Intorno a metà Aprile, Apple aveva aggiornato l’accordo con gli sviluppatori per iPhone OS (ora iOS) vietando alle società di analisi di raccogliere dati dai dispositivi iOS per utilizzarli sulle proprie reti pubblicitarie. Inizialmente questo cambiamento sembrava volto a penalizzare piattaforme di terze parti in favore della nuova iAd in quanto gli inserzionisti fanno molto affidamento sull’analisi dei dati per migliorare i propri sforzi pubblicitari.
Nell’intervista della settimana scorsa in occasione della conferenza D8 lo stesso CEO Apple, Steve Jobs, aveva però voluto sottolineare che la modifica dei termini non era stata fatta per penalizzare i possibili concorrenti di iAd ma bensì per tutelare la stessa Apple in seguito alla pubblicazione di analisi contenenti dati che dimostravano l’uso, all’interno dei campus Apple di dispositivi di tipo tablet, ancora prima dell’annuncio della nascita dell’iPad.
Riconoscendo però l’utilità dei dati “analytics” per usi legittimi, Jobs ha dichiarato che Apple sarebbe disposta a rivedere la propria posizione sulla questione ma non oggi (ancora troppo vicini allo scoop Gizmodo). MediaMemo riporta ora che Apple ha di nuovo modificato i termini del suo accordo sviluppatore (sezione 3.3.9) aprendo almeno parzialmente la porta ad una limitata raccolta dei dati per fini di analisi.
Se si confrontano le sezioni modificate si legge un chiaro messaggio: “va bene raccogliere i dati degli utenti per vendere annunci” ma solo dopo aver ottenuto il loro consenso; con la nuova formulazione Apple richiede che ogni società di analisi che riceve i dati debba essere un fornitore “indipendente” di servizi pubblicitari la cui attività principale è quella degli annunci per cellulari; in questo modo si taglia di fatti AdMob fuori dai giochi per la sua evidente dipendenza da Google che è chiaramente uno sviluppatore di sistemi operativi mobili. Piccoli concorrenti come Greystripe e Medialets dovrebbe tuttavia essere liberi di disporre dei dati di analisi dopo aver ricevuto i permessi del caso.
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