Siri potrebbe interfacciarsi con applicazioni di terze parti?

Uno dei principali desideri di qualsiasi utente di iOS sarebbe di riuscire ad interfacciare Siri con applicazioni di terze parti. A tutti noi piacerebbe dire “vorrei uno scanner della polizia locale” e sentire Siri rispondere “OK, sull’App Store abbiamo due applicazioni adatte per lo scopo richiesto”, ma come si potrebbe raggiungere un simile risultato?

I ragazzi di TUAW hanno cercato di dare una risposta alle nostre domande indicando il motivo principale per il quale Siri difficilmente potrebbe essere in grado di seguire le indicazioni con le app di terze parti, ma hanno anche proposto una serie di soluzioni. Il problema principale risiede nella mancanza di API di terze parti, ciò renderebbe difficoltoso riuscire ad implementare il tutto e creare un’unica alternativa. Seguite i prossimi passaggi per scoprire come effettivamente Apple potrebbe permettere il raggiungimento di quanto sopra descritto.

Ace Object Schema. Le richieste di comando trasmesse all’assistente personale avvengono tramite gli oggetti Ace che permettono di tradurre il significato semantico delle parole espresse dall’utente in un qualcosa che possa essere eseguito e compreso da iOS. Sfortunatamente le API per tale azioni sono proprietarie, tuttavia pare che consistano in veri e propri dizionari simili alle liste utilizzate nel sistema operativo Mac OS X e nelle varie versioni di iOS. Partendo dalla suddetta considerazione, non dovrebbe essere difficile dichiarare il comando con cui interfacciarsi a Siri nel file Info.plist dell’applicazione stessa; l’unica cosa che lo sviluppatore dovrà inserire sarà il tipo di file da aprire e il tipo d’indirizzo dal quale si avrà una risposta.

Praticità. Se pensate a Siri come uno schema esteso di indirizzi URL connessi ad un grande vocabolario ed alcuni elementi grammaticali, gli sviluppatori potrebbero creare vere e proprie strutture di comando sempre più precise. Inizialmente Apple ha indubbiamente limitato il numero di frasi “comprese” dall’assistente personale, per questo motivo colui che crea l’applicazione dovrebbe adattarsi. Nonostante ciò, come è accaduto per il multitasking, con poca pazienza l’azienda inizierà ad introdurre molti più vocaboli.

Gestione. Ogni tipo di comando dovrebbe essere definito da un particolare dominio. Per questo motivo, quando l’utente pronuncerebbe una determinata frase, l’applicazione associerebbe il tutto ad un indirizzo URL che porterebbe ad un comando simile a “Apri File”. Ad oggi esistono software in grado di avviare altri titoli, senza abbandonare quanto precedentemente aperto; la soluzione sarebbe effettivamente la stessa.

Sicurezza. Per le normali applicazioni tutti i link esterni e i comandi URL vengono testati direttamente dal team di revisione del software stesso. Basandoci su quello che già oggi accade, l’idea è che lo sviluppatore debba inserire una specifica richiesta e descrizione per ogni comando che si interfaccerebbe con Siri. In questo modo, l’addetto alla revisione avrebbe l’opportunità di testare e verificare quanto creato dal dev.

Quanto avete letto sono solamente una serie di suggerimenti che potrebbero portare all’integrazione di Siri con moltissime applicazioni presenti sull’App Store. A chi non piacerebbe rimuovere completamente la tastiera fisica dallo schermo dell’iPhone per aggiungere invece il pulsante di Siri?

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