Le indagini dell’Unione Europea sulle presunte pratiche anticompetitive di Apple, Google e altri giganti tecnologici statunitensi restano al centro del dibattito, ma il loro futuro appare incerto. Secondo un recente report del Financial Times, la Commissione Europea potrebbe rivedere alcune delle sue inchieste. Tuttavia, un portavoce ufficiale dell’UE ha smentito queste affermazioni, dichiarando che “non vi è alcuna revisione in corso.”
La Commissione Europea ha avviato indagini nel 2024 per verificare la conformità di Apple e di altre grandi aziende tecnologiche al Digital Markets Act (DMA), una normativa pensata per limitare il potere dei cosiddetti gatekeeper digitali. Tra le accuse principali mosse ad Apple c’è l’imposizione di politiche restrittive per gli sviluppatori, come il divieto di indirizzare gli utenti verso opzioni di acquisto esterne più economiche rispetto all’App Store.
Nonostante Apple abbia apportato alcune modifiche per allinearsi al DMA, come la possibilità per gli sviluppatori europei di distribuire app al di fuori dell’App Store e l’introduzione di nuove politiche tariffarie, la Commissione ha determinato che l’azienda non era ancora pienamente conforme.
Nel 2024, l’UE ha già imposto una multa di 2 miliardi di dollari ad Apple per comportamento anticompetitivo nei confronti di servizi musicali di terze parti. Se venisse confermata una nuova violazione del DMA, la sanzione potrebbe essere ancora più salata: fino al 10% delle vendite globali annuali di Apple.
La transizione politica negli Stati Uniti, con l’elezione di Donald Trump, potrebbe avere un impatto significativo sulle priorità dell’UE in ambito tecnologico. CEO di grandi aziende, tra cui Tim Cook di Apple e Mark Zuckerberg di Meta, hanno recentemente cercato un dialogo con Trump per discutere questioni come le sanzioni europee.
In ottobre, Trump ha dichiarato che Cook lo aveva contattato per lamentarsi delle multe inflitte dall’UE. Trump ha risposto affermando: “Non permetterò che approfittino delle nostre aziende.”
Con le dimissioni di figure chiave come Margrethe Vestager e Thierry Breton dalla Commissione Europea, il clima politico potrebbe influenzare le decisioni future in materia di regolamentazione tecnologica. Secondo un portavoce dell’UE, la “realtà politica” potrebbe esercitare pressioni sul lavoro tecnico, suggerendo che le priorità potrebbero cambiare in base alle direttive della nuova amministrazione statunitense.
Nonostante le speculazioni, la Commissione Europea ha ribadito il suo impegno per un’applicazione efficace delle normative. Un portavoce ha affermato che, pur essendo previste riunioni per valutare l’avanzamento delle indagini, nessuna inchiesta è “tecnicamente pronta” per decisioni definitive. L’UE rimane comunque determinata a far rispettare le regole stabilite dal DMA, anche se il contesto politico potrebbe influenzare i tempi e le priorità.
Cosa significa tutto questo per Apple e Google?
Mentre l’UE sembra intenzionata a continuare le sue indagini, il futuro delle sanzioni e delle politiche antitrust dipenderà da una serie di fattori:
- Azioni della nuova amministrazione USA: con Trump alla guida, gli Stati Uniti potrebbero esercitare pressioni diplomatiche per proteggere le loro aziende.
- Modifiche alle politiche aziendali: Apple e Google potrebbero adottare ulteriori misure per adeguarsi ai regolamenti europei, cercando di evitare ulteriori sanzioni.
- Evoluzione del contesto politico: il cambio di leadership all’interno della Commissione Europea potrebbe portare a un allentamento delle normative o a una diversa interpretazione del DMA.
La sfida per l’UE è bilanciare la necessità di regolamentare il potere dei giganti tecnologici con il rischio di ostacolare l’innovazione. Le regole stabilite dal DMA siano fondamentali per garantire un mercato equo, ma è altrettanto importante che l’applicazione delle normative sia trasparente e non influenzata da pressioni politiche.
Se Apple e Google vogliono mantenere la fiducia dei consumatori europei, devono dimostrare un impegno reale nel rispettare le regole del mercato. Allo stesso tempo, è essenziale che le istituzioni europee restino indipendenti e focalizzate sull’obiettivo principale: proteggere la concorrenza e i diritti dei consumatori.