Apple non ha alcun interesse nell’acquisire la piattaforma Quibi

Sembra che la nuova piattaforma Quibi sia già in enorme difficoltà, tanto che sta cercando degli acquirenti.

Secondo un nuovo rapporto di The Information, Apple non sarebbe interessata nell’acquisizione della piattaforma di streaming video Quibi.

Katzenberg, CEO e fondatore dell’azienda, ha apparentemente contattato diversi dirigenti del settore tech, tra cui Eddy Cue, capo software e servizi di Apple, ma nessuno sembra essere interessato all’acquisizione del servizio Quibi.

Cosa è Quibi?

Si tratta di una piattaforma di brevi video in streaming lanciata nell’aprile 2020. È simile a Netflix o Hulu, ma il contenuto video è fornito in un formato più breve, che dura da 5 a 10 minuti, progettato per essere guardato su uno smartphone in modalità verticale.

Quibi ha speso più di 1 miliardo di dollari per creare contenuti originali, arrivando a più di 175 spettacoli e oltre 8.000 episodi, ma non è riuscito a guadagnare popolarità. A maggio, Katzenberg ha detto che credeva che la partenza lenta di Quibi e l’incapacità di prendere piede fosse dovuta alla pandemia.

Al momento, Quibi ha da 400.000 a 500.000 abbonati paganti (compresi quelli che lo usano gratuitamente tramite T-Mobile), secondo The Information, ben al di sotto dei 7,4 milioni di abbonati previsti nel primo anno dal lancio.

Al momento non ci sono acquirenti

Katzenberg si è anche rivolto a WarnerMedia e Facebook, ma non ha ancora avuto fortuna nel trovare un acquirente per Quibi. In realtà Katzenberg non avrebbe intenzione di vendere totalmente l’azienda, ma starebbe cercando una “partnership strategica“, che gli consentirebbe di rimanere a capo dell’azienda.

Sfortunatamente, gli accordi di licenza di Quibi non stanno attraendo potenziali acquirenti. I contenuti presenti sulla piattaforma sono in esclusiva per soli due anni, per cui i creatori in futuro saranno in grado di concederli in licenza ad altri servizi e, dopo sette anni, ne saranno nuovamente proprietari.

Quibi, infine, è anche coinvolta in una causa con la società di video interattivi Eko, che sostiene che la piattaforma abbia rubato la sua tecnologia di contenuti video orizzontali/verticali.

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