Foxconn: pochi progressi, tanto lavoro

La Foxconn, fabbrica cinese che assembla notte e giorno iPhone, iPad e terminali di altre aziende, pare che non abbia imparato la lesione del 2010, quando diversi operai si sono suicidati per le disumane condizioni di lavoro. La situazione, infatti, non è migliorata di molto.

La denuncia arriva dall’associazione noprofit Sacom, Students & Scholars Against Corporate Misbehaviour, che nelle settimane scorse ha visitato gli stabilimenti della Foxconn. Dopo i 13 suicidi del 2010, e le promesse della dirigenza, ancora oggi le condizioni rimangono critiche. Anche Apple aveva espressamente chiesto alla Foxconn di cambiare alcuni comportamenti.

Invece, l’associazione scopre che ancora oggi i dirigenti della Foxconn nascondono alcuni dettagli sui salari ai neo assunti, non pagano gli straordinari e fanno lavorare i dipendenti anche 80-100 in più del previsto ogni mese. Mancano ancora protezioni adeguate contro l’esposizione a polveri tossiche e ancora non è possibile protestare contro i superiori.

Ma una novità, agghiacciante, c’è: nei nuovi contratti che vengono fatti firmare ai neo assunti, c’è anche una clausola anti-suicidio: i dipendenti si devono impegnare a non farsi male deliberatamente e a non chiedere remunerazioni aggiuntive nel caso di incidenti. Anche le loro famiglie non posono avere maggiori introiti in caso di suicidio del dipendente.

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