Il giudice Yvonne Gonzalez-Rogers ha emesso un’ingiunzione permanente nel caso Epic v. Apple, pronunciandosi contro Apple per quanto riguarda i sistemi di pagamento su App Store, ma confermando che l’azienda di Cupertino non ha alcun monopolio nel settore. Il CEO di Epic è felice della sentenza.
La sentenza
Il giudice ha infatti stabilito che Apple non può più vietare agli sviluppatori di indirizzare gli utenti a opzioni di pagamento di terze parti. Proprio come successo recentemente in Corea del Sud, anche negli Stati Uniti Apple sarà quindi costretta ad accettare sistemi di pagamento di terze parti per gli acquisti in-app, a meno che la sentenza non venga ribaltata in appello. Nessuna apertura, invece, ad app store di terze parti su iOS.
La sentenza arriva dopo che Apple ha già annunciato diverse modifiche all’App Store, inclusa la possibilità per gli sviluppatori di applicazioni “Reader” di collegare gli acquisti e gli abbonamenti in-app a un sito Web esterno. Tuttavia, questi cambiamenti da soli non sono sufficienti per soddisfare la nuova sentenza del giudice Rogers:
Apple non può proibire agli sviluppatori di includere nelle loro app e nei loro metadati link esterni o altri inviti all’azione che indirizzano i clienti a meccanismi di acquisto, oltre agli acquisti in-app, e di comunicare con i clienti su queste opzioni tramite punti di contatto accettati volontariamente dai clienti tramite la registrazione dell’account all’interno dell’app.
La sentenza contro le limitazioni di Apple relative agli acquisti in-app non è una sorpresa, poiché più volte il giudice aveva fatto capire il suo orientamento durante il processo. Nella sentenza completa, il giudice Gonzalez-Rogers ha spiegato il suo pensiero sulla questione in modo più dettagliato. In particolare, ha respinto la definizione di entrambe le parti sul mercato “rilevante” quando si parla di app: “Il mercato rilevante in questo riguarda le transazioni di giochi mobili digitali, non i giochi in generale e non i sistemi operativi interni di Apple relativi all’App Store“. In base a tale definizione di mercato, “la corte non può concludere che Apple sia un monopolista ai sensi delle leggi antitrust federali o statali. Tuttavia, il processo ha dimostrato che Apple è impegnata in una condotta anticoncorrenziale ai sensi delle leggi sulla concorrenza della California“.
Il giudice si è pronunciato anche sulla richiesta di danni da parte di Apple per il fatto che Epic ha volutamente violato il contratto dall’App Store, aggirando le sue regole. Per tali motivi, e considerato che Apple non ha commesso alcun illecito eliminando il gioco dallo store, Epic Games dovrà pagare danni per un importo pari al 30% dei 12.167.719 dollari di entrate raccolte da Fortnite grazie agli utenti iOS che hanno pagato direttamente ad Epic tra agosto e ottobre 2020, più il 30% di tali entrate riscosse da novembre 2020 fino alla data della sentenza.
Per anni, Apple ed Epic Games sono stati in disaccordo sul sistema di commissioni e di transazioni nell’App Store, che Apple considera un costo operativo necessario, ma Epic vede come una tassa monopolistica. La lotta è giunta al culmine nell’agosto 2020, quando Epic ha installato un sistema di pagamento alternativo a Fortnite per aggirare le commissioni di transazione dell’App Store. Apple ha risposto rimuovendo Fortnite dallo store, il che ha scatenato un’immediata denuncia legale da parte di Epic.
Il processo successivo è stato tira e molla sul modello di app store e sugli sforzi di Apple per mantenere il controllo dello store su iOS.
A partire da ora, Yvonne Gonzalez Rogers ha concesso ad Apple 90 giorni per conformarsi alla sua sentenza e consentire agli sviluppatori di aggiungere collegamenti e pulsanti per indirizzare i clienti a metodi di pagamento alternativi. Come detto prima, Apple ha in qualche modo già adottato misure verso l’implementazione di un tale sistema, anche se dovrà fare alcuni aggiustamenti che saranno chiariti solo nei prossimi giorni.
