Dopo avervi raccontato del tentativo di Apple di interrompere la class action relativa al prezzo degli ebook, dal sito MacNN apprendiamo di un altro tentativo dell’azienda di Cupertino di interrompere una serie di contestazioni riguardanti l’utilizzo e le funzionalità di Siri, l’assistente vocale.
In seguito al lancio dell’assistente vocale con gli ultimi modelli di iPhone, molti utenti si sono lamentati del fatto che le pubblicità con cui l’azienda spiegava l’utilizzo di Siri fossero ingannevoli. Secondo i reclamanti infatti effettivamente il servizio non sarebbe minimamente comparabile a quanto è possibile vedere nei vari spot riprodotti negli ultimi anni. Per questo motivo, una serie di utenti ha deciso di avviare delle class action di protesta per pubblicità ingannevoli.
Nello specifico pare che si reclami la lentezza dell’assistente vocale, negli spot è possibile notare come effettivamente il software sia in grado di elaborare una risposta in assoluta velocità e facilità. Allo stesso modo, un reclamante sottolinea come dal suo dispositivo non sia in grado di riprodurre le medesime funzioni osservate nello spot pubblicitario. La richiesta in tutte le varie class action è sempre la stessa, “un risarcimento in denaro(cifra non specificata) per danni”.
Dal suo lato Apple cerca di difendersi e far cadere le accuse sostenendo che il servizio è ancora in versione beta, ed è normale che i tempi di risposta siano effettivamente superiori a quanto riportato nelle pubblicità. Parallelamente essa sostiene che Siri non sarà perfetta, ma è ancora una tecnologia all’avanguardia; i reclamanti, invece che protestare, avrebbero potuto sfruttare la possibilità di restituire il device entro 30 giorni come indicato nella polizza dell’azienda.
Per i suddetti motivi, la società di Cupertino ritiene che le class action non debbano proseguire. Che ne pensate?
[via]