ChatGPT multato dal Garante della Privacy: 15 milioni di euro a OpenAI, ecco perchè

OpenAI è stata multata dal Garante della Privacy per violazioni del GDPR legate a ChatGPT.

ChatGPT Italia

Dopo oltre un anno e mezzo di indagini, il Garante italiano della Privacy ha deciso di sanzionare OpenAI con una multa da 15 milioni di euro per violazioni legate al trattamento dei dati personali in ChatGPT. Si tratta di una vicenda che ha sollevato polemiche a livello internazionale e ha acceso i riflettori sul delicato rapporto tra intelligenza artificiale e privacy.

Il procedimento del Garante si è concentrato su due aspetti principali:

  1. Mancanza di trasparenza: gli utenti non erano adeguatamente informati sul trattamento dei loro dati personali. Il Garante ha imposto a OpenAI di avviare una campagna informativa su radio, TV e canali digitali della durata di sei mesi, utilizzando un potere speciale per la prima volta.
  2. Uso improprio di dati raccolti online: OpenAI non aveva definito una base giuridica per l’uso dei dati (come richiesto dal GDPR) al momento dell’addestramento del modello. Sebbene l’azienda abbia successivamente adottato il legittimo interesse come base giuridica, la vicenda ha messo in evidenza una zona grigia normativa.

Parte delle violazioni riguardava il periodo precedente all’apertura della sede europea di OpenAI in Irlanda. Da quel momento in poi, la questione è passata sotto la giurisdizione del Garante irlandese, come previsto dal principio di “one-stop-shop” dell’Unione Europea per evitare conflitti tra diverse autorità nazionali.

La vicenda risale al 31 marzo 2023, quando il Garante italiano aveva imposto un blocco temporaneo a ChatGPT. L’azione era partita da una fuga di dati, ma includeva anche accuse di mancata trasparenza e assenza di un filtro per l’età degli utenti. OpenAI aveva sospeso il servizio in Italia per un mese, lavorando a stretto contatto con l’autorità per introdurre modifiche come la modalità “in incognito,” che consente agli utenti di mettere in pausa la cronologia delle conversazioni.

Nonostante questi aggiustamenti, il Garante ha proseguito con l’indagine, culminata con la sanzione annunciata a dicembre 2024. OpenAI ha contestato la multa, definendola sproporzionata rispetto al fatturato generato in Italia, ma ha ribadito l’intenzione di collaborare con le autorità.

Questa multa non è solo un caso isolato, ma un campanello d’allarme per tutto il settore dell’intelligenza artificiale. Il Consiglio europeo per la protezione dei dati ha recentemente sottolineato l’importanza di garantire che i modelli di IA rispettino l’anonimato degli utenti, adottando criteri rigorosi per verificare la probabilità di identificare individui dai dati utilizzati per addestrare gli algoritmi.

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