Ad inizio gennaio vi abbiamo proposto un’analisi nella quale ci concentravamo sullo spazio dedicato agli sviluppatori minori all’interno dell’App Store. Dopo circa un mese e mezzo continua la nostra indagine sulle difficoltà che i piccoli sviluppatori incontrano nell’emergere all’interno dell’App Store: questa volta cercheremo di spiegare quali sono le principali motivazioni alla base di questo standard negativo.
Ormai è risaputo: un piccolo sviluppatore su App Store ha possibilità limitate, almeno che non mostri un’idea vincente che scateni un grosso successo. Ma la colpa dell’insuccesso dei piccoli sviluppatori, che siano italiani o meno, a chi è da attribuire?
Secondo la nostra analisi i fattori sono principalmente tre:
- Le grandi software house;
- Il Jailbreak;
- Lo sviluppatore.
L’approfondimento odierno andrà ad analizzare perchè i 3 punti elencati qui sopra favoriscono a nostro parere il declino dei piccoli sviluppatori. A conclusione delle nostre considerazioni, riporteremo anche quelle di alcuni sviluppatori con un’opinione d’eccezione.
1. Le grandi software house
Per grandi software house, in genere si intendono quei grandi marchi videoludici come Gameloft, EA, Square Enix, Capcom, Chillingo, ecc. Queste aziende pubblicano giochi che il più delle volte nascono in piattaforma iOS e diventano quindi estremamente popolari: degli esempi, possono essere Angry Birds di RovioMobile, N.O.V.A. o Modern Combat 2 di Gameloft, Chaos Rings di Square Enix. Salvo rare eccezioni (come Chaos Rings), tutti questi applicativi non vanno a costare in genere oltre i 4€, partendo da un prezzo medio di 0,79€. Il danno causato ai piccoli sviluppatori nasce principalmente dal costo delle applicazioni: una buona parte di utenti, preferisce spendere i suoi 0,79€ in un’applicazione di queste grandi case piuttosto che dare fiducia ad un piccolo sviluppatore e alla sua applicazione.
Sicuramente, tra gli altri due punti che rimangono da analizzare, questo è il danno maggiore.
2. Il Jailbreak
Chiunque effettua il Jailbreak sarà al corrente che, tramite apposite procedure, è possibile scaricare ed installare applicazioni pirata sul proprio iPhone. Pertanto gli utenti che eseguono lo sblocco dei propri dispositivi possono essere suddivisi in due categorie:
- L’utente “leale”: effettua il Jailbreak per ottenere il massimo dal proprio dispositivo e acquista le applicazioni da App Store;
- L’utente “sleale”: effettua il Jailbreak principalmente per ottenere il massimo dal proprio dispositivo e scarica applicazioni in maniera illecita, o in alcuni casi solo la seconda opzione.
Secondo i dati diffusi nel 2008 (tutt’oggi validi) da Saurik, il creatore di Cydia, solamente il 10% delle persone che effettuano la modifica al dispositivo rientrano nella seconda fascia: ma sarà davvero così? Solo il 10% delle persone che hanno il Jailbreak scaricano applicazione crackate? Come vedremo dopo, un’altra grande autorità del Jailbreak, sostiene che solamente il 5% delle persone che hanno fatto il Jailbreak usano app scaricate illegalmente. Sta di fatto che, il crack dell’applicazione di un piccolo sviluppatore costituisce un danno abbastanza importante a livello di entrate e vendita del programma. Ci sono però persone che scaricano solamente per avere una versione di prova “completa”, in modo da farsi un’idea di quello che avrebbero intenzione di comprare, e quindi passare all’acquisto vero e proprio.
3. Lo sviluppatore
È necessario però esaminare anche “l’altra faccia della medaglia”. Se uno sviluppatore non riesce a vendere in App Store, non è detto che la colpa sia dei punti analizzati in precedenza. L’insuccesso di un’applicazione può derivare, ovviamente, anche dalla persona che ha realizzato lo stesso progetto. I motivi possono essere molteplici, tra cui la poca sponsorizzazione dell’applicativo, la molteplicità di applicazioni dello stesso genere, l’inesperienza, ecc. In sostanza, bisogna riflettere bene su ciò che si vuole pubblicare su App Store, poichè (anche se non sembra) incide tantissimo sulle vendite.
