M’a perché?

Forse può sembrare una riflessione su una cosa trita e ritrita, però allo stesso tempo non ne abbiamo mai parlato direttamente. Vi siete mai chiesti in base a quale logica lavora il (tanto odiato) correttore automatico nella scrittura touch dell’iPhone? Sul firmware 2.x è sicuramente diventato più invasivo, ma non per questo migliore, visto che spesso le soluzioni proposte sono lontane da qualsiasi logica linguistica, almeno per l’italiano.

scrittura iphone

Il caso sicuramente più evidente è il famigerato M’a, cioè la correzione di default che l’iPhone inserisce quando scriviamo semplicemente ‘ma’. Che logica c’è dietro? M’a si usa praticamente solo nel caso di contrazioni con apostrofo quando si usa il pronome personale ‘mi’ (es. ‘mi avevi’ -> ‘m’avevi’). La cosa strana è che è sicuramente molto più diffuso statisticamente l’uso del ‘ma’ piuttosto che della relativa contrazione del pronome. Eppure iPhone la pensa al contrario.

Un altro caso che vi sarà capitato in modo frequente è che iPhone, pur essendo un cellulare ‘avanti’ sotto molti aspetti, pensa al passato. Anzi, al passato remoto, per la precisione. Gran parte (se non tutti) i verbi che scriviamo vengono corretti con accentazione sull’ultima vocale, come se si trattasse del passato remoto (‘porto’ -> portò’). Anche qui, qual è la logica? Di sicuro, negli SMS, è molto più facile e probabile che si usi il presente piuttosto che il passato, eppure iPhone la pensa ancora una volta a modo suo.

Un altro esempio è l’accentazione della particella ‘che’, trasformata dall’iPhone in ‘ché’, secondo non si sa quale logica, visto che in italiano non si usa accentare questo elemento dai tempi di Dante – presumo.

Voi avete notato qualche altro esempio eclatante? Come vi spiegate una correzione così fantasiosa, per usare un eufemismo? Spesso produce più errori che benefici e infatti molti non la vogliono!

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