Alcune mail di dirigenti Apple “spiegano” le regole dell’App Store

Alcune mail datate 2011 spiegano come i dirigenti Apple abbiano deciso alcune regole di App Store e non solo.

Di recente, sono emerse alcune mail di dirigenti Apple riguardanti diverse regole dell’App Store, tra cui quella riguardante la percentuale sugli acquisti in-app, che sono state attentamente negoziate nel tempo per assicurare che l’azienda non “lasciasse soldi sul tavolo”.

app store

Le e-mail risalgono a una discussione del 2011 che includeva il responsabile del software e dei servizi Apple Eddy Cue e che riguardavano come l’azienda avrebbe dovuto gestire le applicazioni video in abbonamento su Apple TV. Si tratta di una conversazione importante, data la crescente popolarità dei servizi di streaming in quegli anni e, sebbene non offra molte informazioni sull’attuale commissione del 30% sugli acquisti in-app imposta da Apple per l’App Store, rivela quanto fossero malleabili quelle regole quando si trattava di massimizzare i profitti.

La società ha esaminato diverse opzioni, tra cui un taglio una tantum del 40%, un taglio una tantum del 30%, una commissione continua del 30% o accordi personalizzati con servizi come NBA e MLB. Un’e-mail, nello specifico, analizza le diverse forme di partnership da adottare per gli abbonamenti su Apple TV, cercando di capire quali potessero essere le più remunerative.

Il team di Apple ha poi deciso che tutte le transazioni o gli abbonamenti basati su iTunes avrebbero avuto una commissione del 30%, esattamente come su App Store. Il thread discute poi di come sarebbero dovute funzionare le commissioni nei confronti di un nuovo abbonato, ma la maggiore preoccupazione per Apple era strutturare le commissioni in modo tale da non compromettere la struttura di pagamento imposta sull’App Store.

Non voglio concludere accordi in cui otteniamo meno del 30%. Questo è quello che c’è sull’App Store e non possiamo fare un accordo diverso qui. Se ciò non è possibile, voglio una certa cifra una tantum, ma dobbiamo stare molto attenti, in modo che questa cosa non si estenda all’App Store.

È importante ricordare che nel 2011 l’Apple TV non aveva effettivamente un App Store, ma solo singole app con cui Apple aveva stabilito delle partnership ad-hoc. In quel periodo, Apple non sembrava ancora avere idee precise su ciò di cui aveva bisogno per far funzionare la piattaforma, ma solo l’obiettivo di massimizzare il profitto e impostare alcune regole affinché la piattaforma ottenesse il meglio possibile.

Queste mail sono emerse durante la battaglia legale in corso tra Apple ed Epic incentrata proprio sulle tariffe dell’App Store.

NovitàAcquista il nuovo iPhone 16 su Amazon
News