Craig Federighi: Siri non diventerà senziente, ma migliorerà

Craig Federighi chiarisce che Siri non diventerà un’intelligenza artificiale senziente, ma che continuerà a migliorare grazie alle innovazioni di Apple Intelligence.

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In una recente intervista, Craig Federighi, vicepresidente senior del software di Apple, ha discusso delle evoluzioni future di Siri e della nuova tecnologia Apple Intelligence. Nonostante le grandi aspettative attorno all’Intelligenza Artificiale (IA) nel settore tecnologico, Federighi ha escluso l’idea che Siri possa mai diventare un’entità senziente, come invece alcune aziende competitor sembrano aspirare a fare.

Apple ha annunciato che Apple Intelligence sarà lanciata con l’arrivo di iOS 18.1, iPadOS 18.1 e macOS Sequoia 15.1 entro la fine di ottobre 2024 negli USA. Tuttavia, a differenza di altre aziende che puntano verso l’Artificial General Intelligence, Apple ha scelto un approccio più conservativo e mirato, con particolare attenzione alla privacy degli utenti. Federighi ha sottolineato come Apple voglia offrire strumenti pratici, sicuri e utili per migliorare l’esperienza quotidiana degli utenti, senza l’ambizione di creare un’IA che simuli la coscienza.

Ad esempio, Siri è già utilizzata per compiti quotidiani come aprire il garage o inviare messaggi, ma non si spingerà mai a diventare un “compagno senziente”. Al contrario, Federighi ha citato funzionalità come i riassunti di testo e l’uso del Clean Up per eliminare oggetti dalle immagini senza alterarne lo sfondo, evidenziando come Apple non sia interessata a funzioni più astratte, come la creazione automatica di saggi o narrazioni fittizie.

L’approccio di Apple, rispetto a quello di aziende come OpenAI, Microsoft e Google, si distingue per il suo impegno verso la protezione dei dati degli utenti. Federighi ha infatti spiegato che Apple preferisce sviluppare soluzioni che funzionino sui dispositivi stessi, utilizzando un’integrazione con il cloud che garantisca sicurezza, a differenza di altre aziende che accumulano grandi quantità di dati per “addestrare” i loro modelli di IA.

Quando interrogato sui tempi di rilascio delle nuove funzionalità, Federighi ha parlato di un progetto complesso che richiede tempo: “Vogliamo farlo bene, piuttosto che lanciare qualcosa che sia disordinato”. Questo riflette le recenti dichiarazioni del CEO Tim Cook, il quale ha ribadito che Apple non è stata la prima a introdurre l’IA, ma si impegna a diventare la migliore.

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