È giunto quindi il momento di passare la parola a chi vive questa realtà ogni giorno.
Abbiamo contattato 7 sviluppatori, ponendo a tutti la seguente domanda:
Molte applicazioni di sviluppatori minori vengono regolarmente distribuite in maniera illecita: chi è al corrente di questa possibilità, e ha intenzione di infrangere le regole, procede in questo modo, altrimenti, reputantdo “inutili” o “troppo costose” tali applicazioni preferisce non comprarle (e parliamo di prezzi che spesso non superano i 0,79€ o 1,59€).
In precedenza, ci siamo posti la domanda se App Store sia ancora un posto per piccoli sviluppatori, ma oggi ci chiediamo: quali sono i fattori della “decadenza” dei piccoli sviluppatori? È forse da attribuire alle grandi software house, al crack delle applicazioni, o agli stessi sviluppatori?
E questi sono i loro pensieri:
BigBoss, proprietario e fondatore di una delle più importanti repository di Cydia, ha risposto:
Non so dirvi quanto le grandi case oppure le idee dei piccoli sviluppatori possano influire sulla vendita di un tweak o di un’applicazione, ma vi posso fornire un po’ di dati su tweak e/o applicazioni distribuite illegalmente:
1) I “Jailbreakers” rientrano solamente nel 10% delle persone che possiedono un dispositivo Apple;
2)La maggior parte dei dispositivi Jailbrekkati non montano app crackate. Diciamo che sono all’incirca la metà: il 5% dei totali possessori di un dispositivo iOS. Ciò significa che il restante 95% è ancora un cliente del tutto “normale”. Basandoci su questo, il problema del crack diventa quasi irrilevante.
3) La nostra analisi quindi si sposta sulla mentalità di un pirata: i pirati non sono clienti. In altre parole, non comprerebbero mai software. Se non riescono a crackare un’applicazione, non la comprerebbero comunque. Sono irrilevanti in questo discorso. In molti dicono che ogni applicazione scaricata illegalmente è una vendita perso. È vero solo in parte.
4) Un pirata in genere mostra l’app che ha crackato agli amici (alcuni dei quali sono anch’essi pirati); questi quindi la comprano. In questi casi, lo sviluppatore guadagna quella vendita persa dal crack.
5) La maggior parte dei pirati dell’App Store sono ragazzini che non hanno un lavoro e/o dei guadagni. Quando parliamo di un’app che costa solo 0,79€, non ne vale la pena. Gli altri pirati cadono nella categoria di coloro che affermano semplicemente “non ho mai pagato per un software”.
Come developer, odio la distribuzione applicazioni crackate. Ma questo è, e sarà il modo in cui il commercio del digital delivering crescerà, ed essendo in qualche modo controllato, non credo che sia più di tanto influente.
Rino Picardi, creatore della community devAPP.it, ha risposto:
Io credo che la colpa non sia da attribuire ad uno solo dei fattori citati, ma un po’ a tutti. Mi spiego. Partiamo dal primo aspetto: le grandi software-house! Sicuramente per uno sviluppatore indipendente, così come per un piccolo team, dover competere con le numerose “mega aziende” oggi presenti nell’app store, le quali possono godere di enormi mezzi e figure professionali per ogni singolo aspetto che riguarda lo sviluppo di un programma/gioco, non agevola di certo il successo di un piccolo progetto, anche se ben fatto. Infatti, oltre al fatto che piccoli dev, a differenza dei grandi, devono occuparsi di tutto quanto riguarda lo sviluppo della loro idea, dal progetto alla grafica fino alla programmazione, non dimentichiamo che c’è un altro elemento molto importante, se non addirittura vitale, per la riuscita di un qualsiasi progetto: il marketing! E sappiamo benissimo come la potenza di “gente” come Gameloft o Ubisoft non è neanche lontanamente paragonabile a quella che può avere un minuscolo programmatore, magari alle prime armi.
