Arrivano su Apple TV+ i primi tre episodi della seconda stagione della serie Dickison.
Dickinson è stata una delle prime serie ad essere lanciate sulla piattaforma nel novembre del 2018, raccogliendo pareri discordanti da critica e pubblico.
In questa serie, l’attrice Hailee Steinfeld veste i panni della poetessa americana Emily Dickinson, tra aneddoti reali, aspetti romanzati e tanto umorismo. La serie è stata strutturata soprattutto per un pubblico giovane, con musiche di famosi artisti contemporanei.
La seconda stagione vedrà la Dickinson “tirata fuori dalla sua intima vita letteraria e gettata agli occhi del grande pubblico“. Le prime tre puntate sono disponibili su Apple TV+, le altre saranno rilasciate una volta a settimana ogni venerdì.
Le prime impressioni
Le prime tre puntate presenti su Apple TV+ ci danno già modo di capire come sarà strutturata questa nuova stagione di Dickinson. Chi conosce la serie, sa che dovrà aspettarsi quel contrasto perenne tra la vita della famosa e malinconica poetessa Emily Dickinson con la colonna sonora fatta di musica rap e altri brani moderni. Wiz Khalifa continua ad interpretare la morte.
Se però diamo per scontato che questo spettacolo molto particolare è esattamente ciò che lo showrunner Smith aveva in mente, allora non possiamo che apprezzare l’immaginazione richiesta per inventare la sua versione della storia.
Il primo episodio della seconda stagione racconta di qualcuno che parla di come Thoreau è stato “cancellato”, con i giovani uomini della società che si chiamano tra di loro “fratello”. Nel secondo episodio, un ragazzo bianco dice a un nativo di non rubare la sua donna, ma lui risponde che i bianchi hanno rubato la sua terra. Tutti questi tempi apparentemente molto importanti vengono trattati sempre con leggerezza e con un tocco comico.
Tolti questi “extra” storici e sociali, la seconda stagione affronta la malattia mentale della Dickinson con più immediatezza, dandole una presenza spettrale che la perseguita e una serie di piccole sfide (un problema di vista congenito, una gara di pasticceria, e così via) che collocheranno il suo disturbo in un contesto più ampio. È tutto sempre molto divertente (almeno nei primi tre episodi) e deliberatamente poco drammatico. La protagonista rimane sempre perfettamente calata nel suo personaggio.
Il rischio è però che, svanita la novità con la prima stagione e con qualche tocco di innovazione in queste prime puntate della seconda, Dickinson possa risultare ripetitiva e priva di una trama solida e interessante.