iOS 16 integra il chip U1 con ARKit

Con iOS 16 il chip U1 è disponibile su ArKit: visore AR in vista?

iOS 16 introduce diverse nuove API, che consentono agli sviluppatori di espandere le capacità delle loro app. Apple ha anche aggiornato la Nearby Interaction API per integrare il chip U1 in ARKit.

La Nearby Interactions API è stato introdotta con iOS 14 e consente agli sviluppatori di sfruttare il chip U1 a banda ultra larga disponibile su iPhone 11 e versioni successive. Il chip U1, che consente la localizzazione precisa e la consapevolezza spaziale per i dispositivi, potrebbe essere utilizzato anche per il rilevamento della distanza tra un iPhone e l’altro.

Con iOS 15 e watchOS 8, Apple ha esteso queste funzionalità all’Apple Watch, poiché anche Apple Watch Series 6 e versioni successive dispongono del chip U1. Quest’anno, iOS 16 offre un’interessante nuova opzione per gli sviluppatori che lavorano con la Nearby Interactions API, ovvero la possibilità di integrare il chip U1 con la realtà aumentata tramite ARKit.

iOS utilizza già il chip U1 combinato con ARKit per individuare gli AirTag con la funzione Precision Finding. Con l’aiuto dei dati forniti dal chip U1 abbinato alla fotocamera dell’iPhone, l’app Dov’è è in grado di guidare con precisione l’utente verso il proprio AirTag. Ora gli sviluppatori potranno creare esperienze simili nelle loro app utilizzando il chip U1 e ARKit, in modo da rendere le informazioni su distanza e indicazioni ancora più coerenti e accurate.

Apple afferma che i migliori casi d’utilizzo per questa API sono le esperienze per guidare gli utenti a un oggetto vicino specifico, come un oggetto di interesse o un oggetto con cui l’utente desidera interagire.

Questa mossa di Apple potrebbe essere un preludio all’arrivo del tanto atteso visore AR, che dovremmo vedere nel 2023. Questo dispositivo, per poter funzionare al meglio, dovrà contare su una precisa consapevolezza spaziale. Al momento non esiste un SDK per il visore, poiché non è stato annunciato ufficialmente, ma Apple sembra voler spingere gli sviluppatori a preparare le loro app per questo tipo di interazione.

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