L’Unione Europea pronta a multare Apple per pratiche anticompetitive su App Store

L’UE si prepara a sanzionare Apple per non aver rispettato appieno il Digital Markets Act.

apple eu

L’Unione Europea è pronta a colpire Apple con una nuova sanzione: secondo Bloomberg, infatti, la Commissione Europea ritiene che Apple non abbia ancora rispettato le disposizioni previste dal Digital Markets Act per l’App Store. L’accusa sarebbe di non aver adottato sufficienti misure per permettere agli sviluppatori di indirizzare i clienti verso opzioni di acquisto più vantaggiose al di fuori dello store ufficiale.

Già a giugno di quest’anno, l’UE aveva segnalato che le regole “anti-steering” di Apple violavano il DMA. In base a questa normativa, gli sviluppatori devono avere la libertà di informare i loro utenti di opzioni alternative e di indirizzarli verso acquisti esterni all’App Store, dove spesso i prezzi sono più bassi. In risposta a queste richieste, Apple ha adeguato le politiche dell’App Store in Europa, consentendo agli sviluppatori di comunicare promozioni, sconti e altre offerte fuori dalla piattaforma. Tuttavia, Apple continua a richiedere agli sviluppatori di dichiarare le transazioni effettuate esternamente, insieme a una “store services fee” e un “acquisition fee”, per mantenere un controllo economico sui pagamenti indiretti.

La Commissione Europea non ha ancora annunciato l’importo della sanzione, ma potrebbe decidere di procedere prima che la commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager, lasci il suo incarico. Non è escluso che l’annuncio venga rimandato a più tardi nell’anno, ma è ormai evidente che l’Unione Europea intenda prendere provvedimenti concreti. Per Apple, si prospetta un nuovo colpo, soprattutto se si considera che potrebbe essere sanzionata fino al 10% delle vendite annuali globali, una cifra potenzialmente miliardaria. Solo qualche mese fa, infatti, l’UE aveva già imposto una multa da 1,8 miliardi di euro ad Apple per comportamenti considerati anticoncorrenziali nei confronti dei servizi musicali di terze parti.

Questa vicenda non è solo una questione economica, ma riguarda il modo in cui Apple gestisce il proprio ecosistema e le sue policy per gli sviluppatori. Le politiche di Apple sull’App Store sono sempre state un tema caldo: da un lato, la società giustifica il suo sistema chiuso come garanzia di sicurezza e affidabilità, ma dall’altro ciò comporta costi elevati per gli sviluppatori che vogliono offrire opzioni competitive agli utenti. L’integrazione di opzioni di acquisto esterne rappresenta sicuramente un progresso verso la trasparenza, ma resta da vedere se questo sistema ibrido tra “controllo” e “libertà” sia una soluzione sostenibile a lungo termine.

 

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