Il mese di novembre segna per Apple TV+ l’arrivo di una nuova grande produzione. Finch rappresenta per il servizio di Cupertino un elemento importante, viste le pedine di grande spessore coinvolte nella pellicola. Per calcare le distese sabbiose e post-apocalittiche di Finch, Apple punta tutto sul blasone e l’esperienza di un veterano come Tom Hanks.
Il percorso di Finch, al pari di molti altri film recenti, si è purtroppo dovuto piegare ai devastanti effetti della pandemia. La creatura di Universal Pictures è così approdata direttamente in fruizione casalinga, allo scopo probabilmente di evitare un passaggio al botteghino spinoso in tempi di pandemia. La pellicola diretta da Miguel Sapochnik è una storia di amicizia che lascia nelle mani del veterano Tom Hanks il compito di creare un legame emotivo forte tra lo spettatore e i protagonisti di questa vicenda, un compito che l’attore ha già svolto con grande maestria regalando alla storia del cinema capolavori senza tempo come Forrest Gump.
Finch ci trasporta in una visione post-apocalittica del nostro pianeta, devastato da continue tempeste solari e fenomeni meteorologici estremi. I pochi umani rimasti non posso fare altro che vivere di stenti, cercando di sopravvivere rimediando avanzi nelle grandi città ormai deserte. In questa visione faremo la conoscenza di Finch (Tom Hanks), sempre in continuo spostamento alla disperata ricerca di cibo e riparo.
Il nostro protagonista non è tuttavia da solo perchè a fargli compagnia ritroveremo Dewey, un piccolo robot dotato di ruote, e il piccolo meticcio Goodyear. Finch è tuttavia un uomo gravemente malato e questa consapevolezza lo porta a costruire Jeff, un robot dalle sembianze umanoidi con il preciso compito di prendersi cura del cane dopo la morte di Finch.
L’evoluzione del rapporto tra Finch e Jeff assume da subito un peso specifico importante nella narrazione, in un crescendo continuo di emozioni che creerà un legame sempre più saldo tra i due protagonisti. L’opera non si presenta quindi come un semplice monologo del sempre impeccabile Tom Hanks, ma cerca di offrire diversi spunti anche sul percorso evolutivo della controparte metallica.
La narrazione intorno a Finch e Jeff tuttavia non offre mai acuti davvero graffianti, in grado di sovvertire le sorti di un tessuto narrativo decisamente povero di originalità. L’impeccabile performance di Tom Hanks riesce in buona parte a mitigare queste lacune ma sul più bello la sensazione resta quella di un film incapace di decollare. La produzione, che porta anche la firma illustre di Robert Zemeckis (Ritorno Al Futuro), è sembrata insomma troppo incline alla strada più semplice, confidando invano nelle sempre brillante interpretazione della sua star Tom Hanks. Tante, forse troppe, le situazioni affrontate con sufficienza ed è proprio questo il rammarico più grande di Finch.
L’attore insomma da solo non può fare miracoli e la prova non esaltante dei due sceneggiatori Craig Luck e Ivor Powell penalizza forse troppo le buone idee alla base di questa pellicola, che non riesce a esplodere in quel turbinio di emozioni che avrebbe potuto dare un senso ancora più profondo al finale di questo viaggio.
Il secondo lungometraggio di Miguel Sapochnik mette in gran risalto la crescita constante di questo regista, consolidata sopratutto a livello televisivo con serie del calibro de Il trono di spade o Altered Carbon. La prova del regista non offre tuttavia spunti particolarmente eclatanti in grado di spostare significativamente l’ago della bilancia.
Pur senza grande ispirazione, Finch è un film che sa comunque offrire quasi due ore di visione scorrevoli senza risultare mai effettivamente noioso. Il colpo d’occhio offerto dal comparto tecnico riesce sicuramente a rendere l’esperienza più coinvolgente grazie alla sua eccellente fotografia e una computer grafica di grande impatto, il tutto con il beneficio di una soundtrack ben amalgamata a scandire i ritmi narrativi.
Nonostante un Tom Hanks in grande spolvero, Finch profuma purtroppo di grande occasione sprecata. Gli spunti più interessanti, che potrebbero dare un tocco più imprevedibile alla storia, si perdono in una narrazione decisamente poco audace in termini di scelte narrative. Si è scelto insomma il percorsa più facile, che non è tuttavia sinonimo di successo assicurato.
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Trama
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Sceneggiatura
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Regia
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Tecnico
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Sonoro