Da quando Apple ha introdotto AirTag, c’è stata una vera e propria corsa al tracciamento dei propri oggetti. Oltre ad AirTag, sul mercato sono presenti una serie di prodotti alternativi. È migliore la soluzione di Apple o un tracker GPS per non perdere la valigia in viaggio?
Che si voglia tracciare la posizione di un portachiavi, di una valigia o di una borsa, tracker GPS e AirTag possono essere la soluzione al problema.
Il funzionamento dei dispositivi è molto diverso tra loro nonostante entrambi siano in grado di compiere la stessa funzione. Entrambi però hanno pro e contro. Li ho testati entrambi per non perdere una valigia in viaggio (in aereo) ed essere certo che la questa stesse viaggiando con me. Ecco cosa ho scoperto.
AirTag
Prima di chiudere il bagaglio, oltre al tracker GPS ho inserito in valigia uno dei miei AirTag. Una volta consegnato la valigia al drop-off in aeroporto, ho ricevuto la notifica che mi avvisava che la valigia non fosse più con me.
Subito dopo, ho superato i vari controlli e ho atteso l’imbarco in aereo. Mi trovavo in Italia e, nonostante iPhone sia meno diffuso, ho continuato ad avere info sulla valigia attraverso l’app Dov’è in tempo reale. AirTag è in grado di essere tracciato grazie alla rete creata da tutti gli iPhone presenti nelle vicinanze, ma non viene tracciato nel momento in cui viene meno questa rete. In realtà, anche in aereo, AirTag veniva tracciato correttamente fino al decollo. Ho evitato di aprire l’app Dov’è in volo che in ogni caso probabilmente non sarebbe stata in grado di mostrare una mappa in modalità Aereo. In volo non avrei potuto fare nulla anche se avessi saputo di aver perso la valigia.
Circa 6 ore dopo il mio volo è atterrato in terra straniera. Dopo aver agganciato la rete locale, ho subito provato ad aprire l’app Dov’è per ottenere informazioni sulla mia valigia. Era effettivamente sull’aereo al decollo come sembrava, o era rimasta a terra? Tirando un sospiro di sollievo ho constatato che la valigia fosse lì. Perdere la valigia in viaggio non è sicuramente una cosa che capita spesso, ma in questo caso AirTag mi ha rassicurato circa il fatto che non fosse successo.
Ho passato i controlli di rito del passaporto visto che mi trovavo in una zona extra UE e ho atteso il bagaglio al nastro. Intanto ho aperto qualche volta l’app Dov’è e, a parte qualche minuto di silenzio, vedevo il mio bagaglio muoversi sulla mappa. Mi trovavo in un aeroporto piuttosto grande e ho potuto agevolmente capire che effettivamente il bagaglio si stesse muovendo.
Una volta arrivata la valigia (ultima come al solito), ho potuto decretare l’effettiva bontà di AirTag in questa situazione.
Sono sicuro però di una cosa: AirTag ha funzionato così bene perché si trovava in un angolo verso l’esterno della valigia. La valigia inoltre era in plastica e non metallo: il metallo può sicuramente attenuare le onde radio necessarie affinché AirTag sia correttamente individuabile attraverso la rete Dov’è dei dispositivi Apple. Se si dovesse perdere la valigia in viaggio, in questo scenario, non è quindi assicurata la possibilità di localizzarla.
Per approfondire il discorso AirTag, vi invitiamo anche a consultare la nostra recensione completa.
Tracker GPS
Tracciare una valigia attraverso un tracker GPS può essere sicuramente un’ottima idea soprattutto se si è in viaggio in aereo e la propria destinazione non è raggiungibile attraverso un volo diretto. Il proprio bagaglio, in rari casi, può non raggiungere subito la destinazione desiderata. Il rischio di perdere la valigia in viaggio, in questo caso, è molto concreto.
Per scoprire le differenze tra AirTag e tracker GPS, nel corso del mio ultimo viaggio, ho inserito in valigia anche quest’ultimo. Nel mio caso mi sono affidato a Vodafone Curve che, essendo cliente Vodafone, si aggancia alla mia linea telefonica e funziona per 1 o 2 anni in base alla versione che si acquista. Il tracker GPS ha una propria sim all’interno e funziona quindi indipendentemente dalla propria offerta telefonica o smartphone.
