L’hashtag #BoycottApple e la questione dei brevetti – Editoriale

Negli ultimi mesi chi non ama Apple fa sentire la sua voce si Twitter, con l’hashtag#BoycottApple che, da quando la società di Cupertino ha vinto diverse battaglie legali contro Samsung causando il blocco temporaneo delle vendite di due dispositivi, sta facendo sempre più proseliti. Ma tale “movimento” non è nato per protestare contro le condizioni di lavoro in Cina, lì dove vengono prodotti gli iPhone e gli iPad, o perchè magari Apple non rispetta l’ambiente. No, BoycottApple ce l’ha con Apple perchè Apple ha il vizio di denunciare la concorrenza Android per violazione di brevetti.

In particolare, la rabbia dei boicottatori nasce dal tentativo di Apple di bloccare le vendite del Galaxy Nexus e del Galaxy Tab 10.1 negli USA. Apple ha vinto entrambe le cause, anche se in appello l’ingiunzione contro il Nexus è stata temporaneamente sospesa (il Galaxy Tab, invece, è ancora bloccato).

Ecco perchè #BoycottApple è fuorviante. Si basa sul mito dell’eccezionalità di Apple. Chi “boicotta” Apple solo perchè ha vinto delle cause per brevetti crede, o meglio sogna, che le aziende che non intraprendono tali iniziative siano belle, virtuose e credano nel libero scambio delle idee. La realtà, purtroppo per loro, non è questa.

Quando qualsiasi azienda crede che sia stato violato un brevetto e pensa di poter avere ragione, cosa fa? Esatto, fa causa a chi ha violato tale brevetto. Anche Apple si sta difendendo in diverse causa in Cina e non solo. E ancora, Apple stessa è stata denunciata qualche tempo fa da Nokia, perdendo la causa. E Apple non è l’unica azienda che ha denunciato per violazione di brevetti i dispositivi Android e Google stessa. Nokia, ad esempio, ha citato in giudizio Google e Asus, Microsoft ha fatto lo stesso con Motorola.

Le società quotate in Borsa devono perseguire i propri interessi e quelli dei propri azionisti. La verità è che una causa per violazione di brevetti non ha grandi costi, rispetto alle possibili conseguenze positive in caso di vittoria. Insomma, non c’è un solo aspetto negativo nel denunciare per violazione di brevetti quando si pensa di poter vincere.

Tra l’altro, quando le aziende si fanno causa su brevetti di poca importanza, il giudice le butta fuori dal tribunale. Ed è successo poco tempo da ad Apple e Motorola, che si erano denunciate a vicenda per una serie di brevetti: il giudice non ha accettato la causa. Insomma, il pensiero di fondo è questo: Apple fa causa quando pensa di poter vincere, e così fa ogni altra società. Le differenze, semmai, sono altre.

Apple è molto diversa, ad esempio, da Samsung per il numero di prodotti che vende. Apple ha un solo dispositivo (più generazioni, ma l’iPhone è sempre uno), Samsung ne ha decine. Samsung produce un mix di telefoni che vanno da quelli di 50€ a smartphone di fascia alta, per cui abbraccia una base molto più ampia di terminali. I telefoni Samsung hanno poi molti più fattori di forma, interfaccia utente e caratteristiche di design.

Questa varietà dei prodotti Samsung aumenta la probabilità che un’azienda concorrente possa farle causa per violazione di brevetti. Dall’altra parte, mentre Apple deve preoccuparsi solo di brevettare, diciamo, lo “Slide to unlock”, Samsung deve brevettare  “pinch to unlock,” “clap to unlock,” “unlock to unlock” e “never unlock.”, solo per fare un esempio, ma il discorso vale per tanti altri fattori.

Apple è molto attenta ai brevetti e al loro rispetto anche per un altro motivo. Sempre parlando di Samsung, il blocco di un suo samrtpone negli USA ha un impatto minimo sul loro fatturato, dato che producono anche frigoriferi, aspirapolvere, macchine fotografiche, stampanti, stufe e tanto altro. Se, invece, Apple dovesse farsi sfuggire un brevetto e venisse denunciata per l’iPhone, avrebbe delle conseguenze disastrose in caso di blocco delle vendite del suo unico smartphone.

Per questo motivo Apple vede il gioco dei brevetti come una condizione necessaria per sopravvivere, ed investe in modo massiccio nella registrazione di tali brevetti e nel farli rispettare, oltre ad avere un team che controlla eventuali possibili violazioni di un proprio prodotto prima della sua commercializzazione.

Inoltre, si può odiare o meno Apple ma nessuno può negare che la società di Cupertino è quella che al mondo maggiormente ha innovato il mercato degli smartphone e dei tablet. Prima dell’iPhone lo “slide to unlock”, ora ripreso da quasi tutti i terminali in commercio, non esisteva, così come non esisteva lo zoom delle immagini tramite pinch delle dita. E Apple non solo ha brevettato tutto ciò, ma anche altre tante innovazioni che ancora devono essere prodotte (spesso sui nostri blog abbiamo parlato di brevetti registrati relativi a tecnologie futuristiche che magari saranno implementate solo tra qualche anno da Apple).

Proprio per la sua innovazione e per la mania di registrare ogni novità, Apple si ritrova ad avere dalla sua centinaia di brevetti importanti che potrebbero frenare la concorrenza.

Chi critica Apple perchè il Galaxy Tab non può più essere venduto negli USA, in realtà dovrebbe criticare e le leggi negli Stati Uniti. Apple ha fatto la sua parte, e se il suo brevetto viene applicato in modo molto più ampio di quanto i critici vorrebbero, la causa non è attribuibile all’azienda di Cupertino ma alle leggi. In altre parole, chi boicotta Apple per tale motivo è semplicemente in disaccordo con le regole.

E le regole valgono per tutti: se Apple viola un brevetto, rischierà le stesse conseguenze.

Se il Nexus e il Galaxy Tab sono stati bannati dagli USA, la colpa al massimo non è di Apple ma di Samsung, che ha presentato questo dispositivo ai consumatori, ma non è riuscita a tenerlo sul mercato vuoi a causa di brevetti per i quali non ha chiesto alcuna autorizzazione, vuoi perché non li ha depositati prima di Apple, o vuoi èercè magari ha scelto avvocati meno bravi di quelli Apple.

In ogni caso, i veri “cattivi” in realtà sono le norme sui brevetti, in particolare negli Stati Uniti. Si applicano in modo troppo generico, e considerando il fatto che ogni smartphone contiene migliaia di funzioni brevettate, il rischio è sempre dietro l’angolo. Ecco perchè negli USA il mercato dei brevetti è come vendere caramelle: si vendono pezzi, io acquisto l’azienda per avere i suoi brevetti, tu dammi quel brevetto e io ti dò quest’altro…

Ma fino a quando le regole non cambieranno, Apple farà valere i suoi diritti. E potrebbe farli valere anche Samsung, o qualsiasi altra azienda, se solo avessero dalla loro parte brevetti violati dalla concorrenza.

Insomma, i fautori di #BoycottApple dovrebbero concentrare i loro sforzi sulle leggi degli Stati Uniti, e non su Apple. E’ quello il vero problema da risolvere. Il boicottaggio serve a convincere gli acquirenti a non acquistare, e non hanno alcun effetto se si limita a fornire ai non acquirenti un altro motivo per non comprare.

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