2REC è un’applicazione, da poco rilasciata, che si fonda su un obiettivo ambizioso: rivoluzionare i messaggi vocali per renderli creativi.
Il panorama tecnologico attuale si concentra molto sui contenuti visivi e poco sull’audio, almeno in termini di comunicazione e condivisione. Da questo vuoto nasce il progetto chiamato 2REC. Gli sviluppatori hanno quindi realizzato un’app capace di fornire tante opportunità di personalizzazione per i contenuti audio con effetti incredibili.
Il lato “smart” dei messaggi vocali
Con il suo lato “smart”, 2REC si propone a tutti coloro che utilizzano le note audio per studio o lavoro.
In primis è disponibile un sistema che trascrive tutto ciò che viene detto nei messaggi vocali. Questa funzionalità può essere sfruttata anche su WhatsApp e altre applicazioni quando non è possibile ascoltarli. La trascrizione è piuttosto fedele e rende immediatamente comprensibile il contenuto di un messaggio vocale, funziona senza limiti di lunghezza e in oltre cinquanta lingue. 2REC permette anche di modificare il testo e salvarlo insieme alla traccia audio corrispondente, alla quale è inoltre possibile associare immagini, tag e promemoria.
Il lato “fun” dei messaggi vocali
L’aspetto “fun” è quello che permette la registrazione di messaggi vocali creativi, arricchendoli con suoni, sottofondi e filtri di ogni genere. Le possibilità sono davvero infinite e si può quindi creare in pochi attimi un audio degno di nota; contenuto che poi sarà possibile inoltrare nelle varie applicazioni di messaggistica o social network.
Immaginiamo di applicare un filtro sulla voce, una base di sottofondo – musicale o ambientale – e dei suoni, esattamente come se fossero delle emoji audio. Ovviamente il tutto all’interno della stessa registrazione. Si può spaziare in diversi contesti di riferimento, come la natura o un concerto, e rifinire l’audio con suoni ed effetti completamente personalizzabili.
Tutti gli effetti sono ordinati all’interno di una tastiera ed ognuno di essi è rappresentato da un’emoji appositamente disegnata. Tra l’altro, una selezione delle miniature più belle è condivisibile come sticker attraverso un’estensione per iMessage.
Nello store interno, poi, sono disponibili per l’acquisto decine di pacchetti di suoni e basi, creati ad hoc dai sound designer che collaborano con iUP.
Creare i propri suoni e condividere le “Audio GIF”
Nel caso in cui i suoni e le basi non fossero sufficienti, è possibile creare propri effetti personalizzati da usare in altri messaggi vocali creativi. Sono disponibili tutti i comandi per registrare nuove tracce e per editarle, grazie ad una funzione dedicata.
Infine è possibile condividere le proprie tracce non solo come semplici audio, ma come file completi di tutte le informazioni. Se si riceve un file .2REC e si ha l’applicazione installata sul proprio device, sarà possibile aprirlo, salvarlo e modificarlo in ogni sua parte.
2REC realizza anche dei video, in modalità slide-show, composti dalla registrazione audio e dalle immagini associate alla traccia. Si tratta, tecnicamente, di video che però assomigliano molto di più a delle “Audio GIF” pronte a popolare i feed dei social network.
Le altre funzionalità di 2REC
L’attenzione con la quale quest’app è stata sviluppata è sottolineata anche nell’aspetto grafico. Personalizzato in ogni dettaglio – dai picker ai messaggi di alert – il look risulta coerente con il tono “fun” dell’applicazione.
Completa la dotazione il sistema di salvataggio sul cloud per avere a disposizione sempre un backup aggiornato dell’archivio di tutti i messaggi vocali, creativi o standard. Sono supportati i provider più importanti come Box, Dropbox, Google Drive, iCloud, Microsoft One Drive e pCloud.
2REC è disponibile gratuitamente su App Store e Google Play Store. Oltre ai già citati pacchetti di contenuti ed effetti aggiuntivi, è disponibile l’acquisto in-app (2,99€) della versione PRO; la quale sblocca tutte le funzioni rivolte all’uso “professionale” dell’app.
Se volete saperne di più su 2REC e sui messaggi vocali creativi potete visitare il sito ufficiale dell’applicazione.
Articolo in collaborazione con iUP.
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