Negli ultimi anni, molti utenti hanno segnalato rallentamenti anche su iPhone più recenti. Dopo aver analizzato diverse segnalazioni, 9to5Mac ha individuato denominatore comune: la modalità di Risparmio energetico.
Introdotta con iOS 9 nel 2015, questa funzionalità è pensata per prolungare la durata della batteria, ma ha un impatto significativo sulle prestazioni del dispositivo. In questo articolo vedremo nel dettaglio come funziona questa modalità, quali compromessi comporta e in quali situazioni è davvero utile.
La modalità di Risparmio energetico si attiva automaticamente quando la batteria scende al 20% oppure può essere attivata manualmente in qualsiasi momento. Il suo obiettivo è ridurre il consumo energetico spegnendo o limitando una serie di funzionalità che consumano molta energia. Ad esempio, l’utilizzo della rete 5G viene ridotto (a seconda del modello di iPhone), la luminosità dello schermo viene abbassata e la frequenza di aggiornamento sui dispositivi dotati di ProMotion viene limitata a 60Hz. Inoltre, vengono disattivati alcuni effetti visivi e sospese attività in background, come download, sincronizzazioni di iCloud, backup e il recupero automatico delle email.
Ma c’è un aspetto che spesso viene trascurato: la modalità di Risparmio energetico rallenta effettivamente il dispositivo. I moderni iPhone sono dotati di chip che impiegano core ad alte prestazioni e core a elevata efficienza. In condizioni normali, il sistema sfrutta entrambi i tipi di core per offrire prestazioni elevate nei momenti di bisogno, come durante l’editing video o il gaming. Quando si attiva la modalità di Risparmio energetico, invece, l’iPhone riduce drasticamente l’utilizzo dei core ad alte prestazioni, affidandosi prevalentemente a quelli a bassa potenza. Questo comporta un calo notevole nelle performance complessive del dispositivo.
Per fare un esempio concreto, consideriamo i risultati di un benchmark eseguito sull’iPhone 16 Pro Max con il chip A18 Pro. Senza la modalità di Risparmio energetico, il punteggio single-core raggiungeva 3341, mentre quello multi-core arrivava a 8270. Con la modalità attivata, i punteggi scendono rispettivamente a 1384 per il single-core e a 4093 per il multi-core. Questi numeri indicano chiaramente che, con la modalità attiva, il dispositivo opera a circa metà della sua capacità prestazionale.
Questa riduzione di performance è evidente durante l’esecuzione di attività intensive, come l’editing di video o il gaming. Al contrario, in situazioni di utilizzo leggero o in standby, la modalità di Risparmio energetico può prolungare significativamente la durata della batteria, rendendola uno strumento indispensabile quando non si ha la possibilità di ricaricare il dispositivo.
Di fatto, questa modalità risulta estremamente utile in situazioni d’emergenza o quando si prevede di non poter ricaricare il telefono per un lungo periodo. Tuttavia, se hai bisogno della massima performance, ad esempio durante sessioni di lavoro intenso o l’uso di applicazioni graficamente impegnative, è consigliabile disattivarla. È fondamentale trovare il giusto equilibrio in base alle proprie esigenze quotidiane.
In conclusione, sebbene la modalità di Risparmio energetico sia progettata per estendere la durata della batteria, comporta un notevole compromesso in termini di prestazioni. Essere consapevoli di questo aspetto è essenziale per utilizzare al meglio il proprio iPhone, sfruttando la modalità solo quando realmente necessaria.
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