Dopo le polemiche e i dubbi sorti negli ultimi giorni, il Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione ha pubblicato un lungo articolo che spiega nel dettaglio i motivi che hanno portato alla scelta di Immuni e come sarà tutelata la privacy dei cittadini. Un po’ di chiarezza in una situazione fino ad oggi non del tutto trasparente.
Il MID ha collaborato alla creazione di un gruppo di lavoro formato da 74 esperti, il cui compito era anche quello di scegliere le tecnologie più adatte per il tracciamento dei contatti COVID-19 in Italia.
I componenti del gruppo di lavoro, diviso in otto sottogruppi con diversi campi di ricerca, sono stati individuati in base a comprovata esperienza nelle rispettive discipline di riferimento e partecipano all’attività a titolo gratuito. Il compito del gruppo di lavoro è individuare e valutare soluzioni tecnologiche basate sui dati che possano essere utili al Governo e ad alle altre istituzioni nel definire politiche di contenimento del contagio da coronavirus e da realizzare anche a emergenza terminata.
Il team, insieme al Ministro della Salute, ha subito stabilito che il contact tracking sarebbe stata una delle priorità da sviluppare, in quanto si tratta di una delle azioni di sanità pubblica utilizzate in precedenza all’estero per prevenire la diffusione di alcune malattie infettive e offrire una soluzione post-emergenza.
La tecnologia per il tracciamento dei contatti potrebbe essere adottata in modalità compatibili con le necessità di rispettare diritti e libertà fondamentali dei cittadini sanciti dalla Costituzione.
Più recentemente anche Apple e Google hanno annunciato un’iniziativa congiunta che prevede il rilascio di un sistema di contact tracing decentralizzato ed integrato nelle loro piattaforme in linea con molti dei principi dei progetti europei.
Il 15 aprile 2020, inoltre, la Commissione europea ha pubblicato le linee guida per la realizzazione di applicazioni finalizzate al tracciamento dei contagi.
Il MID spiega che il 21 marzo 2020 il Ministro della Salute ha indetto in videoconferenza una riunione con tecnici del Ministero, rappresentanti dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione e tecnici ed esperti del Dipartimento della Presidenza del Consiglio per la trasformazione digitale il cui scopo era quello di definire tratti essenziali di una linea d’azione per l’introduzione di un sistema digitale di contact tracing da sottoporre in seguito ai dovuti passi successivi di valutazione da parte delle istituzioni.
La fast call for contribution si è svolta tra il 24 e 26 marzo con l’obiettivo di individuare le migliori soluzioni digitali disponibili su applicazioni di telemedicina e assistenza domiciliare dei pazienti nonché tecnologie e strategie basate sulle tecnologie per il monitoraggio “attivo” del rischio di contagio.
Le proposte di soluzioni tecnologiche sono risultate 319 per il monitoraggio e 504 per la telemedicina. Sono state sottoposte alla valutazione del “Gruppo di lavoro data-driven per l’emergenza Covid-19” costituito con decreto del Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione e formato da esperti suddivisi in otto sottogruppi in ragione dell’oggetto del lavoro da svolgere.
I sottogruppi “Tecnologie per il governo dell’emergenza” (tenuto a individuare possibili soluzioni offerte dalle tecnologie digitali per gestire l’emergenza e contenere il contagio) e “Profili giuridici della gestione dei dati connessa all’emergenza” (preposto a valutare i vincoli normativi per l’utilizzazione e la condivisione dei dati personali in soluzioni tecnologiche di contenimento) hanno fornito approfondite analisi e hanno informato dei primi risultati del loro lavoro l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato e l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Il gruppo di lavoro ha concluso indicando, fra tutte le soluzioni esaminate, quelle maggiormente valide e idonee a essere testate per eventualmente essere adottate nell’attuale situazione emergenziale. Le soluzioni tecnologiche esaminate più in linea con il quadro giuridico, in generale, funzionano in questo modo:
Il segnale Bluetooth LE (Low Energy) degli utenti che hanno scelto di installare una specifica applicazione viene registrato dalle analoghe applicazioni con le quali “entrano in contatto”; quando un utente viene diagnosticato contagiato dal Covid-19 il suo dispositivo trasmette i dati al server del soggetto pubblico che gestisce il sistema [alcune delle soluzioni valutate prevedono tale trasferimento su base sistematica e non condizionata], che provvede quindi a informare gli altri utenti – che abbiano egualmente volontariamente installato la medesima app – di essere a rischio contagio perché sono entrati in contatto con una persona risultata contagiata.
