Apple aprirà i pagamenti NFC alle terze parti in UE

Apple propone alla UE di aprire i pagamenti NFC ad altri wallet e provider di terze parti

Apple ha proposto l’apertura del sistema di pagamento NFC sugli iPhone a provider di terze parti, in risposta ad un’indagine antitrust della Commissione Europea, aperta a carico dell’azienda americana il 16 giugno 2020.

tim cook europa

L’indagine del 2020 si è concretizzata nel 2022 con la formalizzazione di alcune obiezioni sull’abuso di posizione dominante nel mercato dei pagamenti digitali tramite wallet sui dispositivi iOS.

Se sugli iPhone, infatti, la funzionalità NFC è accessibile anche gli sviluppatori per la lettura dei tag elettronici, non lo è per quanto riguarda i pagamenti. Ad oggi, l’accesso alle funzionalità di pagamento NFC è limitata esclusivamente ad Apple Pay.

La UE dunque contesta ad Apple il fatto che questa esclusività non solo vincola l’utente ad un ecosistema chiuso, ma rende anche inaccessibile queste importanti funzionalità agli sviluppatori e ai fornitori di servizi wallet di terze parti, creando dunque una potenziale limitazione della concorrenza, in netto contrasto con la normativa europea.

NFC Apple Pay Logo

Apple, in risposta alla contestazione, ha proposto i seguenti impegni formali:

  • garantire l’accesso a wallet e sistemi di pagamento di terze parti mediante API in modo gratuito, permettendo quindi l’accesso alla cosiddetta Host Card Emulation (HCE), la tecnologia che permette di salvare in modo sicuro le credenziali di pagamento e utilizzarle per effettuare transazioni
  • garantire tale accesso a tutte le terze parti operanti nello Spazio Economico Europeo e per tutti gli utenti iOS con Apple ID europei
  • fornire nuove funzionalità che permettano la scelta delle app di pagamento di default/preferite
  • applicare criteri equi, oggettivi, trasparenti e non discriminatori nel garantire l’accesso alle terze parti
  • creare una procedura di risoluzione delle dispute delegata ad esperti indipendenti, per i casi in cui Apple neghi l’accesso ad una terza parte

Al momento, quindi, questa apertura riguarderebbe unicamente le terze parti e gli utenti della UE, mentre per le aziende e i gli utenti del resto del mondo non cambierebbe nulla.

Questi impegni formali dovranno poi restare in atto per 10 anni e, nel caso in cui ci fossero violazioni, Apple sarebbe chiamata a pagare sanzioni fino al 10% del proprio fatturato annuo, su scala globale.

La Commissione Europea aprirà ora una fase di discussione, che durerà un mese, durante la quale tutte le parti interessate nella valutazione degli impegni presi dall’azienda di Cupertino potranno esprimere il loro giudizio o chiedere informazioni aggiuntive.

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