Apple potrebbe presto trovarsi di fronte a un’indagine antitrust in Cina a causa delle sue politiche sull’App Store, con particolare attenzione alle commissioni sugli acquisti in-app e alle restrizioni sui sistemi di pagamento esterni. La notizia, riportata da Bloomberg, evidenzia come le autorità cinesi stiano intensificando il controllo sulle pratiche dell’azienda di Cupertino, in un momento già delicato per i rapporti tra Stati Uniti e Cina.
Secondo fonti interne, la State Administration for Market Regulation avrebbe iniziato ad analizzare le politiche dell’App Store già lo scorso anno, avviando una serie di colloqui con Apple. Il focus principale è sulla commissione del 30% applicata agli acquisti in-app e sul divieto di utilizzare metodi di pagamento di terze parti, una pratica che in altri mercati ha già sollevato polemiche.
Le autorità cinesi vogliono verificare se le commissioni per gli sviluppatori locali siano eccessivamente alte e se il divieto di app store alternativi ostacoli la concorrenza, limitando le opzioni per i consumatori cinesi. Se Apple non dovesse adottare misure correttive, la Cina potrebbe avviare una formale indagine antitrust, con tutte le conseguenze del caso.
Le discussioni tra Apple e le autorità di regolamentazione cinesi non nascono dal nulla. Negli ultimi anni, diversi sviluppatori della Cina, tra cui giganti come Tencent e ByteDance, hanno sollevato più volte lamentele sulle politiche dell’App Store.
Già nell’agosto scorso, Apple aveva esercitato pressioni su queste aziende affinché modificassero alcune delle app più popolari in Cina, eliminando sistemi che aggiravano la commissione del 30%. Questo aveva portato a nuove tensioni tra Cupertino e i colossi del settore tech cinese, alimentando il malcontento tra gli sviluppatori.
Questo attacco normativo arriva in un contesto geopolitico complicato. Solo pochi giorni fa, il governo cinese ha avviato un’indagine formale su Google, subito dopo che gli Stati Uniti hanno imposto nuovi dazi sui prodotti cinesi.
Apple, da parte sua, si trova in una posizione particolarmente fragile. La Cina rappresenta non solo il suo principale hub produttivo, ma anche il secondo mercato più grande dopo gli Stati Uniti. Inoltre, l’azienda sta affrontando una concorrenza sempre più forte da parte di brand locali come Huawei, che stanno guadagnando quote di mercato in modo significativo.
I numeri parlano chiaro: Apple ha registrato un calo dell’11% nelle entrate provenienti dalla Cina durante l’ultimo trimestre delle festività. Una cifra che preoccupa gli investitori e che dimostra quanto il mercato cinese sia diventato una sfida sempre più difficile per Cupertino.
Apple ha già dimostrato di sapersi adattare alle normative per evitare multe salate e restrizioni. In Europa, per esempio, ha dovuto modificare radicalmente il funzionamento dell’App Store per adeguarsi al Digital Markets Act, introducendo la possibilità di utilizzare store alternativi e sistemi di pagamento esterni.
Se la Cina dovesse decidere di seguire la stessa strada, Apple potrebbe essere costretta a rivedere le sue politiche anche in questo mercato, con implicazioni che potrebbero estendersi su scala globale.
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