Tim Cook e la sua strategia con Donald Trump: perché altri CEO vorrebbero copiarla

Tim Cook ha dimostrato che dialogare direttamente con Trump ha portato benefici ad Apple, ma la sua strategia è difficile da replicare per altri CEO.

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Nel mondo del business, pochi nomi risuonano come quello di Tim Cook. Il CEO di Apple non è solo noto per la sua leadership all’interno di una delle aziende più influenti al mondo, ma anche per il modo in cui ha saputo gestire rapporti complessi con figure politiche come Donald Trump.

Una recente analisi del Wall Street Journal evidenzia come altri CEO americani stiano cercando di imitare la strategia di Cook con l’appena rieletto presidente, ma replicarla potrebbe non essere così semplice.

Tim Cook e Donald Trump non sono sempre stati in sintonia. Gli attriti tra i due risalgono a diversi episodi, come quando Trump invitò al boicottaggio dei prodotti Apple durante lo scontro tra l’azienda e l’FBI sul caso di San Bernardino. Oppure quando Cook prese posizione contro le politiche sull’immigrazione dell’allora presidente, assicurando ai dipendenti di Apple supporto e protezione.

Nonostante le divergenze, Cook ha scelto di mantenere un canale aperto con Trump, anche a costo di critiche. Emblematica è stata la visita di Cook alla fabbrica del Mac Pro in Texas, dove Trump si prese il merito di un’apertura che, in realtà, risaliva a sei anni prima. In altre occasioni, Cook si è astenuto dal commentare affermazioni non verificate di Trump su nuovi impianti produttivi negli Stati Uniti.

La strategia di Cook si basa su un principio semplice: dialogare è meglio che ignorare. “Non cambi le cose stando a bordo campo,” aveva spiegato Cook, sottolineando che il dialogo è fondamentale, anche quando si è in disaccordo.

Il CEO di Apple ha applicato questo approccio non solo con Trump, ma con governi di tutto il mondo, dall’Unione Europea alla Cina, mostrando una visione globale. La sua tattica è stata quella di affrontare Trump in modo diretto, senza intermediari come lobbisti o esperti di relazioni istituzionali.

In ogni incontro, Cook si concentrava su un unico dato chiave per affrontare una singola questione, rendendo il messaggio il più chiaro possibile. Questo approccio ha portato risultati concreti, come l’esenzione dei prodotti tecnologici Apple dai dazi sulle importazioni cinesi.

Molti CEO sperano di seguire l’esempio di Cook, soprattutto con l’arrivo di nuove amministrazioni, ma il Wall Street Journal sottolinea che non è così semplice. Cook ha potuto contare su due vantaggi fondamentali: il peso del marchio Apple e il suo status personale. Non tutte le aziende o i leader hanno la stessa capacità di attirare l’attenzione di figure politiche di alto livello.

Senza una relazione preesistente, ottenere spazio nell’agenda di Trump – o di altri leader influenti – può rivelarsi un’impresa ardua. Apple, infatti, gode di un riconoscimento globale che poche altre aziende possono vantare, e Cook ha saputo sfruttare questa leva al meglio.

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