Anche in questo caso, una volta aver lasciato la valigia al banco del drop-off, ho verificato che effettivamente quest’ultima fosse tacciabile. A differenza di AirTag, il tracker GPS si aggiorna in automatico ogni tot minuti in base alla modalità che si intende utilizzare. L’applicazione di Vodafone permette di premere un tasto chiamato Aggiornamento per aggiornare la posizione del dispositivo in tempo reale nel momento in cui più si desidera. Tutto ciò a patto di trovarsi in uno dei 90 paesi del mondo supportati dal dispositivo. Perdere la valigia in viaggio, in questo caso, è quindi molto più difficile.
Il dispositivo restituisce una posizione abbastanza precisa e questo mi ha permesso di controllarne i movimenti in aeroporto in modo piuttosto preciso. Anche in questo caso, poco prima di mettere il mio iPhone in modalità aereo, mi sono assicurato che la posizione del bagaglio coincidesse a grandi linee con quella dell’aereo nel quale mi trovavo. Assicurato di questo, all’atterraggio, ho atteso qualche minuto che il dispositivo riagganciasse la rete (straniera) e mi indicasse l’effettiva posizione. Anche lui, senza tentennamenti, nell’arco di 2 minuti, ha restituito la posizione corretta.
Nel caso del tracker GPS non mi sono curato della sua posizione in valigia. Anche in questo caso però, una valigia in metallo, potrebbe compromettere il corretto funzionamento del dispositivo.
Il verdetto finale
Alla fine quindi, qual è il dispositivo migliore da utilizzare per non perdere la propria valigia in viaggio? Se già si possiede un AirTag, la cosa migliore potrebbe essere quella di mettere uno in valigia e sfruttare la rete Dov’è di iPhone per seguirla. Si tratta sicuramente di un ottimo compromesso in rapporto qualità/prezzo oltre che per quello che riguarda la durata della batteria del device. In questo caso, il dispositivo offre mesi di autonomia e ci si può letteralmente dimenticare del problema ricarica.
Ritengo meno indicato AirTag per quello che riguarda viaggi in aereo con molti scali, magari in località remote. In questo caso non è da escludere che le valigie restino lontane da un iPhone per molte ore e, in caso di smarrimento, potrebbe quindi essere più complesso capire dove si trova effettivamente il bagaglio.
Un tracker GPS di contro, a meno di particolari situazioni, ha un costo più elevato oltre che la necessità di connettersi in autonomia alla rete cellulare. Soluzioni come quelle proposte da Vodafone possono garantire un ottimo funzionamento senza particolari contro indicazioni a patto però di rimanere clienti di quella compagnia telefonica. Difficilmente la batteria di questi dispositivi dura più di una settimana e sarà necessario considerare questo dato quando lo si utilizza durante una vacanza. Si tratta comunque di un problema da poco e, alla peggio, un powerbank è solitamente in grado di caricare uno di questi device in un’ora.
Gli utenti più esigenti possono preferire l’utilizzo di un tracker GPS per tracciare la propria valigia in vacanza considerando la precisione e l’indipendenza di questa tipologia di device. Anche se si dovesse quindi perdere la valigia in viaggio, non è escluso che un dispositivo del genere possa aumentare le possibilità di ritrovarla.
Chi invece è un cliente convinto dei prodotti Apple e, magari, affronta viaggi non troppo lunghi potrebbe invece preferire l’utilizzo di un AirTag. Nel mio caso, il test mi fa preferire la soluzione offerta da un tracker GPS vista la maggiore precisione che, potenzialmente, questa tipologia di device è in grado di offrire.
Il caso d’uso che mi ha poi portato a scrivere questo articolo in ogni caso era piuttosto semplice: un solo volo diretto, a lungo raggio, privo di problemi. Sarebbe sicuramente stato interessante capire cosa sarebbe successo qualora il mio bagaglio non fosse giunto a destinazione e se effettivamente conoscerne la posizione avrebbe o meno agevolato le operazioni di recupero. Sono sicuro che un tracker GPS completamente carico avrebbe permesso di seguire la valigia senza problemi in ogni momento. Un AirTag avrebbe invece reso più difficile tempestività e precisione nel ritrovare il bagaglio dipendendo strettamente dalla presenza di uno o più iPhone nelle vicinanze. Se negli aeroporti più grandi questo è uno scenario abbastanza comune, in quelli più piccoli può invece non essere qualcosa di scontato.
È un brivido che non ho vissuto e che spero di non vivere mai. Sicuramente, anche nel prossimo viaggio, utilizzerò un tracker GPS per tracciare la mia valigia imbarcata e questa volta eviterò di inserire anche un AirTag per i motivi contenuti nelle righe precedenti.