Siri fa ancora fatica a rispondere a domande molto basilari

Siri continua a deludere, incapace di rispondere a domande semplici. Apple Intelligence sarà la svolta o è il momento di un cambio radicale?

siri che mese è.

Quando Siri venne presentata nel 2011 insieme all’iPhone 4S, sembrava l’inizio di una rivoluzione. Un assistente vocale in grado di rispondere alle domande, eseguire comandi e migliorare l’interazione con lo smartphone.

Oggi, 14 anni dopo, Siri è ancora lì, ma invece di essere un punto di forza dell’ecosistema Apple, è diventata un elemento di frustrazione per molti utenti.

Recentemente, un post su Reddit ha evidenziato come Siri non sia stata nemmeno in grado di rispondere a una domanda basilare come “che mese è?”, suscitando un’ondata di commenti da parte di utenti che hanno condiviso esperienze simili.

E mentre Apple promette grandi innovazioni con Apple Intelligence, viene da chiedersi: ha ancora senso investire in Siri, o è tempo di ricominciare da zero?

Siri: un’Intelligenza Artificiale che non è mai cresciuta

Nel 2023, Google ha lanciato Gemini, OpenAI ha rivoluzionato il settore con ChatGPT Advanced Voice Mode, e Amazon ha annunciato una versione avanzata di Alexa+.

Apple, invece, ha posticipato il rilascio delle nuove funzioni “intelligenti” di Siri presentate alla WWDC 2024, ammettendo che non erano ancora abbastanza affidabili. Eppure, il problema non è solo nelle nuove funzioni che tardano ad arrivare. Il problema è che Siri, nelle sue funzioni base, continua a fallire.

Abbiamo ancora comandi basilari che non vengono capiti o eseguiti correttamente, con il riconoscimento vocale spesso impreciso, soprattutto in ambienti rumorosi. E non dimentichiamo l’ntegrazione limitata con le app di terze parti rispetto ad assistenti concorrenti.

E la cosa più frustrante è che la concorrenza sta facendo passi da gigante, mentre Siri sembra ferma al 2011.

Apple Intelligence: la svolta o un altro flop?

Apple sta cercando di rilanciare Siri con Apple Intelligence, un nuovo sistema AI che dovrebbe rendere Siri più naturale, contestuale e utile.

L’idea è integrare un’intelligenza artificiale avanzata direttamente nel sistema operativo, permettendo a Siri di:

  • Comprendere meglio le domande e rispondere in modo più naturale.
  • Interagire con le app in modo più profondo, senza dipendere esclusivamente da scorciatoie preconfigurate.
  • Offrire funzioni avanzate di generazione testi, riepiloghi intelligenti e azioni predittive.

Ma Apple è in ritardo. ChatGPT, Gemini e altri assistenti vocali AI sono già molto più avanzati e possono essere utilizzati su iPhone anche senza l’integrazione nativa nel sistema.

Se Siri non migliora drasticamente con iOS 19, il rischio è che Apple Intelligence venga vista come un palliativo più che come una vera innovazione.

Apple deve consentire assistenti alternativi?

Un’idea provocatoria, ma non del tutto assurda: e se Apple permettesse agli utenti di cambiare assistente vocale predefinito su iPhone?

Ad oggi, Siri è l’unico assistente vocale integrato in iOS, mentre su Android si può scegliere tra Google Assistant, Alexa e ora anche ChatGPT. Se Apple non riesce a far funzionare Siri come si deve, perché non lasciare che siano gli utenti a scegliere l’assistente migliore? L’ecosistema iPhone è già chiuso su molte funzionalità: dare più libertà agli utenti potrebbe essere una mossa vincente.

Ad esempio, ChatGPT Advanced Voice Mode e Google Gemini potrebbero offrire un’esperienza utente superiore a Siri, se Apple concedesse loro più integrazione.

Per ora, è improbabile che Apple faccia questa scelta. Ma se la tecnologia AI-first diventerà sempre più centrale negli smartphone del futuro, Apple dovrà prendere una decisione: migliorare Siri drasticamente o lasciare spazio ai concorrenti.

Quello della WWDC 2025 sarà un momento cruciale: o Apple dimostra che Siri può finalmente competere con gli assistenti vocali AI moderni, o il suo futuro sarà sempre più incerto.

E voi, quanto usate Siri oggi?

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