Another World: un mondo dimenticato – la recensione di iPhoneItalia

E’ difficile valutare un titolo come Another World in maniera oggettiva. Perché se da un lato si tratta di un gioco meraviglioso, è altrettanto vero che ha parecchi limiti non trascurabili. Limiti di cui, oltretutto, la versione iOs non ha alcun colpa: per una volta ci troviamo di fronte al porting davvero esemplare di un gioco magico, frustrante e dannatamente difficile.

Quando Another World uscì per Amiga, nel 1991, io lo volevo tantissimo, ma non ci potei giocare. Questo perché il ragazzo del negozio di giochi, nella plumbea provincia lecchese dove vivevo, lo considerava un gioco inadatto ad una bambina di quell’età. Mia madre, purtroppo, gli diede ragione e dopo averlo giocato ora, passati 20 anni, non ho alcun problema a dargli ragione anche io! Another World non è proprio un gioco per bambini: questo è il suo più grande pregio, ma anche un notevole limite.
Nel gioco prendiamo il controllo di uno scienziato dai capelli rossi, Lester, che in una notte di tempesta parcheggia la sua Ferrari davanti ad un bunker dove sta conducendo degli esperimenti che ricordano in maniera impressionante quelli del CERN. A titolo di cronaca occorre precisare che Lester è assolutamente identico al nostro Alvise Susmel, e questo non ha per niente semplificato la recensione. Ad ogni morte avevo dei tremendi sensi di colpa, e partiva puntuale un vivace scambio di battute via mail (“Alvise, sei morto, DI NUOVO!” – “Ma allora sei davvero incapace!” – “Non è colpa mia, è difficile!” – “Ammettilo, ci stai prendendo gusto!” – “Giocaci un po’ tu, e dimmi se vai meglio!”)


Ma quando un fulmine colpisce il bunker (che pur essendo dotato di meccanismi di scansione della retina, non ha nessuna forma di messa a terra, e evidentemente) qualcosa va storto e Lester si trova in una piscina.
A questo punto, probabilmente, morirete per la prima volta, prima ancora di esserci resi conto che il gioco è iniziato: è un tuffo nell’acqua fredda, per il personaggio, ma anche per il giocatore che si trova di colpo a controllarlo. Una volta emersi dalla piscina, vi ritroverete in un mondo che riesce a connotarsi come “alieno” fin dalla prima schermata: e non è un caso se il primo schermo di gioco di Another World è una delle immagini più iconiche della storia dei videogiochi.

Lo stile di questo gioco è davvero qualcosa di unico, soprattutto se si pensa che era il 1991: le ambientazioni sono pura magia aliena, che a dispetto della semplicità dei mezzi riesce a permeare ogni schermata. Colori semplici, freddi, essenziali. Linee altrettanto minimaliste. Animazioni lente e semplicissime, ma sempre eleganti. Another World è la prova di come una grafica affascinante sia fatta dallo stile unico dell’art direction, prima che dal numero dei poligoni sullo schermo. La grafica del 1991 è disponibile in versione originale e non alterata, ma basta trascinare due dita sullo schermo per inserire il “turbo” e passare alla versione aggiornata, che stranamente non è nemmeno troppo urticante: l’aggiornamento ha semplicemente reso più fluide le linee, più dense le texture, senza alterare eccessivamente nulla dell’aspetto originale. Il gioco stranamente conserva le sue qualità ipnotiche anche senza grossi aggiornamenti, e anche rimanendo privo di musica.

E tanto vale spendere subito qualche parola per il sistema di controllo: BulkyPix ha fatto, in questo senso, un lavoro davvero ecomiabile. Il sistema usato di default è basato su gestures abbastanza intuitive: con un tocco si cammina nella direzione indicata, con due si corre; con un gesto verso l’alto si salta, con uno verso il basso ci si accuccia. Infine nei due angoli dello schermo ci sono delle zone sensibili che servono per sparare. Questo sistema funziona in maniera discreta, ma forse vi sembrerà che non offra il livello di precisione adatto a far fronte a determinate situazioni di gioco… Nessun problema: esiste un sistema di controllo alternativo più “classico”, che si basa sulla combinazione di semplici tasti direzionali con un pulsante per “colpire”.

E dei controlli precisi in questo gioco sono assolutamente indispensabili. Tanto vale dirlo subito: Another World è difficile, difficile, difficile. In questo gioco si muore tanto, si muore bene, si muore spesso, e si muore in maniera decisamente cruente e inaspettata. Nella seconda schermata di gioco ci sono dei simpatici lombriconi per terra: sembrano vermotti innocenti, ma vi uccideranno, subito e non una volta sola: una decina di volte, almeno, prima che capiate cosa fare. E sarà solo l’inizio. Il gioco non vi darà alcun suggerimento e si dovrà fare tutto con le cattive, attraverso una serie intricata, frustrante e spasmodica di tentativi.
L’unico modo per sopravvivere in Another World è procedere a tentoni. Ogni scena del gioco contiene un problema e per risolverlo occorre fare una precisa serie di azioni, in una precisa sequenza. In alcune fasi c’è una forte componente esplorativa, in altre invece domina l’azione, in altre ancora ci sono dei veri e propri combattimenti. Il giocatore è lasciato libero di scegliere come affrontare la soluzione, ma raramente ci sono diverse strategie possibili. Potrete andare a sinistra oppure a destra: a sinistra verrete mangiati, a destra annegherete. Scegliete voi, ma scegliete in fretta: la velocità di reazione e la precisione sono assolutamente essenziali per rimanere in vita qualche secondo di più. Una precisione chirurgica nell’uso dei controlli è altrettanto vitale.

Another World si configura come un ibrido un po’ inquietante tra avventura grafica e laser-game, con un livello di difficoltà proibitivo ed una grafica affascinante, ma che potrebbe risultare datata a chi non l’apprezza. Se siete alla ricerca di un titolo particolare, o se avete giocato l’originale, nel 1991, Another World potrebbe regalarvi delle emozioni davvero uniche, grazie ad una storia e ad un’ambientazione affascinanti e profondamente originali. Se invece volete un gioco semplice e divertente, girate al largo: questo titolo è irto e frustrante ai limiti del suicidio. Risolvere uno schema fa sentire il giocatore quasi onnipotente, ma per farlo dovrete arrivare a voler morire dalla disperazione. A voi la scelta.

Another World è un’applicazione universale disponibile su App Store a 3,99 €

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