giusta decisione per il bene dei cittadini. Discuteremo di questo con molte persone del settore.

Trump ha quindi elogiato l’idea di Apple e Google, ma ha messo sul piatto alcuni dubbi sul lato costituzionale relativi soprattutto alla privacy dei cittadini.

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