La reazione di Epic Games e di Apple
il CEO di Epic Games Tim Sweeney ha affermato che la società non è soddisfatta del verdetto e, al momento, non ci sono piani immediati per il ritorno di Fortnite sull’App Store. Sweeney ha affermato che la sentenza di oggi non è una vittoria per sviluppatori o consumatori e che Fortnite tornerà su App Store solo quando Epic potrà offrire “pagamenti in-app in concorrenza leale con i pagamenti in-app di Apple“. Epic farà appello alla decisione odierna.
Il CEO di Spotify si è invece detto molto felice, auspicando in futuro delle leggi che limitino il potere di Apple sul mercato delle app.
Al momento, le specifiche della sentenza sono sconosciute e i parametri esatti di ciò che Apple è tenuta a fornire devono ancora essere stabiliti. Resta da vedere come viene interpretata la sentenza e cosa viene infine implementato in termini di metodi di pagamento alternativi. La sentenza, ad esempio, non impedisce ad Apple di richiedere agli sviluppatori di supportare gli acquisti in-app, ma richiede semplicemente che Apple consenta anche altri metodi di pagamento.
Ciò che è appare chiaro, tuttavia, è che Fortnite non tornerà immediatamente su App Store e che il ritorno di Fortnite non è nemmeno un obbligo per Apple. La sentenza del giudice chiarisce infatti che Epic Games ha violato il suo contratto con Apple e che la decisione di Apple di chiudere l’account sviluppatore di Epic era “valida, legale e applicabile“.
Sebbene Apple non abbia ottenuto una vittoria totale, l’avvocato dell’azienda Kate Adams ha dichiarato che la sentenza è stata una “vittoria clamorosa” che convalida il modello di business dell’App Store. La dichiarazione ufficiale di Apple mette in evidenza la parte anti-trust della sentenza, che è andata a favore di Apple, senza però citare quella relativa ai pagamenti:
Siamo molto soddisfatti della sentenza della Corte e la consideriamo una grande vittoria per Apple. Oggi la Corte ha affermato quello che sappiamo da sempre: l’App Store non viola la legge antitrust. Come ha riconosciuto la Corte, “il successo non è illegale“. Apple deve affrontare una concorrenza rigorosa in ogni segmento in cui opera e crediamo che clienti e sviluppatori ci scelgano perché i nostri prodotti e servizi sono i migliori al mondo.
Come ha rilevato la Corte, “sia gli sviluppatori Apple che quelli di terze parti come Epic Games hanno beneficiato in modo simbiotico dell’innovazione e della crescita sempre crescenti nell’ecosistema iOS“.
La Corte ha confermato, dopo aver esaminato le prove di un processo di 16 giorni, che Apple non è monopolista in nessun mercato rilevante e che i suoi accordi con gli sviluppatori di app sono legali secondo le leggi antitrust. Consentitemi di ripeterlo: la Corte ha rilevato che Apple non è un monopolista ai sensi delle “leggi antitrust federali o statali”.
Stiamo ancora analizzando la decisione che è lunga 180 pagine, ma il titolo è che il modello di business dell’App Store di Apple è stato convalidato. La Corte ha correttamente respinto la visione “artificiale” di Epic sull’ambiente competitivo in cui opera Apple e ha stabilito che “sviluppatori come Epic Games hanno beneficiato dello sviluppo dell’ecosistema iOS, inclusi i suoi dispositivi e il software sottostante“.
Alla base del business dell’App Store c’è un framework, che include App Review, che cura la sicurezza e la privacy dei nostri utenti. La Corte ha stabilito che questo quadro è lecito e Apple era giustificata nel porre fine allo status di Epic come sviluppatore sull’App Store. Il rigoroso processo di Apple per la revisione delle app protegge i consumatori. Come ha osservato la Corte, “la sicurezza e la privacy sono rimaste un elemento di differenziazione competitivo per Apple“.
La Corte ha convenuto, e cito, che “fornendo queste protezioni, Apple fornisce un’esperienza utente sicura e affidabile su iOS, che incoraggia sia gli utenti che gli sviluppatori a effettuare transazioni liberamente ed è reciprocamente vantaggiosa“. È importante sottolineare che la Corte ha anche riconosciuto il valore dell’innovazione sempre crescente di Apple e della crescita dell’ecosistema iOS.
Si tratta insomma di una clamorosa vittoria e sottolinea il merito della nostra attività sia come motore economico che competitivo.
Cosa ne pensate?