Hunger Calls: brutto ma buono – la recensione di iPhoneItalia

Hunger Calls è un manageriale che, tanto per cambiare, parla di cibo. Non so per quale ragione così tanti time-management abbiano a che fare con panini, pizze, ristoranti, bar e bistrot, ma si tratta di un genere decisamente inflazionato. Che cosa porta di nuovo sulla tavola, Hunger Calls?

Anche l’occhio vuole la sua parte
Al di la del gioco di parole, devo dire di essere partita a recensire questo titolo un po’ prevenuta. In parte per via del genere, decisamente abusato, e in parte per via della presentazione. Lo so, presto sempre troppa attenzione all’aspetto estetico dei giochi: ma bisogna ammettere che Hunger Calls, a vedersi, è davvero bruttino. L’intro animata del gioco è decisamente orrida (per non parlare della storia, che parla di uno scienziato pazzo e di sovvenzioni statali venute meno), il character design oscilla tra il banale e il brutto, e le ambientazioni richiamano alla mente qualche triste giochino provato sul web. Non si capisce come un prodotto Chillingo sia potuto emergere dal processo produttivo con una grafica così approssimata… o meglio si capisce anche troppo bene, considerando lo spropositato numero di titoli che questo publisher sforna ogni mese!
Però è un vero peccato: se si riesce a superare l’impatto della grafica agghiacciante, Hunger Calls rivela un gameplay sorprendentemente innovativo, in cui non mancano nè l’ironia nè la varietà.

“Pancia mia, fatti capanna!”
Hunger Calls è un time-management fuori dagli schemi, perchè vistosamente incrociato con Tranyard: non si tratta solo di fare azioni in sequenza, quanto di costruire i percorsi adatti per veicolare quanto più cibo possibile ai nostri clienti. L’etica alla base di questo gioco è altamente discutibile: lo scopo è quello di fare soldi, rendendo il più grassi possibili i malcapitati con una sequela di piatti uno più pesante dell’altro (dalle patate fritte all’hamburger, passando per specialità come pizza e spaghetti). Per farlo dobbiamo gestire i nastri trasportatori che portano loro il cibo e sono regolati da una serie di “cambi” che diventa sempre più complicata man mano che si progredisce nel gioco.

In ogni livello i nostri clienti sono comodamente seduti e ordinano una porcheria dietro l’altra: sta a noi servirgliela, azionando nella maniera opportuna i cambi dei nastri trasportatori quando compare il cibo adatto. I consumatori diventano sempre più ciccioni, e il gioco si fa sempre più duro, man mano che si avanza di livello.
Per esempio compare un’intricata serie di power ups. Alcuni sono semplicissimi: il razzo, per esempio, aumenta la velocità del nastro; il regalo rende i nostri clienti più felici. Altri invece sono di più difficile gestione: per esempio, otterremo presto delle pillole digestive che andranno fornite ai clienti quando questi diventano verdi per il limone e non ce la fanno più a mangiare. Guai a servire loro altro cibo, mentre sono in questo stato: finirebbero per “morire” sparendo dal gioco.
E’ facile intuire che Hunger Calls non è decisamente il gioco più adatto per persone a dieta o con problemi di obesità: il quadro che offre è davvero disarmante… dovete tenere degli ingordi patologici in vita, in modo da arricchirvi alle loro spalle, rendendoli sempre più ingordi.

Intermezzi e personalizzazioni
Ma non finisce qui: il gioco offre anche dei simpatici intermezzi, per spezzare la monotonia tra un livello e l’altro. Ci sono livelli dove si deve cucinare e altri dove si porta avanti una specie di variante del whack-a-mole, e si deve eliminare il cibo sbagliato. Si tratta di mini-giochi di scarso valore, che servono solo a fornire un pizzico di varietà ad un gioco che di per se non ne ha nemmeno bisogno: Hunger Calls è davvero vario e divertente e difficilmente i suoi 39 livelli potranno stancare. Ogni schema offre un percorso diverso dal precedente, sempre più intricato da gestire e sempre più ricco di varianti grazie a piatti speciali, ordinazioni, power-ups.
Inoltre il gioco implementa un intrigante sistema di personalizzazione, grazie al quale potrete acquistare (con i guadagni ottenuti dal vostro ingozzare grassoni) i diversi elementi del vostro ristorante: tappezzeria, pavimento, sedie ecc.: un’aggiunta simpatica e che aggiunge al gioco un tocco di personalità.

In conclusione Hunger Calls è molto meglio di quello che sembra: se riuscite ad andare oltre alla sua grafica grossolana, troverete un gestionale originale ed interessante, capace di offrirvi qualche ora di svago in maniera un po’ diversa dai molti prodotti analoghi presenti in App Store.
Dopotutto lo stesso Diner Dash non è che sia proprio un campione di bellezza, no?

Hunger Calls è disponibile su App Store a o,79 €

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