Per quanto riguarda la pirateria sono convinto che anche questo sicuramente non aiuti, ma è qualcosa, secondo me, che non incide in modo esagerato (sulla decadenza dei piccoli dev intendo) e credo che al giorno d’oggi, sia più che altro da mettere in conto, (purtroppo quasi sempre a spese degli utenti finali) prima ancora di iniziare a sviluppare. Sia chiaro, non sto giustificando la pirateria, ma solo dicendo che è una realtà affermata da tenere in considerazione, che esiste e, molto probabilmente, esisterà sempre. Inoltre, è un problema che penso tocchi maggiormente i progetti conosciuti, quindi più grandi, quelli dei “big” insomma.
Passando infine all’ultima possibile causa della “decadenza dei piccoli” attribuita forse proprio ai dev stessi, sicuramente non possiamo generalizzare il discorso. Chi potrebbe essere causa “del suo stesso male” potrebbe essere colui che per la fretta di pubblicare ed essere presente nello store parte grossolanamente senza un reale progetto ben definito, sottovalutando aspetti davvero molto importanti, seppur all’apparenza potrebbero apparire secondari (vedi progetto iniziale o marketing finale) e non di rado, realizzano le proprie app senza neanche sapere esattamente cosa fanno, ma semplicemente tramite un mix di copia e incolla di codice preso qua e la dalla rete. Questo si che fa decadere i piccoli, anche quelli che non c’entrano nulla. Fortunatamente non sempre è così e personalmente ho conosciuto piccoli dev davvero molto molto in gamba e professionali.
Insomma, come vedete, personalmente credo che il problema di fondo sia un po’ la somma di tutto, nonostante questo io continuo a credere in questo mondo e non posso che consigliarvi di farlo anche a voi. Credeteci (perchè se non ci credete partite già male) quindi studiate, non abbiate fretta, pianificate per bene tutto, collaborate con altri piccoli professionisti, insomma, datevi da fare seriamente e vedrete che qualcosa, prima o poi, arriverà.. anche fosse “solo” un contatto di un “big” che ha notato le vostre capacità grazie al vostro piccolo software autocostruito.
Un saluto a tutti.
Francesco Novelli, autore di un libro di programmazione per piattaforma iOS, ha risposto:
il problema delle applicazioni crakkate non lo vedo così influente nelle vendite dei vari dev. chi scarica un app crakkata (dalle statistiche una percentuale bassa..) non avrebbe acquistato l’applicazione completa. La decadenza dei piccoli developers è relativa al fatto che sempre più persone pubblicano app stupide o che hanno poco senso (aspettandosi di diventare ricchi) che quindi non vengono acquistate. Quando è stato lanciato l’AppStore qualunque app funzionante aveva successo, anche se graficamente non curata. Adesso per veder alzare le vendite ci vuole un idea innovativa e un bravo grafico che segue il progetto.
Le grandi software house non hanno nessuna colpa, hanno semplicemente alzato il livello dello store e questo è un bene per gli utenti che trovano qualità oltre alla quantità.
Una strada che dovrebbero seguire i piccoli sviluppatori, secondo me, è anche quella di offrire le app gratuitamente con pubblicità non troppo invasiva e la stessa app senza pubblicità.
Lo store non deve essere “bello” per i dev ma per gli utenti, e quindi maggiore qualità (anche a discapito delle vendite dei piccoli dev) è comunque positiva.
Antonino Alessi, sviluppatore di iArte, ha detto:
Sono nuovo del mondo App Store: la mia prima app, iArte, è disponibile solo dallo scorso dicembre. Tuttavia, penso di poter rispondere con certezza che il successo o meno di un’app dipenda unicamente dall’operato del suo sviluppatore.
Non sono ancora afflitto dalla pirateria, ma sono dell’idea che l’identità “app crackata = app rubata” non si verifichi sempre: spesso, infatti, colui che cracka l’app non l’avrebbe comunque acquistata, o la scarica solo per provarla. Chi scarica incondizionatamente, spesso non può permettersi l’app, non pensa che valga i soldi che costa oppure è un pirata “cronico”. Sono tutti casi da cui non sarebbe possibile un guadagno.
