Il Garante Privacy blocca ChatGPT in Italia

ChatGPT non sarà più disponibile in Italia a causa di alcuni problemi legati alla privacy.

Il Garante Privacy ha deciso di bloccare con effetto immediato ChatGPT in Italia a causa dei problemi riguardanti la violazione della privacy.

Questo divieto, in realtà, non sorprende affatto. Per quanto sorprendenti possano essere i chatbot di intelligenza artificiale, il loro funzionamento deve necessariamente regolamentato, sopratutto in ambito privacy. Aziende come OpenAI, Microsoft e Google devono necessariamente utilizzare ingenti quantità di dati per addestrare questi chatbot, come ChatGPT. Il problema, infatti, riguarda proprio questi dati e, più nello specifico, capire da dove ChatGPT li raccolga.

Il garante per la protezione dei dati personali (GPDP) ha ordinato un blocco immediato di ChatGPT in Italia, affermando che OpenAI raccoglie dati personali illegalmente. Inoltre, OpenAI non dispone della verifica dell’età, rendendo il chatbot disponibile anche agli utenti di età inferiore ai 13 anni. Il comunicato stampa cita diversi aspetti della gestione dei dati degli utenti da parte di OpenAI. Da un lato, c’è la violazione dei dati che ha interessato le conversazioni e le informazioni di pagamento di ChatGPT. D’altra parte, c’è la raccolta dei dati degli utenti di OpenAI, inclusa la massiccia raccolta di dati per l’addestramento degli algoritmi. Maggiori info qui.

OpenAI dovrà bloccare l’accesso a ChatGPT nel paese. L’azienda ha 20 giorni di tempo per conformarsi a tale ordinanza e adottare ulteriori misure per soddisfare i requisiti del GDPR. OpenAI rischia multe fino a 20 milioni di euro (21,78 milioni di dollari) o il 4% del suo fatturato annuo.

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