Audacia e ambizione sono da sempre due importanti tratti distintivi dell’azienda di Cupertino, grazie ai quali Apple è stata capace di trainare per anni l’innovazione tecnologica. Con Apple TV+ l’azienda si è fiondata con lo stesso spirito anche nel mondo dell’intrattenimento, ben consapevole degli ostacoli sul proprio percorso. Con Fondazione il servizi di Apple si gioca la sua carta più pregiata ma sarà capace di reggere il peso dell’opera?
Fondazione incarna lo spirito ambizioso e audace di Apple, che con il proprio servizio multimediale ha sempre dimostrato grande attenzione alla sostanza dei propri prodotti senza badare troppo ai numeri (almeno per il momento). L’opera tratta dal ciclo narrativo firmato Isaac Asimov è probabilmente quanto di più ambizioso sia mai arrivato sul piccolo schermo. Lo stesso showrunner David S. Goyer ha definito l’opera come l’impresa più difficile della sua carriera, affrontando tuttavia senza paura il difficile compito di consacrare il mito di Asimov anche sul piccolo schermo. Le opere dello scrittore vanno ben oltre le leggi della robotica e l’intelligenza artificiale ma hanno spesso dovuto fare i conti con un medium cinematografico a tratti persino timoroso, capace di regalare solo qualche scorcio della maestosità delle opere di Asimov.
Per comprendere appieno il percorso di fronte a noi è bene esplorare, almeno in parte, la storia delle opere originali. Il ciclo delle Fondazioni nasce con la pubblicazione della Trilogia della Fondazione composta da Fondazione, Fondazione e Impero, Seconda Fondazione. I tre romanzi, pubblicati tra il 1951 e il 1953, riscossero grandissimi consensi. Editore e pubblico fecero così forti pressioni sullo scrittore che dal 1982 pubblicò due sequel e due prequel della trilogia originale. Sette libri che costruiscono, pagina dopo pagina, un’opera visionaria di grandissima complessità strutturale. Da qui il difficilissimo compito di portare su schermo un mondo oltre ogni immaginazione, con la sua sconfinata vastità di pianeti e popolazioni dalle culture differenti. Arrivare dritto al cuore degli appassionati di Asimov è certamente un compito non semplice, tuttavia è ancora più complesso costruire un percorso narrativo in grado di conquistare il neofita sul fronte del linguaggio e della forma, probabilmente la vera difficoltà derivante dal primo approccio alle opere di Asimov.
La caduta dell’impero
Fondazione ci proietta in un futuro turbato dalla previsione del prof. Hari Seldon, che tramite lo studio della psicostoria elabora un complesso calcolo matematico in grado di predire il futuro del genere umano. I suoi calcoli mettono l’Impero Galattico di fronte alla minaccia imminente della caduta, alla quale seguiranno 30.000 anni di sofferenze. Il piano elaborato dal professore prevede la creazione di una vera e proprio enciclopedia del sapere umano, che aiuterà la creazione di una nuova civiltà e contribuirà a ridurre la sofferenza del genere umano a “soli” 1000 anni.
Le prime due puntate sono state capaci di definire un incipit narrativo equilibrato, concentrando l’attenzione dello spettatore su due filoni narrativi distinti. Decisamente convincente l’approccio ai volti chiave degli eventi narrati. Da Hari Seldon (interpretato dal sempre brillante Jared Harris) alla brillante allieva Gaal, proseguendo con l’Imperatore Giorno, la serie offre un primo piano dei protagonisti apprezzabile, mostrando le loro diverse sfaccettature senza cedere alla fretta di raccontare troppo sul loro passato o sul loro ruolo all’interno della storia.
L’incipit narrativo non perde troppo tempo con inutili lungaggini, consentendo allo spettatore di filtrare e carpire gli elementi chiave della narrazione. I nostri dubbi in merito alla complessità di una trasposizione su schermo hanno trovato una parziale risposta positiva nella convincente sceneggiatura, che mette insieme i primi pezzi di un grande puzzle narrativo tenendo alta l’attenzione dello spettatore sugli eventi principali, accompagnandolo nel primo difficile processo di adattamento al complesso background narrativo.
La serie TV allo stato dell’arte
La regia di altissimo profilo consente a Fondazione di esaltare il grande lavoro di fotografia, che permette di apprezzare spettacolari ambientazioni senza cedere alla tentazione del più becero abuso di CGI. La serie è viva negli occhi dello spettatore, che non potrà far altro che ammirare la maestosità delle ambientazioni. Dalle grandi metropoli alle immense distese a perdita d’occhio, il prodotto sarà probabilmente capace di ridefinire gli standard qualitativi delle moderne produzioni.
Le idee della produzione appaiono chiare e frutto di un meticoloso lavoro di studio che ha consentito, almeno per il momento, di rendere viva un’opera complessa e capace, con le sue mille insidie, di portare fuori strada anche la produzione più qualificata. Il viaggio è finalmente iniziato e solo il tempo ci consentirà di apprezzare appieno il valore di questa operazione titanica, operazione che solo Apple è stata capace di affrontare con grande tenacia.
Avete apprezzato i primi due episodi di Fondazione? Fatecelo sapere nei commenti.
Fondazione – Apple TV+
Le prime due puntate affrontano senza paura un vero e proprio universo narrativo dalle mille sfaccettature, accompagnando lo spettatore nel difficile processo di adattamento offrendo un giusto equilibrio tra gli eventi portanti e il profondo background narrativo. Un cast di grande livello e una messa su schermo STELLARE pongono tutti i presupposti per una serie che potrebbe ridefinire moltissimi standard qualitativi moderni, dando vita a un prodotto unico nel suo genere.