Se un’app è davvero valida, questa venderà indipendentemente dalla presenza della pirateria o meno. Inoltre, la pirateria può anche portare nuovi clienti tramite il passaparola, o far conoscere app che altrimenti non sarebbero mai state considerate, con la possibilità che in futuro una di queste persone scelga di acquistare nuove app dallo sviluppatore.Attenzione, la pirateria non è una pratica corretta: tuttavia, spesso i suoi effetti vengono sopravvalutati.
Non considero l’influenza delle grandi software house particolarmente problematico. Com’è vero che i loro titoli riscuotono un grande successo, molti dei nomi celebri di App Store non erano altro che piccoli sviluppatori fino a qualche anno fa. I piccoli sviluppatori possono innovare dove spesso le grandi aziende non osano andare, e fornire prodotti originali e completi mantenendo un rapporto quasi di collaborazione con la propria utenza.
In sintesi, penso che il successo di un’app dipenda principalmente dalla qualità della stessa e dal lavoro svolto dallo sviluppatore. Una buona app va oltre la pirateria e l’influenza delle grandi software house: l’importante è innovare ed approfittare dei vantaggi di cui le grandi aziende non possono godere, tentando di soperrire agli svantaggi.
Andrea Oliva, sviluppatore di New York Dream, ha detto:
Io penso che a questa domanda non ci sia e non ci possa essere una risposta chiara e definitiva. La causa dell’applicazione che non vende molto o non vende proprio è da attribuire alla concorrenza, ovvero alle applicazioni simili, all’applicazione crackata disponibile su famoso applicativo disponibile solo tramite il Jailbreak e al developer stesso che probabilmente non è stato molto bravo nel realizzare la sua applicazione. Anallizziamo i vari punti.
Ci sono developers che creano applicazioni migliori, realizzate magari con una grafica pulita, semplice ma allo stesso tempo efficace. Integrano nell’app alcune funzionalità che magari possono invogliare l’utente ad acquistare quell’applicazione. Tutto ciò è collegato quindi anche all’abilità del programmatore e alla sua voglia di sviluppare. A volte sono proprio i particolari che fanno la differenza e che soprattutto rendono un’applicazione diversa in meglio da un’altra.
Questi ‘‘particolari’’ possono sembrare anche stupidi e insignificanti ma alla fine sono proprio quelli che come ho già detto attirano l’utente ad acquistare l’app. Quindi le app simili si differenziano per queste importanti sfumature che spesso decidono la sorte stessa dell’applicazione.
Il cracking delle app è un fenomeno molto diffuso, che avviene e può avvenire solamente dopo aver eseguito il Jailbreak. Spesso e volentieri, le persone preferiscono prendere delle vie alternative per effettuare i download delle app e quindi dopo aver scoperto gli adeguati applicativi si cimentano nel scaricare ciò che vogliono. Questa è l’azione che lede maggiormente lo sviluppatore.Molte sono le persone che preferiscono scaricare app crackate invece che spendere anche solamente 0.79 o 1.59 euro. Insomma, stiamo parlando di uno o due caffè, nulla di più. Ma ovviamente l’utente scarica le applicazioni crackate perchè così risparmia anche quei pochi spiccioli. Ciò che dovrebbe tener conto, è che dietro quei pochi spiccioli c’è un grande e complicato lavoro, che non tutti sanno svolgere. Ciò dovrebbe far riflettere l’individuo e portarlo a non scaricare l’app. Ma magari fosse così semplice! Anche attraverso questo ragionamento, migliaia di utenti iOS Jailbroken, continueranno a scaricare applicazioni illegalmente, non pensando ai numerosi danni che porteranno al povero sviluppatore e all’applicazione stessa!
Riguardo al terzo punto,penso che la risposta sia semplice. Dipende tutto dalla bravura del programmatore e dalla sua voglia. Non bisogna avere fretta o altro. Bisogna lavorare con calma e quindi fare un ‘‘buon lavoro’’.
