Prima del processo Apple propose a Samsung un accordo di cross-licensing per i brevetti UMTS

Arrivano nuove notizie in merito ai retroscena del processo tra Apple e Samsung in cui quest’ultima è stata condannata al pagamento di 1 miliardi di dollari per la violazione di brevetti dell’azienda californiana. Sembra infatti che Apple avesse proposto un accordo di cross-licensing per le tecnologie 3G/UMTS coperte da termini FRAND.

Stando a quanto riportato da AppleInsider grazie ad una serie di documenti relativi al processo tra le due compagnie pare che Apple avesse contattato Samsung prima del processo per un accordo di cross-licensing. Si tratta di una lettera inviata da parte di Boris Teksler, direttore per le licenze di Apple, a Seongwoo Kim, suo corrispondente per Samsung, il 30 aprile 2012, quindi pochi mesi prima del sopracitato processo. Al suo interno si parla di un accordo in cui ogni compagnia avrebbe pagato delle royalties per i rispettivi brevetti 3G/UMTS wireless rispettando i medesimi principi FRAND. L’azienda di Cupertino, nella lettera, propose a Samsung di offrire in licenza i suoi brevetti 3G/UMTS con termini FRAND, invece di pagare il 2.4% richiesto dal colosso sudcoreano, qualora i brevetti di Apple fossero stati offerti in licenza secondo il medesimo principio.

Qui di seguito vi proponiamo parte del contenuto della lettera in questione:

Apple è disposta ad offrire in licenza i suoi brevetti UMTS dichiarati essenziali a Samsung sotto termini di licenza che si basano sul prezzo dei chip baseband come royalty base FRAND ed un prezzo che riflette la quota di Apple nel totale dei brevetti UMTS dichiarati essenziali […] a patto che Samsung accetti reciprocamente la medesima royalty di base comune e lo stesso approccio metodologico verso le quote di royalties nell’offrire in licenza i suoi brevetti standard-essenziali ad Apple.

Apple stima che questo approccio, che implementa il vero significato e requisiti imposti dai FRAND, risulti in $0.33 per ogni unità di royalty per i brevetti Apple.

Apple chiese a Samsung di rispondere entro il 7 maggio, ma nonostante non siano chiari gli sviluppi della vicenda, l’esito sembrerebbe non essere stato ritenuto accettabile da una o entrambe le aziende.

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