Samsung ricade nella sua stessa trappola: come era già successo con i risultati del Galaxy S4, anche per il nuovo Galaxy Note 3 l’azienda coreana ha taroccato i risultati dei benchmark apparsi in rete, come scoperto da Ars Technica.
Il noto sito specializzato in hardware e confronti tra vari dispositivi ha spiegato che Samsung ha nuovamente usato lo stesso “trucco”: il sistema operativo dei Galaxy identifica le app di benchmarking, attivando quindi un sistema di boost della CPU e impedendo che il processore attivi la modalità “low power”. In questo modo, i risultati di benchmark risultato mediamente del 20% migliori rispetto a quelli reali. In pratica, quindi, anche il Note 3 si accorge della presenza di un’applicazione di benchmarking e va ad attivare velocità non disponibili nell’uso quotidiano del dispositivo.
La notizia non è sfuggita a Phil Schiller, Senior Vice President Wordwide Marketing di Apple, che in un tweet linka l’articolo di ArsTechnica e definisce Samsung come “shenanigans”, che in italiano potremmo definire “cialtroni” (la parola in inglese significa sia “disonesti” che “comici”).