Trump minaccia nuovi dazi su iPhone e Mac: l’esenzione di Apple durerà poco?

L’amministrazione Trump conferma: l’esenzione dai dazi per Apple non sarà permanente.

commissione trump tim cook

L’esenzione concessa ad Apple dai dazi del 125% sulle importazioni dalla Cina è solo temporanea, e il conto finale potrebbe arrivare presto. A confermarlo è la stessa amministrazione Trump, che parla già di nuove tariffe in arrivo entro “un mese o due” su iPhone, MacBook e altri prodotti tecnologici.

Venerdì scorso, l’agenzia US Customs and Border Protection ha pubblicato un elenco di dispositivi elettronici esclusi temporaneamente dai nuovi dazi: tra questi smartphone, laptop, hard disk, chip di memoria e processori. Una notizia che aveva fatto tirare un sospiro di sollievo a Apple, tra le aziende più esposte a queste misure.

Ma l’intervento del Segretario al Commercio Howard Lutnick, in un’intervista ad ABC News, ha fatto chiarezza: non si tratta di un’esenzione permanente, bensì di una pausa strategica. Lutnick ha parlato di “tariffe speciali mirate” in arrivo per il settore tech, con un focus esplicito su prodotti come l’iPhone.

Nel suo stile ormai ben noto, Trump ha rincarato la dose su Truth Social, confermando che l’amministrazione sta “valutando” tariffe su semiconduttori e sull’intera catena elettronica globale. Ha anche ribadito che nessuna azienda sarà “fuori dal mirino” in questa nuova politica commerciale.

Vale la pena ricordare che, anche con l’esenzione dal dazio “reciproco” del 125%, Apple resta soggetta al dazio del 20% denominato “fentanyl tariff”, voluto dalla Casa Bianca come penalità economica alla Cina. Senza l’esenzione temporanea, il totale sarebbe salito al 145%.

Con i venti protezionistici che tornano a soffiare, Apple sta accelerando il decentramento produttivo dalla Cina verso India e Vietnam. I nuovi MacBook Air con chip M4 e Mac Studio con M3 Ultra sono già fabbricati in Vietnam, ma la capacità produttiva di questi Paesi non è ancora sufficiente a coprire l’intera domanda USA.

Questo significa che, anche con uno sforzo di riconversione industriale, una parte significativa della gamma Apple destinata agli Stati Uniti sarà ancora prodotta in Cina. Ed è proprio lì che le nuove tariffe potrebbero colpire più duramente.

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