Tobi Lütke, CEO di Shopify, ha inviato un memo interno destinato a far discutere e riflettere.
Il messaggio, pubblicato anche su X, è chiarissimo: prima di chiedere nuove risorse o personale, ogni team dovrà dimostrare che l’obiettivo non può essere raggiunto usando l’intelligenza artificiale. In altre parole, l’AI diventa lo standard operativo minimo, e le assunzioni devono essere l’ultima opzione.
Il tono di Lütke non è di semplice suggerimento. Nel memo, il CEO parla di “uso riflessivo dell’AI come aspettativa di base per tutti in Shopify”. Non si tratta più di sperimentazione, ma di una competenza fondamentale, al pari della conoscenza del proprio mestiere.
“L’AI è il cambiamento più rapido nel modo di lavorare che abbia mai visto nella mia carriera,” scrive Lütke. “Usarla bene è una competenza che va appresa con pratica costante.”
E non è solo una questione di principi. Shopify ha deciso di integrare domande sull’uso dell’AI all’interno delle valutazioni delle performance e dei questionari di peer review, rendendo così misurabile e verificabile l’approccio di ogni dipendente alla tecnologia.
La parte più forte del messaggio arriva quando si parla esplicitamente di nuove assunzioni:
- Prima di chiedere nuovo personale o risorse, i team devono dimostrare perché non possono fare ciò che vogliono con l’AI.
Lütke invita anche a porsi una domanda provocatoria: “Come sarebbe quest’area se ci fossero già agenti AI autonomi nel team?”. Una riflessione che apre la porta a discussioni e progetti che possono cambiare radicalmente l’organizzazione del lavoro.
Secondo Lütke, il successo di Shopify non dipenderà più solo dalla bravura dei singoli, ma dal prodotto tra la capacità umana e l’efficienza dell’AI: “Quello di cui abbiamo bisogno è la somma totale delle nostre competenze e ambizioni, moltiplicata per l’AI, a vantaggio dei nostri merchant.”
Un’affermazione che mette in chiaro la visione strategica di Shopify: l’intelligenza artificiale non è solo uno strumento, ma un acceleratore che va integrato in ogni fase del processo creativo e produttivo.
Quella di Lütke non è una semplice provocazione, è una presa di posizione netta. E forse anche un’anticipazione di ciò che molte altre aziende faranno nei prossimi mesi. L’intelligenza artificiale non è più l’“extra” riservato agli innovatori: è lo standard operativo per chiunque voglia restare competitivo.
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