I platform sono forse uno dei pochissimi generi che stenta a prendere piede su iOs. Nonostante i tentativi non siano mancati, non é ancora arrivato un gioco in grado di prendere il posto di Mario nel cuore dei giocatori… Emberwind arriva con un pedigree di tutto rispetto: riuscirà a far breccia in questo genere, cosí amato e apparentemente cosí difficile da gestire sul touch screen?
Emberwind racconta toni fantasy e una grazia tutta da cartone animato da storia dello gnomo Kindle, che non ha nulla a che vedere con gli e-book: lo gnomo in questione deve salvare il regno di Grendale da un’invasione di goblin, con l’aiuto della propria civetta bianca (per la gioia dei fan di Harry Potter) e dei folletti che incontra sulla propria strada. Diciamo subito che, al di là della storia, abbastanza priva di scosse narrative, i valori di tutta la produzione sono davvero alti: la grafica è molto bella, le animazioni fluidissime, le musiche ben fatte. Il gioco è un vero piacere da vedere e da ascoltare, e anche la traduzione italiana è più che accettabile.
Ma di solito non sono questi gli elementi che sentenziano il successo di un buon platform… Alla fine é inutile negare l’evidenza: la mancanza di un platform davvero eccellente ha molto a che vedere con i controlli intrinsechi dell’iPhone. Il touch screen, assolutamente perfetto per la navigazione tra i menú, per l’accelerometro e per moltissime altre cose, resta tragicamente privo di tasti, un ausilio indispensabile per un disporre di controlli assolutamente precisi e netti nella tempistica. E buona parte dei platform iOs naufragano proprio qui, appena usciti dal porto, per colpa di controlli poco affidabili.
Emberwind fa del proprio meglio, mantenendo le cose il piú semplici possibili: implementa un joystick virtuale sulla sinistra e due tasti, uno per saltare e uno per colpire, sulla destra. Questo sistema funziona passabilmente, almeno per le operazioni “base”, come camminare e saltare, ma entra in crisi appena si devono utilizzare delle abilità piú complesse che portano ad una certa perdita di immediatezza. Progredendo nel gioco e sbloccando varie abilità ci sono dei momenti dove kindle diventa, purtroppo, un po’ incontrollabile, portando il giocatore a dover ricominciare da capo un livello parecchie volte.
All’interno di ogni livello, le cose da fare non mancano mai: la varietà di questo gioco è davvero encomiabile, e sembra permeare ogni elemento del level design. Non solo la grafica, pur rimanendo fedele a se stessa, è sempre piena di sorprese, con torri, colline, boschi, parti sottomarine ecc., ma anche le missioni di Kindle sono dominate da una piacevole diversificazione. In ogni livello ci sono degli obiettivi da conseguire: debellare un certo numero di case dai goblin, attivare un dato numero di interruttori etc. Per farlo occorre sviluppare una strategia sempre diversa, e soprattutto esplorare con cura ogni livello, alla ricerca non solo dei propri obiettivi, ma anche di bonus e di segreti di varia natura.
In termini di game design, Emberwind è decisamente ambizioso e punta a offrire al giocatore un’esperienza davvero complessa, che va molto al di là di un semplice “salta, corri e ammazza”: Kindle ha una missione, e per arrivare a realizzarla dovrà fare un sacco di cose. Il problema è che non sempre queste sono chiarissime, e la bella grafica a volte è tanto pregevole all’occhio quanto un po’ confusa in termini di utilizzo: ci sono di momenti in cui non è sempre facile capire dove si debba andare e quale sia il percorso da seguire.
Inoltre ci sono alcune incongruenze in termini di motore fisico che lasciano un po’ perplessi: Kindle sarà anche una creatura fatata, ma riesce a fare dei salti assolutamente sproporzionati alla propria stazza e sembra dotato del peso specifico di un gas leggero, almeno quando è in aria. In acqua, invece, non sembra cambiare nulla, a parte la visibilità, che diventa complicata per i toni bluastri, mentre il nostro gnomo si muove esattamente come se fosse sulla terra ferma.
Anche il livello di difficoltà dei livelli è decisamente disomogeneo e tende a rendere l’esperienza di gioco altalenante: ci sono livelli che si concludono in un soffio, al primo tentativo, e altri che invece obbligano a numerose (e dolorose) riprove prima di capire quale sia il percorso migliore e la strategia ottimale per concluderli. La presenza di una notevole dose di esplorazione, per comprendere a fondo come è strutturato un livello, e come sia meglio approcciarlo, è senza dubbio una delle caratteristiche più positive e innovative del gioco: ma il rischio è quello di rendere tutto un po’ confuso, come purtroppo avviene in certi livelli.
Emberwind è un gioco bello, e terribilmente ambizioso: i suoi unici limiti sono quelli dati dagli inevitabili scossoni della sua stessa ambizione, che a volte lo porta a fare il passo più lungo della gamba, inciampando. Ma resta un’applicazione assolutamente encomiabile, che cerca con tutte le proprie forze di elevare l’esperienza di gioco su iOs ad un nuovo standard di complessità e di profondità.
Emberwind è disponibile su App Store a 0,79 €