Il fornitore di Apple Foxconn è in ritardo rispetto all’obiettivo di decarbonizzazione delle sue attività, come conferma un rapporto di Greenpeace. Il partner di Apple nella catena di fornitura produce il più alto livello di emissioni tra le società di assemblaggio finale.
Apple si è impegnata a raggiungere la totale neutralità delle emissioni di carbonio in tutte le sue aree di business entro il 2030, il che include la vendita, l’utilizzo di dispositivi come iPhone, ma anche la produzione iniziale. Nel rapporto di Greenpeace diffuso martedì, sembra che ci sia ancora molto lavoro da fare sulla catena di approvvigionamento.
Il rapporto Supply Change di Greenpeace ha valutato gli sforzi di decarbonizzazione di 11 principali fornitori che lavorano con marchi importanti come Apple. Alcuni, tra cui Samsung e il la già citata Foxconn, “hanno adottato misure insufficienti per ridurre le proprie emissioni”.
“Le aziende tecnologiche si vantano molto di essere ecologiche, ma se si guarda al quadro più ampio, si vede che le loro catene di approvvigionamento sono estremamente lontane da questo obiettivo”, ha affermato Xueying Wu, attivista per il clima e l’energia. “L’azione sul clima di Samsung Electronics e Foxconn è stata notevolmente debole”.
L’organizzazione ambientalista afferma che le emissioni di cinque dei maggiori produttori, tra cui Foxconn, TSMC e Luxshare Precision, sono aumentate nel 2022 rispetto ai dati del 2020. Per queste aziende si è trattato di un aumento generalizzato della produzione.
Gli 11 fornitori hanno inoltre consumato più di 111.000 GWh di elettricità nel 2022, che si ritiene sia superiore al consumo annuale di elettricità del Cile.
Nella classifica, Foxconn è stata la seconda azienda con le peggiori prestazioni tra quelle monitorate, con un rating D+ nel 2022 pari a quello del 2021. È stata migliore di Goertek che ha ottenuto F in entrambi i casi, ma ha fatto peggio di Pegatron. migliorata da D- a C.
Foxconn “ha mostrato pochi progressi nella riduzione delle emissioni e nell’adozione delle energie rinnovabili rispetto al suo rivale, Luxshare”, si legge nel rapporto. Il tasso di utilizzo dell’elettricità rinnovabile di Foxconn nel 2022 è stato solo dell’8%.
Solo quattro dei fornitori nell’elenco si sono impegnati a raggiungere zero emissioni nette in tutta la catena entro il 2050, con Foxconn, Luxshare e TSMC prresenti in questo gruppo. Tuttavia, Greenpeace ritiene che “manchino obiettivi per ridurre le emissioni di oltre il 50% entro il 2030, il che significa che i loro obiettivi di riduzione delle emissioni per quell’anno non sono in linea con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi 1.5C”.
Ad aprile, Foxconn ha annunciato iniziative ambientali e l’obiettivo di ridurre le emissioni nel 2025 del 21% rispetto ai livelli osservati nel 2020.
Si è scoperto che molti fornitori fanno molto affidamento su meccanismi di approvvigionamento a basso impatto come i REC per migliorare il loro rapporto di approvvigionamento di elettricità rinnovabile. Luxshare, Pegatron e Foxconn si sono approvvigionati almeno per il 70% utilizzando tali metodi, tra cui la generazione di elettricità in loco, gli investimenti in energie rinnovabili e gli accordi di acquisto di energia.
Sebbene Foxconn non abbia ottenuto un punteggio elevato nella maggior parte delle categorie, è riuscita a ottenere un A+ in Trasparenza, con la divulgazione di “dati ambientali completi”, inclusi il consumo di energia, l’elettricità e le emissioni.