Da anni si sa che Apple e Google hanno stipulato un accordo finanziario che garantisce Google Search come motore di ricerca predefinito sui dispositivi iOS, ma nessuna delle due società ha mai rivelato l’ammontare di questa cifra.
Nel 2021, Bernstein affermò che Google pagava ad Apple fino a 10 miliardi di dollari all’anno per mantenere lo status quo. Tuttavia, in una nuova nota per gli investitori, l’analista afferma oggi che il pagamento di Google ad Apple è ora compreso tra 18 e 20 miliardi di dollari.
Come riporta The Register, Bernstein ha pubblicato un rapporto in cui valuta le potenziali implicazioni per Apple nel processo antitrust in corso da parte del governo degli Stati Uniti contro Google, con il Dipartimento di Giustizia che considera l’Accordo sui servizi di informazione (ISA) tra le due aziende come prova del fatto che Google ha il monopolio dei motori di ricerca.
“Crediamo che ci sia la possibilità che i tribunali federali si pronuncino contro Google e costringano l’azienda a terminare il suo accordo di ricerca con Apple,” si legge nel rapporto. “Stimiamo che l’ISA valga 18-20 miliardi di dollari in pagamenti annuali da Google ad Apple, pari al 14-16% dei profitti operativi annuali di Apple”.
Bernstein afferma che Google paga il 22% delle entrate pubblicitarie totali sotto i costi di acquisizione del traffico (TAC) e stima che Apple probabilmente ne riceva circa il 40%. Bernstein basa i suoi numeri sui documenti pubblici di Apple e su un’analisi dei costi di acquisizione del traffico di Google.
“È importante sottolineare che Google è sotto processo, non Apple, e Apple potrebbe (in teoria) collaborare con un altro motore di ricerca che diventerebbe quello predefinito (e/o mantenere l’accordo con Google al di fuori degli Stati Uniti)”, continua Bernstein. “Uno scenario più probabile è che Apple offra una schermata di scelta. Di certo, Apple controlla l’accesso alla sua base di utenti, che genera circa 60 miliardi di dollari in entrate pubblicitarie, e di conseguenza, crediamo che Apple continuerà a ricevere una commissione (in intervallo del 25-30%) per fornire l’accesso ai ricavi pubblicitari della ricerca”.
“Inoltre, l’introduzione di una schermata di scelta potrebbe offrire ad Apple l’opportunità di lanciare potenzialmente il proprio motore di ricerca come opzione – qualcosa che probabilmente non potrebbe fare oggi senza sollevare le polemiche dei regolatori”, aggiunge Bernstein.
Il mese scorso, il processo ha rivelato che Microsoft stava valutando la possibilità di vendere il suo motore di ricerca Bing ad Apple. Se l’acquisizione fosse avvenuta, Bing avrebbe sostituito Google come motore di ricerca predefinito sui dispositivi Apple.
Gli esperti sostengono che esiste la possibilità che Google perda la causa, il che metterebbe a serio rischio il lucroso accordo di Apple, in vigore da un decennio. Tuttavia, non è prevista una sentenza sul caso prima del prossimo anno, ed è probabile che il procedimento venga prolungato in appello.