Il Film della settimana scelto da iPhoneItalia #17: la recensione di “8mm – delitto a luci rosse” (1999) [iTunes Movie]

Come ogni venerdì torna la rubrica  con i migliori film dell’ iTunes Movie Store, in collaborazione con jtzmovies.it, così da poter dare agli utenti consigli sui titoli da acquistare o noleggiare. Oggi vi presentiamo il film “8mm – delitto a luci rosse” (1999), di Joel Shumacher, regista di due capitoli di Batman, di “Un giorno di ordinaria follia”, “Il Cliente”, ex costumista e icona gay di Hollywood. Questo film, con protagonista Nicholas Cage, ebbe un buon successo di pubblico (budget di produzione 40 milioni di dollari, incasso globale 97 milioni di cui solo 36 negli USA) ma fu stroncato dalla critica statunitense (Rotten Tomatoes Rate 22% con una media voto di 4,2/10 su 78 recensioni), forse anche per il fatto che Schumacher aveva appena rovinato il mito di Batman con due film veramente al limite del ridicolo, uno dei pochi che salvò il film fu Roger Ebert, il più autorevole e stimato critico cinematografico del mondo.

Tom Welles (Nicolas Cage) è un investigatore privato specializzato in clienti di altissimo livello, molto determinato e capace della discrezione più totale, qualità che gli hanno fatto raggiungere una certa fama tra i salotti buoni degli Stati Uniti. Diviso tra una famiglia perfetta ed un lavoro che lo porta spesso in giro per il paese, un giorno sarà contattato da una ricchissima vedova che ha trovato, dentro la cassaforte del defunto marito, quello che sembra a tutti gli effetti uno Snuff Movie, film porno hardcore in cui alla fine la protagonista femminile sarà trucidata. La ricerca della verità lo porterà in un mondo underground nel lato B di Hollywood, quello squallido del porno spinto fino all’eccesso in cui, guidato dall’anfitrione Max California (Joaquin Phoenix), cercherà di scoprire se questi tipi di film siano frutto della finzione scenica o della macabra realtà di menti deviate. La mente e il carattere di Tom Welles verranno plasmate durante la progressiva immersione in questo mondo, rischiando di far perdere al protagonista la famiglia,

la pelle ed i capi saldi di moralità che lo avevano accompagnato durante i suoi anni di vita. La domanda a cui il detective cercherà risposta in modo maniacale è il “Perché ?”, la spiegazione del perché una persona arriva a tale degenerazione. Nel mondo deviato del porno californiano l’uomo non trova giustificazioni alla perversione degli Snuff Films; l’essere umano deluso o annoiato cercherà scosse adrenaliniche “solo perché lo voglio, perché mi piace”, nessun trauma verrà a sostegno dei personaggi negativi così come nessun mostro si celerà dietro le maschere o dietro le macchine da presa ad 8mm usate per riprendere le terribili scene. Nel suo viaggio dantesco nei gironi infernali del porno, Tom sarà accompagnato da un Virgilio, che risponde la nome di Max California, il quale lo introdurrà nei peggiori ambienti immaginabili, facendogli conoscere piano piano i consumatori di questo mondo underground. Roger Ebert riassume benissimo il film in poche righe: “8mm è un film reale, non un furbo esercizio d’exploitation

(film d’explotation spiegazione su wikipedia) con tutti gli status di depravazione e nessun effetto. Non è un film in cui le questioni morali sono dimenticate a discapito dell’eccitamento e i colpi di scena dei film d’azione.” Con le sue 3 stelle su 4, premia giustamente un film che è stato demolito dalla maggior parte della critica, ma che forse è stato vittima di un pregiudizio, a causa dei precedenti due film di Schumacher nei quali il regista aveva distrutto il mito di Batman (con “Batman Forever” e “Batman&Robin”), personaggio intoccabile, assieme a Superman, della pop culture americana. “8mm – delitto a luci rosse” è un giallo-thriller avvincente, con una buona regia ed una storia che cerca di immergere lo spettatore in un mondo sconosciuto ai più, quello dell’America peggiore, celata e mai raccontata, piena di personaggi borderline e di fatti al limite della credibilità. Rovinato da un finale un po’ troppo american style, in cui la vendetta sarà l’unico rimedio auspicabile, la trama risulta comunque uno dei punti di forza di quest’opera. Scritto inizialmente da

Andrew Kevin Walker, bravissimo sceneggiatore di Seven, Fight Club (anche se non accreditato), Il mistero di Sleepy Hollow (riscritto da Tom Sheperd per appianare la violenza dello script) e molti alti grandi successi, venne poi modificato e tagliato delle scene più hard da Joel Shumacher e dalla produzione per evitare un rating che lo vietasse ai minori di 18 anni. Questo, successo forse troppe volte alle sceneggiature di Walker, portò all’ira e all’allontanamento dello stesso dal set, lasciando via libera ad un’alterazione che tagliò nettamente tutte le scene forti di riferimento esplicito al porno. In effetti il finale sembra provenire da una mente differente, e l’azione pare sovrastare le trame investigative dark-thriller, tipiche dei primi tre quarti del film. L’ottima regia di Schumacher, propone quei temi dark a lui tanto cari nei suoi primi film, che trasmettono, assieme ad una coagulante colonna sonora ed un uso voyeuristico della telecamera, una continua tensione mista ad un flagellante voglia di immersione masochista in un mondo perverso.

Nicolas Cage, che dopo l’Oscar nel 1995 per “Via da Las Vegas” iniziò la sua maratona cinematografica accettando qualsiasi parte gli venisse proposta, è un attore dalle performance altalenanti, che è passato da film indimenticabili come quello citato poche righe sopra, “Il Ladro di Orchidee” o “Il cattivo Tenente”, risulta ad oggi devastato nella sua espressività per un uso spropositato del botox, che ha trasformato il nipote di Francis Ford Coppola (esattamente! Nicholas Cage è un raccomandato, d’altro canto ha origini italiane), in una statua di cera dalla fronte luccicante. Nonostante questo, il suo talento rispunta fuori di tanto in tanto, e questo è il caso di 8mm. Questo film segna anche il punto di svolta per un altro bravissimo attore, Joaquin Phoenix, che grazie all’ottima parte di Max California ebbe la possibilità di interpretare il suo più grande successo: Commodo ne “Il Gladiatore”. Questo film, che come detto in precedenza cala vistosamente nel finale, risulta comunque un ottimo prodotto, con degli eccellenti comprimari ed un’ idea molto azzeccata, che in realtà sarebbe potuta essere sviluppata in modo migliore, ma che comunque riesce a coinvolgere egregiamente con i suoi tratti di giallo-thriller avvincenti.

Potete trovare “8mm – delitto a luci rosse” sull’iTunes Movie Store, al prezzo di 7,99 Euro per l’acquisto della versione in visione standard e 2,99 Euro per il noleggio della versione in visione standard, sfortunatamente non è disponibile la versione HD.

 

Pro: buon film nel complesso, storia avvincente, tema trattato innovativo.

Contro: ultima parte decisamente deludente, alcuni personaggi sono molto stereotipati.

 

Voto: 7

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