I presupposti essenziali delle valutazioni e considerazioni riassunte nel documento sono:
- che l’intero sistema integrato di contact tracing sia interamente gestito da uno o più soggetti pubblici e che il suo codice sia aperto e suscettibile di revisione da qualunque soggetto indipendente voglia studiarlo;
- che i dati trattati ai fini dell’esercizio del sistema siano resi sufficientemente anonimi da impedire l’identificazione dell’interessato tenuto conto dell’insieme di fattori obiettivi, tra cui i costi, le tecnologie disponibili ed il valore della reidentificazione almeno in condizioni ordinarie e salvo il verificarsi di eventi patologici o, almeno, pseudo anonimi previa adozione di idonee misure idonee a limitare il rischio di identificazione degli interessati
- che la decisione di usare la soluzione tecnologica sia liberamente assunta dai singoli cittadini;
- che raggiunta la finalità perseguita tutti i dati ovunque e in qualunque forma conservati, con l’eccezione di dati aggregati e pienamente anonimi a fini di ricerca o statistici, siano cancellati con conseguente garanzia assoluta per tutti i cittadini di ritrovarsi, dinanzi a soggetti pubblici e privati, nella medesima condizione nella quale si trovavano in epoca anteriore all’utilizzo della soluzione;
- che la soluzione adottata possa essere considerata effettivamente efficace sul piano epidemiologico giacché, in difetto, diverrebbe difficile giustificare qualsivoglia compressione di diritti e libertà fondamentali.
- L’applicazione non dovrà accedere alla rubrica dei contatti del proprio telefono, non chiederà nemmeno il numero e non manderà SMS per notificare chi è a rischio.
Alto punto interessante evidenziato dal MID è che il sistema di contact tracing dovrà essere finalizzato tenendo in considerazione l’evoluzione dei sistemi di contact tracing internazionali, e in particolare l’evoluzione del modello annunciato da Apple e Google. Il codice sorgente del sistema di contact tracing sarà rilasciato con licenza Open Source MPL 2.0 e quindi come software libero e aperto. Si tratta di un altro punto molto importante, di cui avevamo parlato nel nostro speciale.
L’applicazione si baserà quindi sull’installazione volontaria da parte degli utenti e il suo funzionamento potrà cessare non appena terminerà la fase di emergenza, con cancellazione di tutti i dati generati durante il suo funzionamento. Ancora, Immuni non conserverà i dati relativi alla geolocalizzazione degli utenti, ma registrerà esclusivamente i contatti pseudonimizzati di prossimità rilevati mediante la tecnologia bluetooth low energy.
Per quanto riguarda la scelta dell’app, il Commissario straordinario del Governo per l’attuazione ed il coordinamento delle misure per il contenimento ed il contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19, Domenico Arcuri, ha preso contatti con la società Bending Spoons S.p.a.
Il 16 aprile 2020, previa adozione dell’ordinanza n. 10/2020, il Commissario ha stipulato il contratto con cui la stessa società, per spirito di solidarietà e, quindi, al solo ed esclusivo scopo di fornire un proprio contributo volontario utile per fronteggiare l’emergenza da coronavirus in atto e contribuire alle azioni di contenimento che il Governo intende porre in essere, ha concesso la licenza d’uso aperta, gratuita, perpetua e irrevocabile del codice sorgente e di tutte le componenti dell’applicazione. La società si è poi impegnata, sempre gratuitamente e pro bono, a completare gli sviluppi software necessari per la messa in esercizio del sistema nazionale di contact tracing digitale.
Questo il percorso compiuto finora, in attesa dei passi ulteriori novità nelle prossime settimane. Alcuni dubbi sono stati chiariti e ora sappiamo anche che il codice dell’app sarà open source, quindi consultabile dalla comunità di sviluppatori. Inoltre, l’app Immuni dovrà tener conto anche di future innovazioni come le API che saranno fornite a maggio da Apple e Google.
Cosa ne pensate?