A voi, resta la scelta, se scaricare o meno app crackate, ma dovete sempre pensare al lavoro di quelle ”povere” persone che passano notti insonni a sviluppare le loro app. Un saluto agli utenti e al fantastico Staff di iPhoneItalia!
William Gabriele, sviluppatore di iTools Game, ha detto:
La domanda è davvero interessante!!! E bisogna ammettere che queste grandiose software house hanno un predominio assoluto sul mercato delle App! Creano giochi fantastici hanno dalla loro parte grafici, designer ed programmatori validissimi e investono moltissimi soldi per i loro progetti e per la continua formazione/aggiornamento dei propri dipendenti!
Il piccolo Dev purtroppo si deve fare da solo!!! La grafica le animazioni e il codice e molte volte il livello di questo NON è così eccelso….. questo perchè è un autodidatta e quindi non può migliorarsi come un programmatore assunto dalla UBISOFT per esempio!!
Il discroso Crack delle App influisce NON poco sulle vendite e sui guadagni…. e seconod me qui dovrebbe entrare in gioco Apple tutelando le App che i programmaori rilasciano sull’AppStore magari con qualche sistema di sicurezza in più! Ovviamente Apple NON è obbligata a fare nulla poichè sappiamo bene che scaricare App craccare è un reato…. ma purtroppo mmolte volte le persone non pensano a quante ore di sviluppo ci sia dietro una App!!!
Luca Bonacorsi, sviluppatore di Destroy Balls 3 ha detto:
Posso darle il mio punto di vista: Il problema da lei citato può essere notevole per quanto concerne, per esempio, la categoria giochi.
Sviluppare giochi è la cosa più complessa e lunga (in termini temporali) per uno sviluppatore. Per ovvie ragioni, quindi, team di sviluppatori, più che uno sviluppatore singolo, hanno possibilità di produrre giochi molto più longevi e ricchi.A meno che non venga in mente un’idea semplice e geniale (sempre più difficile vista l’enorme offerta su App Store ma non impossibile), lo sviluppatore singolo può impiegare mesi a sviluppare quello che una software-house col suo team può fare in pochissimo tempo.
Senza considerare il fatto che gli sviluppatori di una grande azienda spesso lavorano, come dipendenti, costantemente tutti i giorni e tutto il giorno allo sviluppo dei giochi, mentre il singolo sviluppatore, che come lavoro ‘per campare’ fa altro, delega lo sviluppo di game, più che altro ad una seconda attività.
Per cui il rischio è che vengano fuori, da parte dello sviluppatore singolo (che come giusto che sia non vede l’ora di vedere qualche suo lavoro su App Store), dei giochini considerati dal pubblico forse troppo semplici o scontati. Un singolo sviluppatore, che tecnicamente può essere bravissimo, può provare frustrazione se deve aspettare mesi nel concludere qualcosa prima di mandarla in vendita.
A mio avviso il singolo sviluppatore, anche se prima ho citato che è sempre + difficile, deve puntare molto sull’originalità e sull’inventiva. Se riesce a trovare una buona idea (che sia ragionevolmente rapida da convertirla in codice), col supporto di una grafica accattivante, a mio avviso può trovare eccome spazio su App
Store.
Per altre categorie forse è + semplice tenere brevi i tempi di sviluppo, ma anche li vale la stessa regola: originalità e innovazione. Spesso, forse per pigrizia, si vedono applicazioni l’una simile all’altra fatte però da singoli sviluppatori diversi.QuestoNON li aiuta (anzi…non CI aiuta…io sono uno sviluppatore singolo
:)). Per concludere, se ci sono queste 2 componenti (originalità e innovazione), affiancate a tempi ragionevoli di sviluppo, penso che tutti abbiano ancora grosse chance su App Store, nonostante crack e
nonostante le grandi software house. Come spesso accade nella vita, prima di dare la colpa ai fattori esterni, è giusto esplorare tutte le strade percorribili per raggiungere il risultato tirandosi su le
maniche.
E voi utenti di iPhoneItalia: quali sono le cause dell’insuccesso dei piccoli sviluppatori?.
Un ringraziamento particolare a BigBoss e agli altri sette sviluppatori!