Apple è in ritardo di due anni sull’intelligence artificiale

Secondo Gurman, Apple si trova in ritardo di circa due anni nello sviluppo dell’intelligenza artificiale rispetto ai leader del settore.

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Secondo l’ultimo report della newsletter Power On di Mark Gurman, Apple si troverebbe attualmente in ritardo di circa due anni rispetto alla concorrenza nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Questa informazione emerge da alcuni studi interni condotti dall’azienda, fornendoci uno sguardo sulla strategia futura di Apple nel campo dell’IA e sull’evoluzione della sua tecnologia.

Apple ha introdotto per la prima volta il suo set di funzionalità Apple Intelligence alla WWDC 2024, segnando il suo ingresso ufficiale nel mondo dell’intelligenza artificiale. Tra le novità principali ci sono strumenti avanzati come i riepiloghi intelligenti delle notifiche, notifiche prioritarie per eventi importanti, una versione rinnovata di Siri con contestualizzazione personale, Image Playground per la manipolazione delle immagini, Genmoji per la creazione di emoji personalizzate e molto altro.

Nonostante questi progressi, una parte importante della strategia di Apple è stata mantenuta riservata fino alle fasi finali dello sviluppo: non tutto è stato creato internamente. Infatti, Apple si affida in gran parte a modelli di intelligenza artificiale che possono essere eseguiti direttamente sui dispositivi, garantendo maggiore privacy per gli utenti ma limitando al contempo la capacità di gestire grandi quantità di dati.

Un’Intelligenza Limitata da Vincoli Hardware

Le funzionalità di Apple Intelligence richiedono dispositivi con specifiche elevate per funzionare in modo efficiente. In particolare, è necessario disporre di un chip A17 o M1 (o successivi) e di almeno 8 GB di memoria per poter eseguire questi modelli direttamente sul dispositivo. Sebbene questa scelta garantisca una maggiore privacy e velocità di elaborazione, comporta inevitabili limitazioni in termini di complessità e capacità di elaborazione dei dati rispetto ai modelli che utilizzano il cloud.

Per colmare queste lacune, Apple ha annunciato una collaborazione con OpenAI per integrare ChatGPT nei suoi sistemi operativi. Questo significa che, pur non essendo obbligatorio, gli utenti che desiderano attingere a una conoscenza più vasta potranno utilizzare l’integrazione di ChatGPT per migliorare la qualità delle risposte.

OpenAI, leader nel campo dell’intelligenza artificiale, ha sviluppato modelli come GPT-4, considerati tra i più avanzati al mondo. Apple ha annunciato il supporto per GPT-4 su iOS, iPadOS e macOS, con un’integrazione diretta in Siri e negli strumenti di scrittura.

Secondo i dati interni citati da Gurman, ChatGPT si è dimostrato circa il 25% più preciso di Siri e in grado di rispondere a circa il 30% di domande in più rispetto all’assistente vocale di Apple. Questo divario significativo ha portato alcuni dipendenti Apple a ritenere che la tecnologia generativa dell’azienda sia attualmente indietro di almeno due anni rispetto ai leader del settore, come Google e Microsoft.

Nonostante il ritardo percepito, Apple ha già dimostrato in passato di essere capace di colmare il gap tecnologico in aree in cui era inizialmente rimasta indietro. Un esempio emblematico è il successo di Apple Maps, che, dopo un inizio difficile, è diventato un servizio solido e competitivo.

Gurman è convinto che Apple riuscirà a recuperare terreno anche nell’IA, sia sviluppando soluzioni internamente, sia assumendo esperti, sia attraverso l’acquisizione di aziende specializzate. Entro il 2026, Apple prevede di far girare Apple Intelligence su tutti i dispositivi dotati di uno schermo, dal prossimo iPhone SE con chip A18 in arrivo a marzo 2025, fino agli iPad entry-level che dovrebbero essere aggiornati entro la fine del 2025.

Apple ha un grande vantaggio: un ecosistema di dispositivi ad alte prestazioni già pronti a eseguire modelli di intelligenza artificiale. Ciò significa che, man mano che Apple svilupperà nuove tecnologie, gli utenti potranno beneficiare rapidamente di queste innovazioni.

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