Il Film della settimana scelto da iPhoneItalia #29: la recensione di “Il Divo” (2008) [iTunes Movie]

Torna la rubrica con i migliori film dell’iTunes Movie Store, in collaborazione con jtzmovies.it, così da poter dare agli utenti consigli sui titoli da acquistare o noleggiare. Oggi vi presentiamo “Il Divo” di Paolo Sorrentino e interpretato tra gli altri da Tony Servillo e Carlo Buccirosso. Il film è stato un buon successo commerciale anche all’estero (incasso estero 11 milioni di Euro) ed ha vinto numerosi premi (Premio della Giuria al Festival di Cannes e 7 David di Donatello), oltre a soddisfare la critica (rottentomatoes rate 92%, con una media voto di 7,5 su 48 recensioni).

Il Divo narra uno spaccato della vita del politico Giulio Andreotti, più precisamente dal momento della decisione di candidarsi come Presidente della Repubblica, fino all’inizio del processo della procura di Palermo che lo accusa di Associazione Mafiosa. Durante questi anni, verranno presentati tutti i personaggi principali della sua vita, dalla saggia e fedele moglie ai componenti della sua corrente, passando per le persone che lo hanno accusato della partecipazione ai più grossi scandali dell’Italia della Prima Repubblica. “Il Divo”, scritto e diretto da Paolo Sorrentino, è uno dei migliori film italiani degli ultimi anni, sia per la sua gioviale freschezza registica che per la sua valenza storica. In effetti il regista, sicuramente uno dei migliori nel nostro paese, imposta un film molto singolare che parte con toni decisamente grotteschi spostandosi poi su trame più storico- documentaristiche. La scena iniziale ci introduce un Andreotti metafisico, mentre

descrive i suoi tremendi e continui mal di testa, con la faccia colma di spunzoni per le cure di agopuntura, quasi come il famoso personaggio di Hellraiser, angelo del dolore, che ha come compito quello di trasportare coloro che risolvevano l’enigma del cubo nella dimensione del dolore (chi conosce il film e il fumetto capirà di cosa sto parlando). Questo parallelismo, ci fa subito intendere la direzione che verrà intrapresa nel film, ovvero una visione inedita e coraggiosa del politico più importante e influente dopo la Seconda Guerra Mondiale. La maestria di riuscire a non accusare mai direttamente il personaggio è di grande classe e portata avanti impeccabilmente per tutte le due ore della pellicola. I fatti vengono esplicati rigorosamente in ordine cronologico e le gli unici eventi sgradevoli (come per esempio gli incontri con la mafia) sono raccontati da flashback durante gli interrogatori dei pentiti, come per dire : “io ricostruisco solo quello che dicevano loro”. Come già detto, il film è costruito in due modi distinti, per cui

nella prima parte (quella più divertente), i personaggi saranno così grotteschi da risultare al limite della realtà, marchingegno molto furbo per raccontare le malefatte e la vita faziosa dei politici della Prima Repubblica senza risultare troppo accusatorio. Nella seconda parte, più precisamente a partire dallo scoppio dello scandalo Tangentopoli, il film assumerà toni documentaristici, immergendo lo spettatore nella fitta trama di intrecci fanta-socio-politici che hanno caratterizzato il nostro paese nel suo periodo d’oro del boom economico e dalla guerra fredda. La fantasia lascia spazio alla cruda realtà e il livello altissimo di dettagli vi terrà incollati meglio di un documentario-noir di Carlo Lucarelli. Tecnicamente la regia porta qualche pècca, soprattutto nella prima parte che cerca di avvicinarsi al cinema moderno Taraniniano, con un montaggio veloce, scritte in sovraimpressione, musica rock di attualità e personaggi tanto assurdi quanto, ahinoi, reali. Badate bene, il film è un vero gioiello, scritto con consapevolezza e

diretto con abilità ed esperienza, ma se proprio devo essere pignolo e trovare qualche difetto, questo stà proprio nella poca dimestichezza con le tecniche moderne di regia, introvabile nel DNA dei cineasti italiani (Sergio Leone non fa parte di questo discorso). Una qualità così alta del prodotto non poteva essere creata senza degli attori strepitosi, Tony Servillo in primis, che riesce a impersonificare Giulio Andreotti attraverso un trasformismo incredibile, come se l’avesse studiato e seguito per anni, rubandogli battute, espressioni e gesti. “Il Divo” chiude un 2008 estremamente positivo per l’Italia (grazie anche a “Gomorra” dell’altro bravissimo Matteo Garrone) spianando la strada a Paolo Sorrentino verso il grande cinema americano, e sperando che non segua i passi di un altro nostro connazionale, di cui quasi mi vergogno a vedere le ultime opere, Gabriele Muccino, gli auguro un grande in bocca al lupo per il suo imminente “The must be place” con Sean Penn. Forse una nuova rinascita del nostro cinema è vicina…..

Potete trovare “Il Divosull’iTunes Movie Store al prezzo di 9,99 Euro per l’acquisto in HD, 7,99 per l’acquisto in formato standard, a 3,99 per il noleggio HD e a 2,99 Euro per il noleggio in formato standard.

Pro: un film che ha il coraggio di parlare del vero Andreotti, divertente prima e interessantissimo poi, Tony Servillo è strepitoso.

Contro: qualche mancanza tecnica nella regia, le comparse  e qualche attore secondario sono a volte imbarazzanti, il grottesco iniziale e il cambio successivo potrebbe spiazzare qualcuno.

Voto: 7,5

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