In una notizia dell’ultima ora riportata da 9to5Mac sembra che Samsung abbia depositato presso la corte distrettuale statunitense della California una richiesta formale per far rivelare ad Apple i termini di partnership tra lei e Qualcomm per quanto riguarda la fornitura di chipset per la comunicazione cellulare protetti da brevetti di proprietà del colosso sudcoreano, con lo scopo di verificare una presunta violazione ai suoi danni.
Qualcomm è attualmente la società che fornisce i chip per la comunicazione cellulare presenti su iPhone 4S, iPhone 4 CDMA e iPad 2, ed avrebbe stretto in questo senso un accordo di cross-licensing con Samsung per la loro commercializzazione; accordo su cui si basa la difesa di Apple alle accuse di violazione di Samsung, in quanto avendo quest’ultima concesso in licenza i suoi prodotti a Qualcomm, l’azienda sudcoreana non avrebbe il diritto di denunciare una presunta violazione in merito ai medesimi prodotti.
Lo scopo della nuova richiesta depositata presso la corte distrettuale della california, scoperta inizialmente dal Korea Times e confermata dal portavoce Lim Yoon-jeon del colosso sudcoreano, sarebbe di constatare qualora siano o meno presenti i presupposti per un’effettiva violazione, e se Apple venga considerata un “cliente diretto” di Qualcomm, termine presente in alcuni degli accordi stretti tra le Samsung e quest’ultima società. Se nel contratto di partnership tra Apple e Qualcomm dovesse essere effettivamente presente questo particolare, Apple risulterebbe ‘immune’ alle accuse.
I chipset in questione sarebbero i Qualcomm MDM6610, e le intenzioni di Samsung sono di sottoporre i suddetti termini di contratto all’attenzione di 8 diverse nazioni, tra cui Germania, Giappone, Italia, Olanda, Inghilterra, Australia e Corea. Questa vicenda si collega perfettamente con quanto avvenuto in Italia nella causa legale in atto tra le due aziende, in cui il giudice del Tribunale di Milano Marina Tavassi ha respinto la richiesta di blocco sulla vendita dell’iPhone 4S per la presunta violazione di brevetti relativi ai chip di comunicazione di sua proprietà, motivando tale decisione con la presentazione di prove inadeguate.
La risposta di Apple è prontamente arrivata attraverso le parole del portavoce Steve Park da Seoul riportate al Korea Times, in cui viene espressa l’intenzione dell’azienda di difendere la propria IP (Intellectual Property) da “copie spudorate”.